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Grande Oriente d'Italia: l'"inciucio" è servito?

Tutte le verità nascoste

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Noi di Giornalia abbiamo giudicato, fin dall'inizio, molto meritevoli le posizioni della lista n. 1 "Noi Insieme" in merito al contrasto della mentalità mafiosa in seno al Grande Oriente d'Italia, giudicandole con estremo interesse. Per la prima volta, infatti, un candidato Gran Maestro aveva avuto il coraggio di uscire dalla comoda "bolla negazionista" in gran voga – oggi lo sappiamo – prevalentemente tra gli "iniziati" calabresi e siciliani (con proporzioni in linea con le recenti votazioni russe), molto meno nel resto dell'Italia (quella civile).

Tuttavia, è bene rilevarlo, ai proclami degli inizi era subentrata una maggiore prudenza, quasi la paura di scontentare troppo il "massosistema" calabrese, che era invece da mesi sotto il costante attacco portato dal più seguito Canale Telegram di controinformazione massonica (arrivato a quasi 4000 utenti, prima di estinguersi per disperazione), denominato "Il Cavaliere Nero", e dell'ex Gran Maestro del G.O.I. e della G.L.R.I. Giuliano Di Bernardo.

Così, al tema dell'antimafia, delle infiltrazioni malavitose nella Loggia Michele Morelli di Vibo Valentia (feudo personale del massone più potente d'Italia, Ugo Bellantoni), dei casi eclatanti di Davide Licata di Stefanaconi, del "diplomificio" Fidia, di Vittorio Tedeschi, di Vito Lauria e Lucio Lutri, del dott. Alfonso Tumbarello (che prescriveva allegramente il VIAGRA al superboss Matteo Messina Denaro), abbandonato anche dal proprio Ordine professionale, eppure difeso dal G.O.I., erano subentrate considerazioni più tiepide circa il "semestre di amnistia", gli atti d'amore verso un Sud che ha respinto al mittente ogni messaggio di considerazione, persino la scellerata proposta di far rientrare Stefano Bisi nelle prerogative della futura Giunta... Tutte mosse balzane, che hanno avuto l'unico effetto pratico di smorzare l'ondata che si preparava a travolgere inesorabilmente l'ormai odiato "regime" del Vascello.


Il tutto condito dal "vedo non vedo", "dico non dico", proprio di una certa scelta comunicativa (piuttosto omertosa) che francamente non ci è piaciuta, e ha fatto perdere consensi alla lista taroniana.

Un altro esempio? Il grande tema del rispetto dell'art. 187 del Regolamento dell'Ordine, tema che non è stato mai affrontato da Taroni. Come mai? 

Ulteriore quesito: perché non è stata accettata la sfida dell'ex Gran Maestro Giuliano di Bernardo sul fronte della "questione morale"?

Con il Professore si è giocato di sponda. Ha fatto comodo il suo appoggio; derubricato a quello di un “normale cittadino”, allo stesso tempo si è avuta paura della sua visione “integrale” della Massoneria; un sistema nel quale l’eticità dei comportamenti non è mai soltanto dichiarata, ma posta come fondamento pratico.

Così si è arrivati all’assurdo che mentre Di Bernardo dichiarava, di fronte ad una platea potenziale di oltre 1.000.000 di italiani, durante il podcast “Muschio Selvaggio” condotto da Fedez e Davide Marra, che «Leo Taroni è l’unica speranza e Luce per la Massoneria italiana», lo stesso Taroni ne prendeva le distanze, consigliato male dall'agenzia pubblicitaria che ne ha curato l’immagine pubblica durante la campagna elettorale, tramite una Lettera scellerata, che neppure il mitico Tafazzi avrebbe potuto concepire.


In pratica, invece di ammettere che Di Bernardo sosteneva le stesse ragioni che non si aveva il coraggio di far proprie, almeno apertamente, temendo il fantomatico (e del tutto inesistente, alla prova dei fatti) “Comitato etico”, gli si sono rimproverare le posizioni del ’93.

Le stesse che, in modo clamoroso, hanno però decretato l’odierna sconfitta della lista n. 1. Cioè il proliferare delle logge e degli iscritti in Calabria: un numero che fa di questa Regione, da sola, l’ago della bilancia negli equilibri per l’elezione del Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia. Non è questo un vero e proprio sistema di potere, meticolosamente costruito e raffinato?


Il Comitato Elettorale Nazionale e la Gran Loggia di Rimini

Ulteriore incongruenza è parsa poi quella scaturita, da un lato nella presentata denuncia penale per associazione a delinquere nei confronti degli 8 membri di “maggioranza” del C.E.N. (che avrà tempi di definizione molto lunghi), dall’altro la decisione da parte di Taroni & soci di partecipare, senza protestare, alla prossima Gran Loggia di Rimini.

A molti taroniani, infatti, compresi quelli sardi, il boicottaggio della illegittima proclamazione di “Tonino Talloncino” (“nome iniziatico” di Antonio Seminario, attribuitogli dal Canale Telegram Libero Muratore Channel) era sembrato l'unico atteggiamento proficuo da tenersi. Anche in considerazione del fatto che un Gran Maestro proclamato da un 60/65% dei Maestri Venerabili aventi diritto sarebbe sembrato agli osservatori internazionali un princeps piuttosto debole, se non del tutto illegittimo viste le interpretazioni sui generis del C.E.N. in merito al principio dell’Ordinamento legislativo italiano sul favor voti.


Un boicottaggio da organizzarsi con l’aiuto di quella stampa nazionale che più si sta dimostrando sensibile a sottolineare i pasticci interni al Grande Oriente d’Italia.

A questo proposito noi di Giornalia dobbiamo riferire che le offerte di collaborazione a Taroni, arrivate dal Fatto Quotidiano e da L’Espresso, sono cadute nel vuoto. Questo per la paura che prese di posizioni reali, pubbliche, differenti dai meri manifesti interni editati ad uso e consumo del “popolo”, cioè degli affiliati, potessero portare a Tavole d’accusa con il solito addentellato dell’espulsione già scritta.

Anche tale scelta è parsa a taluni un clamoroso autogol, poiché se un aiuto può arrivare in questo momento, esso può essere solo dall’esterno


La Corte Centrale e... un rinvio alquanto sospetto 

La sensazione che qualcosa di strano stia per accadere è stata acuita dal rinvio, deciso venerdì scorso dalla Corte Centrale del G.O.I., dei ricorsi sull’esito elettorale presentati a distanza di un giorno l’uno dall’altro dalle liste n. 1 e 2.

In molti si sono chiesti che senso abbia avuto rimandare tali decisioni a dopo la Gran Loggia di Rimini e la conseguente proclamazione di “Tonino Talloncino” a Gran Maestro del G.O.I.

In realtà noi di Giornalia siamo venuti a conoscenza del fatto che tale rinvio è stato informalmente giustificato dalla Corte Centrale come atto a favorire un accordo tra le parti, in totale eccedenza rispetto al ruolo stabilito per essa dalla regolamentazione interna.

 

In questo modo sul piatto della bilancia è stato posto anche un altro “peso”, non da poco, vale a dire la decisione ultima circa la sorte dell’ex Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato Giampaolo Barbi e del gotha scozzese a lui fedele, tutti in aperto contrasto con il “regime” bisiano. Udienza rimandata al 19 aprile... quattro giorni dopo la definizione finale delle contese elettorali.


Inciucio?

Da un lato l'assoluta necessità di Bisi, Bellantoni (Ugo) e Seminario di certificare, a livello internazionale, una ricomposizione quanto mai giudicata opportuna dei contrasti, dall'altro la volontà di Taroni e dei suoi di evitare prevedibili espulsioni.

Come sarà possibile questa impossibile "alchimia" ce l'ha svelato un "fratello", che ha ricoperto incarichi di responsabilità nell'Istituzione: «Pare già di sentir risuonare nell'aria argomentazioni ben conosciute: “Cari Fratelli, la parola è stata ritrovata. Per il bene supremo dell'Ordine è stata raggiunta la sintesi, la pietra filosofale capace di guarirci da tutti i mali”...».

Un grembiule da Gran Maestro Onorario per Leo Taroni, l'immunità per i suoi stretti collaboratori e il via libera alle vendette nei confronti di coloro che nel territorio ci hanno creduto per davvero.

È per questo che Taroni non alza il tiro? La volontà di arrivare a giocarsi le ultime possibilità di restare nel G.O.I., arrivando perfino ad accettare quella stessa mentalità che aveva forse solo strumentalmente dichiarato di abiurare.

Naturalmente, noi di Giornalia ci auguriamo che questo scenario da incubo sia prontamente smentito dai fatti. Ma che qualcosa non vada per il verso giusto è palese. Ad esempio: perché Libero Muratore Channel, Canale Telegram di stretta derivazione taroniana, non ha riferito del rinvio della decisione della Corte Centrale su Barbi e gli alti Gradi scozzesi? Perché non ha approfondito le ragioni dell'assurdo rinvio al 15 aprile delle questioni elettorali (cioè dopo la proclamazione in Gran Loggia di Seminario)?

Perché, infine, sostiene l'entusiastica adesione ad una Gran Loggia segnata dalla vergogna?

Tutti interrogativi che, come i famosi nodi, prima o poi verranno al pettine.

Fonte: Fabrizio Silva
Autore: Fabrizio Silva ARTICOLO GRATUITO
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