A don Mario Cugusi l'augurio del sito di Giornalia
Amichevole partecipazione del sito di Giornalia e della sua redazione al generale sentimento di vicinanza a don Mario Cugusi
La partecipazione amichevole del sito di Giornalia al generale sentimento di vicinanza a don Mario Cugusi - indimenticato parroco di Sant'Eulalia a Cagliari - nella ricorrenza del cinquantesimo della sua ordinazione presbiterale, avvenuta nel suo paese natale di Siurgus Donigala il 25 luglio 1970, è implicita nella ospitalità offerta agli scritti di Gianfranco Murtas nei giorni scorsi ed anche oggi. Domani si concluderà la serie con il decimo intervento a sua firma.
Don Mario è stato qualcosa di più che il responsabile di una parrocchia; chi lo ha conosciuto e frequentato per lunghi anni ha visto in lui una specie di leader, di guida morale, un accompagnatore di persone nella loro vivida umanità, un accompagnatore direi di generazioni nel corso più o meno sereno, più o meno travagliato della loro vita: così i bambini e gli adolescenti che frequentavano la sua messa e le attività parrocchiali, sia quelle catechistiche che quelle oratoriali, così i giovani nel loro affaccio al mondo del lavoro e insieme a quello degli innamoramenti e anche dei piani familiari futuri, così gli adulti nel pieno della loro pratica lavorativa, chi quella privata domestica chi quella professionale, così gli anziani che in lui trovavano il rispetto e l'affetto spontaneo, la tenerezza anche per l'età avanzata, conquistata e combattuta. Così quei tanti che in Sant'Eulalia e nelle sue iniziative culturali - direi anche quelle del cineteatro - entravano lateralmente, per la condivisione degli spazi del "proprium" parrocchiale e religioso. Così infine - ma è un "infine" davvero molto relativo - quel gran numero di... precari esistenziali e materiali che in lui, anche nella sua borsa, e più nella sua persona, trovavano risposta al loro oggi affannato: italiani e stranieri, cagliaritani ed extracomunitari, bianchi e neri...
Sotto la sua presidenza parrocchiale la Marina è cambiata, si è trasformata: nelle sue dinamiche positive, tra tante altre purtroppo negative (come la diminuzione demografica, determinata dalla migrazione delle nuove famiglie verso i quartieri moderni della città), c'è stata sempre la presenza, ora discreta ora riconoscibile, di don Mario Cugusi: tanto più questo è stato nell'amalgama delle etnie che si è registrato con grande intensità nei lunghi e tumultuosi anni di passaggio di secolo: nell'ultimo decennio del Novecento, nel primo decennio del Duemila. Nel suo ruolo di parroco dell'antica comunità religiosa residente sulla mezza collina a un passo dal porto, ma anche come leader sociale capace di favorire le interlocuzioni più opportune dei nuovi arrivati con le autorità pubbliche e i loro uffici, don Mario Cugusi ha segnato nel bene e nel meglio la quotidianità di tanti.
La sua rimozione, dieci anni fa, ad iniziativa di un vescovo che taluno dice "poco amato" perché "poco amabile", ha privato la comunità della Marina di un fratello maggiore, di un padre, di un educatore, di un testimone delle migliori cause. É stato rilevato questo: che molti anni fa, forse sessanta o settanta, don Lorenzo Milani fu umiliato dal suo vescovo, che era anche cardinale, in quel di Firenze; oggi si ricorda l'episodio, ma nessuno ricorda il nome di quel vescovo, mentre quello di don Lorenzo è nella mente e nel cuore veramente di moltitudini, dentro e fuori la Chiesa, ed è onorato dal papa che alla sua tomba si è recato come in pellegrinaggio. Analogamente, nella nostra realtà locale, questo è avvenuto ed avverrà: la memoria del lavoro ordinario, passo dopo passo ma dentro un progetto e dentro un ideale, svolto da don Mario Cugusi nel quartiere della Marina di Cagliari resterà granitica, quella di chi lo ha offeso con le sue greche o i suoi strilli non rimarrà, evaporando come evaporato sarà il malessere a suo tempo determinato.
La nobile figura di don Marco Lai, parroco di Sant'Eulalia dal 2010, non c'entra nulla in tutto questo, naturalmente. Don Marco è uomo di generosità preziosa e di capacità solidale rarissima e costituisce una vera benedizione per la città, per la diocesi e non soltanto per il quartiere o la parrocchia affidata alle sue cure.
Abbiamo registrato dieci anni fa un cambio, un ideale passaggio di testimone fra due personalità - quella che bene conoscevamo e quella che abbiamo imparato a conoscere -, personalità che in quelle condizioni non avrebbero voluto coprire il ruolo da altri loro imposto. Ma l'abbraccio fra i due in municipio, in occasione della premiazione civica che i consiglieri comunali di Cagliari - su proposta di Guido Portoghese ed Enrico Lobina (ma anche nella latitanza ingiustificata del sindaco Zedda) - avevano formalizzato, presenti duecento persone, ha segnato di armonia, ha voluto segnare di armonia la transizione.
La realtà d'oggi è in campo Caritas oltreché di parrocchia per don Marco, in campo serdianese per don Mario. Un orgoglio per noi aver osservato, aver capito, aver potuto godere della grazia intellettuale, religiosa e solidale di entrambe queste personalità nel dispiego del loro lavoro.
Oggi il pensiero è però tutto per don Mario. Da via Sigismondo Arquer, da via Lepanto, da piazzetta Savoia, da via Baille, da via Napoli, da via Barcellona, da via dei Pisani, da via Collegio, da via Sardegna, da via Cavour, dal viale Regina Margherita, da via Torino, da via Manno, da via Principe Amedeo, da tutte le altre strade del quartiere della Marina, specialissimo da piazza Santo Sepolcro - dove tante fatiche si sono materializzate in opere che rimangono, l'augurio è fraterno, è filiale, è pieno di affetto da non trovare contenitore sufficiente.
P.S. Con quelli propri del sito, aggiungo i miei auguri personali e quelli della mia famiglia.
Andrea Giulio Pirastu
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