Asproni, ancora Asproni, sempre Asproni. Il gigante da esplorare. Se ne parla a Nuoro
Redazione
Proseguendo nell'opera di divulgazione del pensiero e della storia del mazzinianesimo che così intensamente era entrato nelle vene anche dei patrioti sardi fra risorgimento e secolo nuovo, l’AMI nuorese ha promosso per il prossimo mercoledì 18 dicembre (alle ore 18), presso l’auditorium della Biblioteca Sebastiano Satta del capoluogo barbaricino, una conferenza-dibattito sulla ricca personalità di Giorgio Asproni, uno fra i leader più autorevoli della trentennale opposizione parlamentare ai governi della destra storica, prima e dopo Cavour.
A presentare, e insieme storicizzare ed attualizzare, alcune delle migliori virtù (private – di onestà e cultura – ma soprattutto pubbliche, in quanto legislatore combattente) del Bittese, canonico-deputato nato giobertiano e maturato mazziniano radicandosi, con grande e riconosciuto prestigio, al centro della democrazia italiana impegnata nelle fatiche dell’indipendenza ed unità della nazione, saranno Annico Pau, già sindaco di Nuoro, e il professor Giuseppe Puligheddu, membro della commissione didattica nazionale dell’Istituto Parri, centro documentario e di studi sorto col preminente scopo di presentare alle scuole della Repubblica i valori della storia dell’antifascismo e della Repubblica nata dalla resistenza. Perché resta sempre pieno di contenuto lo slogan lanciato dall’indimenticato presidente Carlo Azeglio Ciampi – socio d’onore dell’Associazione Mazziniana Italiana – “Risorgimento-Resistenza-Costituzione”.
Se la provincia di Nuoro fu più delle altre due isolane – di Cagliari e di Sassari cioè – favorevole alla repubblica che non alla monarchia al referendum del 2 giugno 1946 (seppure l’opzione rimase comunque complessivamente minoritaria) si deve certamente alla semina che numerosi uomini espressi dal territorio nel postrisorgimento (e taluno fino nell’antifascismo) effettuarono con la parola e l’esempio di coscienze libere. Né fu soltanto Asproni il profeta… se si pensa a uomini e donne – chi della sua stessa generazione (ed anche oltre i Cottone e i Gallisai, ed oltre i Satta e i Dessanai e Rubeddu, i poeti in limba insomma, ecc.) chi della generazione immediatamente successiva – come gli oranesi Bardilio Delitala Satta, Pietro Paolo Siotto Elias e Marianna Bussalai, i nuoresi Giuseppe e Gonario Pinna e Pietro Mastino, Dino Giacobbe, Graziella Sechi e Mariangela Maccioni, il siniscolese Luigi Oggiano, il bittese Francesco Burrai, ecc. (E quanto sarebbe iniziativa valida e valorosa, direi necessaria, quella di realizzare un albo repubblicano delle Barbagie e della Baronia! Si vedrebbe chiaramente, allora, come l’orma asproniana avesse trovato repliche originali, ancora nella lotta alla dittatura e alla dinastia, anche in campo sardista, s’intende del sardismo vero e non di quello indipendentista e perfino cialtrone dei tempi recenti: e fra le eccellenze figurerebbe allora, certamente, anche il nome di Titino Melis che fu e si disse repubblicano già nella sua adolescenza, quando quindicenne raggiunse Cagliari per gli studi liceali).
Di certo sarebbe auspicabile che, tanto più nelle scuole – a cominciare dallo storico e celebrato liceo intitolato non a caso ad Asproni –, l’accosto alla figura del grande Bittese potesse diventare una via per entrare, da parte dei ragazzi, più e meglio nelle complessità di una storia che ha portato l’Italia a superare il suo secolare frazionamento in stati infeudati dalle grandi aristocrazie (e autocrazie) del continente middle-europeo ed a passare anche, sconfiggendo nel Novecento il duumvirato Duce-Savoia, al rango di una democrazia repubblicana moderna e laica.
E quale e quanto sia il bisogno di una conoscenza della storia patria costruita con ogni sacrificio dagli uomini della democrazia è palese a chiunque allo studio di quella storia abbia dedicato tutta una vita e la propria stessa militanza civile… Purtroppo è capitato negli ultimi anni che, con scellerata ignoranza e gratuita verve provocatoria, taluno abbia insistentemente insultato, dalla sua tana digitale e proprio nell’Isola, giusto i grandi protagonisti della nostra storia democratica nazionale fino a colpire i vertici attuali delle pubbliche istituzioni. E spiace dover ancora una volta lamentare che, nell’occasione, l’Associazione Mazziniana Italiana, sia nelle voci regionali che nella presidenza dell’avv. Finelli (successore di grandi intellettuali come Nello Meoni, Luigi Salvatorelli, Giuseppe Chiostergi e Giuseppe Tramarollo, per dire soltanto degli antichi), abbia taciuto, consentendo che, con Sergio Mattarella, fossero svillaneggiati da una truppa di imbecilli anche il grande Giovanni Bovio (che fu l’ideale continuatore di Asproni in Parlamento, dal 1876 e per un quarto di secolo, nonché speciale amico degli studenti antigovernativi isolani) e lo stesso Giuseppe Mazzini, l’apostolo che fu anche l’autore di pagine meravigliose dedicate alla Sardegna.
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