Cagliari: il collettivo più convincente della serie A
Il Cagliari dimostra a tutti cosa è capace di fare. Non è la contraddizione di una viola senza Ribery, ma è l’esibizione della magnificenza rossoblu.
Il Cagliari offre ancora una volta una prestazione emozionante e sontuosa contro la Fiorentina. Non è azzardato sostenere che, al momento, il Cagliari è la squadra che offre il miglior calcio e vince nel modo più convincente. Persino le prime due della classe offrono prestazioni calcistiche traballanti e vittorie di misura strappate dopo l’ottantesimo.
Dopo aver battuto l’Atalanta come mai nessuno in questo inizio di stagione, il Cagliari dimostra a tutti cosa è capace di fare. Non è la contraddizione di una viola senza Ribery, ma è l’esibizione della magnificenza rossoblu. Perché, non facciamoci ingannare, ieri la Fiorentina alla fine si è comportata da grande squadra, non si è umiliata e prostrata al nemico, ma ha dimostrato di voler lottare sino alla fine, pur sapendo di non poter nemmeno pareggiare e questo non può che renderle onore.
Il Ninja conferma di essere un fuoriclasse eccezionale all’interno di uno spogliatoio sereno, nonostante i gravi problemi familiari lo spessore umano e calcistico appare in campo in tutta la sua grandezza. E questo rende ancor più grande l’uomo del giocatore.
Ma questa squadra è un collettivo, è un Cagliari difficile da affrontare perché offre un gran lavoro di copertura sulla linea mediana di centrocampo, dove tutti fanno interdizione creando un ottimo filtro per la difesa. Una difesa che comunque intercetta e molto spesso annulla coloro che riescono ad oltrepassare la barriera di centrocampo. Compiuta la fase di interdizione il Cagliari è capace di rispondere e far male in modi diversi. Se l’anno scorso le fasce erano la zona di campo privilegiata per la fase offensiva preferendo i cross alle palle filtranti, quest’anno si è aggiunta la trequarti di campo. Le sovrapposizioni dei centrocampisti verso il centro dell’area di rigore aprono le difese, molto spesso impegnate nel limitare il movimento dei due attaccanti. Per gli avversari in campo è un Cagliari difficile da interpretare, la squadra è molto fluida e spesso raggiunge l’area di rigore con rapide verticalizzazioni e un fraseggio limitato quantitativamente, e per questo molto rapido, consentito anche dalla qualità dei giocatori in campo. In sintesi è una squadra complessa, alla quale far gol è difficile, come è ardua da fermare in fase offensiva. In questo momento è realmente la squadra che offre il miglior calcio e le migliori prestazioni della serie A, per costanza e qualità. Persino Juventus e Inter, attualmente, appaiono meno convincenti. La Roma perde contro il Parma, il Napoli è in una crisi dalla quale non vede, per ora, via d’uscita. Il Cagliari, invece, ha già mostrato le sue debolezze ad inizio campionato e le ha limate in poche partite, ora dimostra di star bene, tatticamente, mentalmente e fisicamente.
Ma cosa manca ancora a questa squadra? Ci sono ancora margini di miglioramento? È difficile parlare del futuro e leggermente più semplice discutere di ciò che è stato. Ma senza dubbio i due gol presi ieri contro la viola fanno pensare che questa squadra debba migliorare concentrazione e gioco anche a fine partita. Deve imparare ad essere una grande, a saper gestire il risultato mantenendo il possesso palla con fraseggi orizzontali che consentano di far rifiatare i giocatori e di limitare, se non annullare, il pressing avversario. Perché quando affronterà la Juventus e nuovamente l’Inter, il Cagliari dovrà mantenere alta la concentrazione per più di novanta minuti. Anche alla luce del fatto che le ultime nove partite della Juventus sono state vinte dopo l’ottantesimo. Il ritornello di Maran e giocatori di restare umili ha un solo significato, che non è certamente quello di doversi inchinare alla grande di turno, ma di essere consapevoli che tutte le partite potrebbero essere letali e che per vincerle bisognerà scendere in campo agguerriti e con la volontà di impiegare ogni mezzo alla perfezione. Lasciando stare la presunzione che ha giocato brutti scherzi nell’ultimo quarto d’ora contro la viola.
Questo è anche il più grande insegnamento che ci ha lasciato Davide Astori, l’umiltà, la consapevolezza dei propri mezzi e la volontà di migliorarsi.
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