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Casa Satta non può diventare un anonimo ufficio di informazioni turistiche. La protesta civile di Annico Pau, già sindaco di Nuoro e segretario regionale repubblicano

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Biblina, dolce figlia, figlia morta / Nel fior degli anni tuoi come in un sogno! / Vieni a cena: serbato ti ho una torta / Di uva passa e di poma di cotogno…

Zio Grillo nella vallata / ha smarrito di agresti / Pifferi tra la bruma. / Zio Grillo nella vallata… / Vedi? Il diavolo spiuma / Le colombe celesti, / E fa la nevicata.

… L’alba è vicina: accendi la tua face / Al primo raggio, o mio Vindice. Al piano / Vanno i rei mostri in guerra col mendace / Stuolo dei sogni: all’erta, o mio sovrano! / Sei fatto grande e fiero, ninnananna! / Son mille più di mille i tuoi compagni. / Allegri, cacciatori, ninnananna, / Che l’aria è corsa da continui lagni…

Io ti veda calar dal Gennargentu / Con un cavallo innanzi e l’altro dopo, / E baldo, con la tua pipa d’ottone!

Odi? Essi giungono, o Madre, o Patria! / Essi che cantano l’inno dell’avvenire. / Or tu lascia la crocea benda, che male avvolseti / Alfiero capo il torbido giorno delle ire; / Cingi la benda candida e affacciati / Alta, dei monti sul limitare / Tremolo d’elci nere, e ben volino / In alto gli animi e gli inni e i falchi ad augurare…


Alla forte personalità umana e poetica di Sebastiano Satta, Annico Pau – sindaco di Nuoro nei primi anni ’80 ed appassionato e competente ricercatore della storia culturale barbaricina – ha dedicato molto studio e anche molte pubblicazioni, e sui giornali e nell’editoria.

Da tempo ormai egli combatte – con la compagnia dei migliori che ancora non sono però la maggioranza – la battaglia perché la casa dell’autore dei Canti barbaricini non scada ad ufficio turistico ma le sia preservata la vocazione a centro di cultura. (E spiace assai che l’Amministrazione civica nuorese, peraltro retta da un esponente della democrazia che un tempo si sarebbe definita “civile”, riunendo in essa, per aggiunta, filoni ideali di diversa derivazione, non abbia finora mostrato adeguata attenzione alle voci critiche e propositive).

E’ almeno dallo scorso gennaio che l’on. Pau insiste e questo torna a suo onore. Ed anche nei giorni scorsi, con un articolo uscito sempre sulle pagine de La Nuova Sardegna – qui sotto riprodotto -, egli ha confermato chiara e netta, e argomentata, la proposta di destinare quell’immobile a sede culturale e bibliotecaria.




Diranno i posteri, nuoresi nativi e nuoresi elettivi, amici della Nuoro del Duemila ed ammiratori di quella che fu l’Atene sarda anche per merito di Sebastiano Satta, chi avrà avuto ragione fra Davide e Golia, il Davide della cultura o il Golia dell’amministrazione. Noi siamo con Davide.   



Un bene identitario da rispettare

di Annico Pau


Non c’è alcun dubbio che appare quasi banale affermare che bisogna decidere in fretta sulla utilizzazione della casa del poeta Sebastiano Satta. Non appare invece banale stabilire, con visione lungimirante, la sua destinazione. Sicuramente, ritenevo e ritengo, e non in solitudine, che alloccare, in quel luogo ricco di ricordi e di cultura per la città, un ufficio di informazioni turistiche e la sede di un assessorato, sia prima di tutto un modo per svilire la sacralità del luogo e nel contempo non tenere in alcuna considerazione la regola non scritta dell’istituto della continuità amministrativa.

Da oltre un cinquantennio, almeno a partire dal 1953, il Comune di Nùoro, attraverso i suoi amministratori, iniziò a ipotizzare l’acquisto dello stabile e valorizzarlo in collaborazione con la Biblioteca Satta, senza ulteriori oneri da parte dell’amministrazione civica. 

Dopo il sindaco Atzeni, con impegni di variabile intensità, altri amministratori quali Mulas, Zuddas e perché no anche il sottoscritto, perorarono la causa fino a quando, con la giunta Zidda e l’intervento determinante della Regione Sarda, si concretizzò un disegno a lungo vagheggiato di una crescita culturale della città e finalizzato a dare impulso a quel presidio avanzato che porta significativamente il nome del poeta.

Ancor di più, fra il 2007 e il 2008, fu affidato l’incarico per la redazione di un progetto ed il successivo piano di gestione per la partecipazione a bando Por Sardegna 2000/2006 a valere sui fondi della Misura 2.3 (Azioni di recupero, restauro, riqualificazione e rifunzionalizzazione di immobili storici per archivi e biblioteche e di immobili e spazi da utilizzare per attività culturali e di spettacolo). Successivamente, con alterne vicende, si diede luogo ai lavori di restauro e ristrutturazione funzionale e, ancora sindaco Bianchi, gli stessi furono ultimati con la specifica destinazione di “Biblioteca dei Fondi” come previsto dalla Misura POR 2.3, tanto e vero che, in questa prospettiva i fondi della “Satta” furono trasferiti dalla inadatta e umida “Piramide” nella nuova sede di Casa Satta.

Ora, senza valide giustificazioni e non ottemperando alle finalità dell’intervento, dare una diversa destinazione all’edificio la ritengo un’azione sbagliata sia per l’incongrua utilizzazione di un bene che fa parte della cultura e della memoria della città, e senza convincenti e solide motivazioni, banalizzare il luogo con un freddo ufficio pubblico senz’anima. 

E ancora, come si concilia l’attuale proposta di utilizzazione, con l’inserimento della dimora del poeta nel bando delle “Case storiche” da dare in concessione alle associazioni cittadine che ne avessero fatto richiesta. Il fatto necessità di un qualche chiarimento, ma si può con certezza affermare che la condotta amministrativa risulta quanto meno poco lineare, per non dire disordinata 

Al fine di chiudere onorevolmente la vicenda, mi permetto di invitare gli amministratori a riflettere e rivalutare l’intera questione trovando, da una parte soluzione al problema degli uffici assessoriali e informativi e dall’altra, in collaborazione con la Biblioteca Satta, dare corso alla tanto agognata fruizione da parte dei nuoresi di questo bene identitario.

Tutto ciò appare quanto mai attuale anche alla luce di quanto dichiarato dal commissario della Biblioteca Satta che si è dichiarato disponibile alla gestione della casa Satta e «…che destinarla alla biblioteca sia un passaggio sensato e che consentirebbe di fornire una serie di servizi che oggi non siamo in grado di fornire. – e ancora che - … deve rimanere un luogo simbolico che può ospitare memorie sattiane e nello stesso tempo essere un luogo per attività legate al programma di sviluppo del Consorzio in connessione con tutte le altre strutture».

Spero solo che, al di là della passione con cui ciascuno di noi affronta i problemi, si trovi una soluzione razionale per l’utilizzo di questo storico edificio, non solo perché fu la dimora del nostro massimo poeta sardo, ma anche perché si affaccia e fa tutt’uno con l’omonima piazza realizzata da Nivola come «vestibolo» che introduce direttamente nella casa e nel mondo sattiano.

Fonte: Annico Pau; redazionale GFM
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