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Franco Meloni

Chiesa e Cultura. Documentazione incontro presso la Facoltà Teologica della Sardegna, giovedì 24 ottobre 2004

Intervento di Franco Meloni, giornalista, dirigente del Meic e volontario alla Caritas di Cagliari

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ISAIA 21, 11-12

11 Oracolo contro Duma.

Mi si grida da Seir:

«Sentinella, a che punto è la notte?

Sentinella, a che punto è la notte?»

12 La sentinella risponde:

«Viene la mattina, e viene anche la notte.

Se volete interrogare, interrogate pure;

tornate un'altra volta».

————

La situazione complessiva del nostro Pianeta per guerre diffuse, crescenti povertà, disuguaglianze all'interno dell'umanità, condizione ambientale e climatica... è talmente disastrosa e priva di prospettive di miglioramento, che si è riproposta la  celebre frase di Martin Heidegger (1889-1976): «Ormai solo un Dio ci potrà salvare» . [1]

Heidegger non si riferiva direttamente alla guerra, piuttosto alle sue profonde ragioni, determinate dal sopravvento sull’umanità della tecnologia, che consente la costruzione delle armi di distruzione e di morte, così come degli strumenti che portano alla compromissione dell’eco-sistema planetario. Insieme, non dimentichiamolo mai, coesistono i tanti, quantitativamente e qualitativamente più numerosi, utilizzi virtuosi, che ci fanno godere degli avanzamenti della scienza e delle relative applicazioni tecnologiche, contribuendo al benessere dell’umanità. E’ evidente come si ponga anche qui da una parte il controllo etico della ricerca scientifica e delle eccezionali  (e di suggestiva vastità) applicazioni tecnologiche, dall’altra la questione della distribuzione dei relativi benefici: basti pensare – ed è solo un esempio – al “diritto alla sanità per tutte le persone”, largamente disatteso anche nei paesi cd sviluppati [2]. Ma, c’è il rovescio della medaglia: la scienza e la tecnologia utilizzate per  fini perversi.img_9232Commenta al riguardo il teologo Leonardo Boff [3]: prevale “una mentalità che si orienta attraverso lo sfruttamento, il calcolo, la meccanizzazione e la efficienza applicata a tutti gli ambiti, principalmente in relazione alla natura. Questo modo di comprendere è entrato in noi a tal punto che riteniamo la tecnologia come la panacea di tutti i nostri problemi. Inconsciamente ci definiamo contro la natura, che deve essere dominata e sfruttata. Noi stessi siamo diventati oggetto di scienza, destinati a essere manipolati compresi i nostri organi e perfino i nostri geni”.
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In argomento è pertinente anche il riferimento all’Intelligenza Artificiale e alla sua ambiguità nell’uso davvero sbalorditivo, fino ad essere inimmaginabile, che se ne potrà fare. E di cui sono in atto stupefacenti applicazioni . Al riguardo condividiamo in toto il pensiero di Papa Francesco: (…) «Serve l’etica» Restiamo umani e non deleghiamo il nostro futuro alle macchine. Per questo, di fronte alle sfide e ai pericoli dell’Intelligenza artificiale, serve una visione etica e il primato della buona e sana politica (14 giu 2024) [4] .

Anche qui, in tutta evidenza, è opportuno rimarcare quanto già sostenuto sull’utilizzo virtuoso della scienza/tecnologia.

Continua il teologo Boff: “Quello che Heidegger afferma viene pure gridato da notevoli pensatori, scienziati e ecologi. O cambiamo direzione oppure la nostra civiltà mette a rischio il suo futuro. Il nostro atteggiamento è di apertura a un avvento di Dio, quella energia poderosa e amorosa che sostiene ogni essere e l’intero universo. Lui ci potrà salvare (…). Siccome Dio secondo le scritture è «il supremo amante della vita» (Sapienza, 11,24) speriamo che non permetta una fine tragica per l’essere umano”.
Dal tempo di Heidegger la situazione del Pianeta è complessivamente decisamente peggiorata, per i danni provocati dalle guerre e per altre scelte umane contro l’ambiente. E l’appello a Dio del filosofo problematico (che si autodefiniva ateo di principio) non è stato per niente ascoltato. E, in fondo è giusto così: Dio ha già mandato il suo Figlio unigenito Gesù Cristo, che ci ha salvato e dato la chiave di soluzione per vivere – fin da subito – un Regno di pace, solo se noi lo vogliamo, ma purtroppo l’umanità continua a non ascoltare fino in fondo il suo messaggio d’amore e di pace. E non sarebbe pensabile un nuovo intervento risolutivo di Dio, se non, come proclama il Credo, nel giudizio finale.
img_9228Al riguardo il teologo Salvatore Loi [5] cita e commenta due frasi del Vangelo: una è di San Luca «ma il Figlio dell’uomo, alla sua venuta, troverà forse la Fede sulla terra?» (Lc. 18,8) e l’altra è di San Matteo «per il moltiplicarsi dell’iniquità si raffredderà la carità di molti» (Mt. 24,12). Dice Salvatore Loi: “A pensar bene sono due frasi drammatiche: sembra che Gesù veda con amarezza tempi in cui fede e amore entreranno in agonia. E l’agonia della fede e dell’amore coincide con l’agonia di Dio nel mondo, ma anche con l’agonia dell’uomo. Forse oggi essere uomini significa vivere accettando la terrificante condizione umana senza lasciarsene vincere. (…) La presenza di Dio: ora consolante e ora sconvolgente, però tale che non ci toglierà la fatica di essere uomini. Ci darà solo il coraggio di esserlo fino in fondo, se noi vorremo”.
img_9231Raniero La Valle, in una recente riflessione [6] riprende la frase di Heidegger: “un’ipotesi temeraria, non “politicamente corretta”, in quanto proferita nel cuore di una modernità fondata sull’ipotesi opposta, che “Dio non ci sia e non si occupi dell’umanità”; (…) di questa ipotesi la modernità ha fatto un assoluto e su questo presupposto ha fondato tutta la sua identità, la sua feconda laicità e il dogma del secolarismo, escludendo come dismessa e infantile l’ipotesi opposta. Ma oggi, di fronte alla guerra perpetua e alla minaccia della fine non è forse venuto il momento di rimettere in questione questo assunto, e chiederci se l’ipotesi esclusa della presenza amorevole di Dio nella storia non debba avere la stessa legittimità di quella assunta per vera?”.

Ecco il punto, ne deduciamo che non dobbiamo invocare Dio perché ci risolva i problemi, ma perché ci dia la forza di affrontarli e possibilmente risolverli.

Scrive Raniero La Valle (Roma, 22 febbraio 1931): “Ciò non vuol dire invocare un miracolo, un intervento straordinario da parte di Dio, abbandonarsi a una trascendenza che non possiamo controllare, ma vuol dire sapere come in rapporto con questo Dio gli uomini possano cambiare, possano convertirsi, possano abbandonare i loro propositi di guerra di sterminio e di odio; e questo è possibile perfino se non credono in Dio e se non sanno nulla della grazia, perché come dice papa Francesco con un neologismo spagnolo, Dio “primerea”, cioè arriva col suo amore prima ancora dell’invocazione o del peccato dell’uomo (…) Se rimettiamo in gioco l’ipotesi esclusa, forse possiamo chiedere a noi stessi e agli altri che sono con noi in questa vita, di rimettere in discussione le loro scelte, le loro guerre, la loro idea del Nemico, e dar mano a costruire una società diversa, un mondo diverso, un mondo che non finisca”.

La guerra è un prodotto umano, così come la pace. Non dimentichiamolo.
Pertanto non dobbiamo demordere nonostante tutto, condividendo il motto di San Paolo, «spes contra spem» (Rm. 4,18): «la speranza contro ogni speranza, essere speranza per dare speranza».

img_8882Tutto ciò ci appare perfettamente coerente con le considerazioni e le proposte di Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo 2025, non a caso intitolato «Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5) [7]: “8. Il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra. Immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza. Cosa manca ancora a questi popoli che già non abbiano subito? Com’è possibile che il loro grido disperato di aiuto non spinga i responsabili delle Nazioni a voler porre fine ai troppi conflitti regionali, consapevoli delle conseguenze che ne possono derivare a livello mondiale? È troppo sognare che le armi tacciano e smettano di portare distruzione e morte? Il Giubileo ricordi che quanti si fanno «operatori di pace saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). L’esigenza della pace interpella tutti e impone di perseguire progetti concreti. Non venga a mancare l’impegno della diplomazia per costruire con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura” [7].

In conclusione: tantissime sono le tematiche su cui lavorare, sviluppando un impegno comune senza distinzione tra credenti e non credenti. La PACE tra tutte deve avere un posto particolare, una priorità. 

Urge intervenire, per quanto poco possiamo fare, è necessario farlo. Per fortuna non iniziamo da zero. Abbiamo grandi maestri che ci indicano concreatamete la strada da percorrere. Tra i molti ricordiamo Giorgio La Pira e Gino Strada.

E, come sempre, ci soccorre il nostro amico e guida papa Francesco: ogni giorno ne inventa una! L'ultima è di oggi [24 ottobre 2024]: la sua quarta enciclica Dilexit nos.

Dilexit nos, la nuova enciclica di papa Francesco: il Cuore di Cristo per cambiare il mondo

NOTE

[1] «Ormai solo un Dio ci potrà salvare» («Nur noch ein Gott kann uns retten»): c osì Martin Heidegger (1889-1976), uno dei più profondi filosofi tedeschi del secolo XX in un’intervista concessa al settimanale Der Spiegel il 23 settembre 1966, ma resa nota soltanto il 31 maggio 1976, una settimana dopo la sua morte.

[2] Dall’Agenda Onu 2030 sullo Sviluppo sostenibile: “Ogni individuo ha il diritto di accedere ai servizi sanitari e sociali che il suo stato di salute e benessere bio-psico-sociale richiede nel rispetto e in armonia dell’ambiente in cui abita e di una sostenibilità ambientale essenziale per favorire una piena ed equa inclusione”. Quanta enorme differenza tra gli enunciati e la realtà di grandi iniquità nel Pianeta!

[3] Leonardo Boff al secolo Genésio Darci Boff (Concórdia, 14 dicembre 1938), è un teologo e scrittore, già frate minore e presbitero, brasiliano. È uno dei più importanti esponenti della Teologia della Liberazione. Così commenta il celebre detto di Martin Heidegger: https://leonardoboff.org/2013/05/24/solo-un-dio-puo-salvarci/

[4] Papa Francesco ha in più occasioni trattato il tema dell’Intelligenza Artificiale. Si cita il suo Messaggio per la 58ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali e il suo discorso al Summit G7, tenutosi a Borgo Egnazia, nel comune di Fasano in Puglia, dal 13 al 15 giugno 2024 (https://inno3.it/2024/06/17/summit-g7-papa-francesco-discorso-intelligenza-artificiale/#:~:text=%E2%80%9CNon%20possiamo%20permettere%20a%20uno,proprio%20contro%20la%20sua%20espansione%E2%80%9D), del quale pubblichiamo alcuni passi: «La Sacra Scrittura attesta che Dio ha donato agli uomini il suo Spirito affinché abbiano “saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro” ( Es 35,31)» [...]. La scienza e la tecnologia sono dunque prodotti straordinari del potenziale creativo di noi esseri umani [...]. Ebbene, è proprio dall’utilizzo di questo potenziale creativo che Dio ci ha donato che viene alla luce l’intelligenza artificiale.2 Quest’ultima, come è noto, è uno strumento estremamente potente, impiegato in tantissime aree dell’agire umano: dalla medicina al mondo del lavoro, dalla cultura all’ambito della comunicazione, dall’educazione alla politica. Ed è ora lecito ipotizzare che il suo uso influenzerà sempre di più il nostro modo di vivere, le nostre relazioni sociali e nel futuro persino la maniera in cui concepiamo la nostra identità di esseri umani [...]. Il tema dell’intelligenza artificiale è, tuttavia, spesso percepito come ambivalente: da un lato, entusiasma per le possibilità che offre, dall’altro genera timore per le conseguenze che lascia presagire. A questo proposito si può dire che tutti noi siamo, anche se in misura diversa, attraversati da due emozioni: siamo entusiasti, quando immaginiamo i progressi che dall’intelligenza artificiale possono derivare, ma, al tempo stesso, siamo impauriti quando constatiamo i pericoli inerenti al suo uso [...].
MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ PAPA FRANCESCO PER LA LVIII GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALIhttps://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/communications/documents/20240124-messaggio-comunicazioni-sociali.html

[5] Salvatore Loi (1943-2018), già presbitero della Chiesa di Cagliari. La fatica e il coraggio di essere uomini, di Salvatore Loi, Guamaggiore 1971, su Aladinpensiero News: https://www.aladinpensiero.it/?p=77938

[6] Raniero La Valle, su “Chiesadituttichiesadeipoveri”, News n. 348 dell’11 ottobre 2024, ripreso su Aladinpensiero News: https://www.aladinpensiero.it/?p=158152.

[7] La bolla papale di indizione del Giubileo 2025 «Spes non confundit» è scaricabile integrale nel sito della Santa Sede: https://www.vatican.va/content/francesco/it/bulls/documents/20240509_spes-non-confundit_bolla-giubileo2025.html. Qui riportiamo il punto 8 che si occupa precipuamente della pace nel mondo.

[8] Dilexit nos, la nuova enciclica di papa Francesco: il Cuore di Cristo per cambiare il mondo 

LETTERA ENCICLICA: DILEXIT NOSDEL SANTO PADREFRANCESCOSULL’AMORE UMANO E DIVINODEL CUORE DI GESÙ CRISTO




Autore: Franco Meloni ARTICOLO GRATUITO
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Franco Meloni

06 Nov 2024

La registrazione audio-video dell’incontro dibattito del 24 ottobre 2024, sul sito YouTube della Facoltà Teologica della Sardegna: https://youtu.be/XDWIjZuBVm4?si=mdZnBsefyvyontjM


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