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Franco Meloni

Coronavirus. La povertà aumenterà. Il reddito di cittadinanza incondizionato e di base: una necessità? Il messaggio di Papa Francesco.

Coronavirus. Tutto dovrà cambiare? Ma i costi non saranno equamente distribuiti. Cosa fare per contrastare l’aumento della povertà. Papa Francesco propone una retribuzione universale di base.

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di Franco Meloni*

Viviamo tutti uno stato di angoscia per questo terribile nemico invisibile, il Covid-19. In Italia e in tutto il mondo, ha infettato una quantità spaventosa di individui, provocando innumerevoli vittime, soprattutto tra le persone più fragili: quelle anziane e già interessate da altre patologie fino ad ora curabili o comunque controllabili. Dei contagiati non diamo i numeri, anche perché ci sono inflitti in continuazione dai media. Ai morti pensiamo con infinita tristezza affidandoci al ricordo, quando consolatorio, e alla speranza della fede. Guardiamo ora con prudente ottimismo al trend di contagiati e di decessi, dappertutto in netta diminuzione e alla crescita dei guariti, in tutto il mondo, in misura differenziata da paese a paese. Gioiamo che il virus oggi venga combattuto e vinto da farmaci e terapie efficaci. E poi la bella notizia: si avvicina il tempo della scoperta di un vaccino che possa prevenire l’infezione, considerato che diversi team scientifici internazionali (anche con collaborazioni delle Università italiane e sarde) sono già arrivati a risultati affidabili, con l’avvio delle fasi di sperimentazione. Speriamo che ciò accada presto, prima che il virus aggredisca zone del pianeta con sistemi sanitari gracili e inadeguati, con esiti catastrofici. Non sappiamo quando la pandemia sarà debellata. Sappiamo che per lungo tempo dovremo conviverci e che dopo, ma a cominciare da adesso, niente sarà come prima. Ciò non vuol dire che tutto sarà meglio di prima, anzi! A pagare il prezzo di questa situazione sono e saranno centinaia di milioni di persone, molte delle quali già segnate da disuguaglianze e povertà. Sappiamo con sicurezza che cresceranno vertiginosamente i poveri. La loro grande numerosità prima della crisi del coronavirus verrà paurosamente incrementata dal passaggio di interi ceti sociali da condizioni di benessere alla povertà relativa e finanche assoluta. Fasce consistenti di popolazione si trovano già oggi senza le risorse minime per vivere. Ad esse ha rivolto il suo pensiero Papa Francesco, nel messaggio pasquale ai movimenti e alle organizzazioni popolari (1), facendo un elenco delle diverse categorie interessate: “venditori ambulanti, raccoglitori, giostrai, piccoli contadini, muratori, sarti, quanti svolgono diversi compiti assistenziali, lavoratori precari, indipendenti, del settore informale o dell’economia popolare…”. Tutti coloro insomma che non godono di un reddito stabile per resistere a questo momento e affrontare il futuro. Il Papa avanza una proposta inedita: “Forse è giunto il momento di pensare a una forma di retribuzione universale di base che riconosca e dia dignità… un salario che sia in grado di garantire e realizzare quello slogan così umano e cristiano: nessun lavoratore senza diritti”.Non sembri senza conseguenze questa posizione del Papa, stante il fatto che per affrontare l’emergenza e oltre, i governi di molti stati, di tutti i colori politici, hanno introdotto nei rispettivi ordinamenti forme di “reddito di cittadinanza”. Tuttavia nessuna delle soluzioni adottate si avvicina a quella pensata dai grandi economisti sensibili al sociale, da John Mainard Keynes e James Meade in poi (2), cioè di un “reddito di cittadinanza incondizionato e universale” da distribuirsi a tutti i cittadini a far data dalla maggiore età di ciascuno, senza condizionamento alcuno. La ragione fondamentale è che rimane irrisolta la questione del suo finanziamento: con la fiscalità generale da una parte e con la ristrutturazione dell’welfare state dall’altra? Il dibattito è aperto da tempo e oggi viene rilanciato dal coronavirus. In Italia, una forma di reddito (e pensione) di cittadinanza è stata istituita nel 2019 (fino a 780 euro a persona), inglobando dal 2020 il preesistente reddito di inclusione sociale. Inoltre di recente, come misura temporanea è stato introdotto il “reddito di emergenza”, consistente in due mensilità (da 400 fino a 840 euro ciascuna), destinato a soccorrere le persone rimaste senza sostentamento nella fase di chiusura (lockdown) per contrastare l’epidemia. Sono interventi risolutivi? Sicuramente no. E si prestano a consistenti critiche: basti pensare alla pretesa, sbagliata, di concepire queste misure come politiche attive del lavoro, che sono altra cosa. Non è casuale che il reddito di cittadinanza esistente mentre va incontro e spesso risolve le situazioni di indigenza, a poco è servito per creare nuova occupazione o difendere quella esistente. Obbiettivi che, invece, oggi si possono e si devono realizzare con interventi massicci dello Stato nell’economia, soprattutto attraverso investimenti nella sanità pubblica (prima condizione rispetto a tutto il resto) nelle infrastrutture, nell’innovazione, nell’istruzione e così via. Riguardo all’argomento centrale di questo articolo, il reddito di cittadinanza, la conclusione è che va difeso e rafforzato, ampliando la platea dei beneficiari e semplificando le procedure burocratiche di accesso, che allo stato ne limitano il funzionamento. Proiettandoci verso un futuro possibile, certo è che della necessaria riforma dello Stato sociale, l’introduzione del reddito di cittadinanza incondizionato e universale deve essere un pilastro fondamentale. Per ora possiamo e dobbiamo solo studiare, approfondire e sperimentare, senza preclusione alcuna.

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(1) Città del Vaticano, 12 aprile 2020, Domenica di Pasqua (rif.: http://www.aladinpensiero.it/?p=106628).

(2) Evidentemente non tutto è semplice, anzi. Di questa questione scrive il prof. Gianfranco Sabattini, economista cagliaritano, che l’ha approfondita nei suoi studi accademici, in un articolo, che ha il merito di porgere in sintesi concetti elaborati da illustri studiosi – tra i quali il grande economista John Mainard Keynes e il premio Nobel all’Economia 1977 James Meade – tratti da una copiosa letteratura economica che si misura con l’attualità politica. L’articolo è apparso su tre riviste online (Aladinpensiero, il Manifesto sardo e Democraziaoggi). Ecco il link su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=107059 .

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* L'articolo è stato pubblicato anche sul periodico della Diocesi di Ales-Terraba Nuovo-Cammino

Fonte: Aladinpensiero online, Nuovo Cammino
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