Coronavirus, nuova stretta di Conte. Chiuse fino al 3 aprile le aziende non strategiche. Aperti alimentari e farmacie.
Il premier: "È la sfida più difficile dal dopoguerra. Uniti ce la faremo"
Il presidente del Consiglio parla su Facebook dopo una giornata segnata da dati drammatici sul piano dei contagi e dei morti. Annuncia le nuove misure ma assicura: "Saranno garantiti i trasporti, i servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari. Invito tutti a mantenere la calma e a evitare accaparramenti". Aperti tabaccai ed edicole
Parla al termine di una giornata drammatica, Giuseppe Conte. Dopo nuovi dati negativi sui contagi e sui decessi. E dopo un pressing arrivato da Regioni, sindacati e dall'opposizione per una ulteriore stretta del governo. Lo fa, su Facebook dopo le 23, per annunciare nuove misure contro il coronavirus che dureranno dal 23 marzo fino al 3 aprile. "Questa è la sfida più difficile dal dopoguerra", premette. E poi annuncia: "Chiuderemo tutte le attività produttive non cruciali. Ma resteranno aperti supermercati, alimentari, farmacie e parafarmacie. Saranno garantiti i servizi essenziali: bancari, postali, assicurativi, finanziari e i trasporti".
Coronavirus, attività aperte e chiuse: ecco le nuove misure
Poi raccomanda: "Invito tutti a mantenere la calma, no ad accaparramenti. Rallentiamo il motore produttivo del Paese ma non lo fermiamo. Lo Stato c'è, lo Stato è qui". E ancora: "Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte come una catena a protezione del bene più importante, la vita. Se dovesse cedere un solo anello di questa catena saremmo esposti a pericoli più grandi, per tutti". E conclude: "Uniti ce la faremo".
Duri i commenti delle opposizioni. Matteo Salvini, che nel pomeriggio aveva rivolto un appello al presidente della Repubblica con cinque richieste, commenta: "Finalmente, dopo troppi giorni persi, ci hanno ascoltato sulla chiusura delle fabbriche!". E Giorgia Meloni: La politica dei piccoli passi applicata alla pandemia coronavirus".
Il vicesegretario Pd, Andrea Orlando, ringrazia i lavoratori che "garantiranno i servizi essenziali a partire da quelli sanitari. È il momento dell'unità", dice. E Luigi Di Maio: "Misure necessarie. Dimostriamo al maledetto virus che lo sconfiggiamo".
Prima del discorso, Conte aveva incontrato le forze sociali (sindacati e piccole imprese avevano chiesto lo stop di tutte le attività industriali non strategiche, più perplessa invece Confindustria). Poi aveva visto i capi delle delegazioni dei partiti al governo. Quindi l'accelerazione con la scelta di annunciare le nuove misure alla nazione.
Ma, ad imprimere questa svolta, sono state soprattutto le scelte delle regioni. Qualche ora prima del discorso di Conte, i governatori della Lombardia e del Piemonte avevano firmato ordinanze per una stretta. Nel caso della Lombardia chiusi uffici pubblici, studi professionali, cantieri, attività all'aperto. Il presidente del Piemonte, Cirio, ha detto: "Chiudiamo tutto quello che è possibile chiudere con i poteri delle regioni". Alla fine Conte ha ceduto. Al dramma dei dati e alle pressioni dei territori.
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