Dal vino guasto della cantina Kilwinning 1485: il dramma di Bergamo e il PruritoAnis. Il consenso divertito dell’associazione imbecilli
di Gianfranco Murtas
Bastano le immagini. Parruccato o imberrettato adesso non è il busto storico di Giovanni Bovio, già prigioniero dei fascisti dal 1925, dimenticato e salvato dai repubblicani lamalfiani nel 1970, da me portato a palazzo Sanjust (dopo che a via Zagabria) nel 2008. Non quello di Bovio, ma quello stesso di Giuseppe Mazzini che il Gran Maestro onorario Bruno Fadda donò alla casa massonica di Cagliari in una solenne e toccante giornata dedicata alla memoria di Lando Conti, presente il Gran Maestro Gustavo Raffi e, con lui, Lorenzo Conti, il figlio dell’ex sindaco di Firenze, e Fratello massone, assassinato dalle Brigate Rosse.
Era stata la dottoressa Silvia, figlia di Fadda, già Maestro Venerabile e savio “educatore” della loggia intitolata, a Cagliari, appunto a Lando Conti, a donare al padre il monumento opera dello scultore albanese Quezim Kertusha. Il Gran Maestro onorario lo aveva, a sua volta, donato alla casa massonica di palazzo Sanjust. L’episodio è di sabato 10 marzo 2007. Al termine della “giornata mazziniana” alla quale avevano dato voce, con il presidente del Collegio circoscrizionale Andrea Allieri e il nuovo Venerabile Lello Sechi, lo storico Cosimo Ceccuti – presidente della Fondazione Spadolini-Nuova Antologia –, il presidente della sezione cagliaritana dell’Associazione Mazziniana Giangiorgio Saba, i saggisti e giornalisti Marcello Tuveri e Vindice Ribichesu.
Bruno Fadda e Gustavo Raffi avevano insieme, allora, nel momento scoprimento di quel manufatto d’arte, intonato il Canto degli Italiani di Goffredo Mameli. L’assemblea dei presenti s’era unita ai Grandi Dignitari. Grandi Dignitari per davvero.
Tredici anni dopo – il 3 marzo 2020, quando già s’annunciava il lockdown generalizzato - anche Mazzini finì sbertucciato da un’accolta di imbecilli senza testa, barbari entrati da sottoterra nella storia di palazzo Sanjust. Sì, tredici anni dopo anche Mazzini finì a far da spalla al più inimmaginabile degli avventori d’un luogo santo per vocazione civile trasformato giorno dopo giorno in una taverna d’alterati: a far da spalla in una oscena rappresentazione “parlata” che temporalmente avrebbe incluso i morti di Bergamo ed a sfida palese di quei pochi che, accortisi di comportamenti tanto impropri, si preparavano a scrivere al Gran Maestro successore di Gustavo Raffi, che avrebbe cestinato la carta fra la cartaccia.
Fonte fotografie: Repubblica.it
Al Gran Maestro, datata 21 maggio 2020, ore 10.43.54…
Oggi il nostro senso dell'onore ci impone di segnalarTi, con tutte le nostre forze, vari accadimenti che ci stanno facendo abbassare gli occhi per la vergogna, come uomini e come Fratelli del GOI. […].
Ma in questi ultimi tempi, ancor prima della Tua Lettera in merito alle raccomandazioni di comportamento dei Fratelli sui social, un'altra Officina di rito emulation di Cagliari […] ci fa grandissimo dispiacere, annoverando tra le sue fila, addirittura in qualità di M.∙.V.∙., tale […], dichiarato eversivo, razzista e misogino. Il quale dà sfogo alle proprie bassezze morali pubblicando da tempo, con impudenza, post deliranti su Facebook che mettono pubblicamente alla berlina l'intero GOI.
In questi post fotografici si evince un agire offensivo nei confronti di chiunque: Alte Cariche dello Stato, Fratelli di altra ritualità, altrui sentimenti religiosi, donne, Dio stesso […] conditi da frasi denigratorie e volgari. Per di più con la Tua immagine di Gran Maestro sullo sfondo della Casa Massonica cagliaritana, al massimo della scelleratezza, dello spregio e del delirio d'onnipotenza!
Non è più accettabile.
Ed appare ancor meno accettabile che chi, cinto dal Grembiule Verde (o che si appresta a vestirlo), non si preoccupi di eliminare queste storture dall'Ordine, ma anzi, per chissà quale opportunismo (voti?), tace consenziente.
Poco importa che vi sia, tra questi che potrebbero intervenire, chi reputiamo per certo un bravo ed onorabile Fratello, essi sbagliano! Poiché consentono ad alcuni deviati di far vergognare altri, come noi, interessati all'esclusivo bene dell'Ordine.
Al colmo dell'indecenza, questo […] è stato eletto Presidente del Consiglio dei M.∙.V.∙. di Cagliari con pressioni, di cui siamo testimoni, da parte di Fratelli del Collegio!!!
Sappiamo bene come tale incarico sia pressoché simbolico, tuttavia questo non poteva essere motivo per eleggere un simile indegno. Per di più soltanto a ragione del fatto che egli, non avendo null'altro da fare nella vita che bighellonare in Casa Massonica, si ritrovasse sempre lì, cioè tra i piedi del legittimo Maestro di Casa […].
… a firma “Un Gruppo di Fratelli M.∙.M.∙. di Cagliari” (per nulla anonimi a volerli incontrare e sentire)
Giudica tu stesso: in allegato ti trasmettiamo copia dei post che questi soggetti pubblicano ogni giorno su Facebook facendoci vergognare e coinvolgendoci, nostro malgrado, in argomenti poco consoni alla nostra Massoneria: razzismo, vilipendio, arroganza, velato fascismo, misoginia, mobbing e ricatti a Fratelli che non vogliamo identificarTi per loro esclusivo riserbo.
Abbiamo anche raccolto alcune lamentele da parte di Fratelli M.∙.M.∙. delle Officine di Cagliari, tra cui alcuni Fratelli musulmani ed ebrei che si sono sentiti offesi da altre uscite poco eleganti, segnalate ad alcuni Ispettori della Circoscrizione e membri deI Collegio, ai quali pare sia stato, però, una volta di più, imposto il silenzio.
Siamo molto dispiaciuti di questa Lettera, lo ribadiamo, e tuttavia la giudichiamo legittima e doverosa. Ci rivolgiamo a Te in maniera diretta perché purtroppo, qua a Cagliari, non si prendono i provvedimenti che dovrebbero prendersi al fine di far cessare definitivamente questo scempio.
Vino e vino, sempre vino, sempre guasto
In basso il logo del vermouth rosso al posto del libro sacro. Un capolavoro anch’esso d’intelligenza muratoria in questi tempi rovesciati. La platea di Barabba lo chiama, non a caso… spirito, spirito burlesco.
Forse mi arriverà fra breve una istantanea in cui è il Gran Maestro Corona il personaggio comparsato. Oggi è Mazzini, nientemeno che Mazzini, chiamato a ruolo di spalla, come Bovio prima, e con Bovio in una scena idiota anche un consigliere dell’Ordine – buffone di scena – eletto (eletto?) nella circoscrizione che fu di Armando Corona, Mario Giglio e Paolo Carleo, di Tancredi Pilato e Beppe Loi Puddu, di Vincenzo e Giuseppe Delitala, di cento galantuomini che gli ultimi manovali senza testa chiamati a raccolta hanno definito zavorra: zavorra Bussalai e Grassi, zavorra Mancini e Salvago, zavorra Chicco Ganga e i fratelli Cusino, Porcu e Zirone, Rodriguez e Spissu, Loi e Solinas, Tuveri e Mascia, Puddu e Ciusa, Cornaro e Giardina, Cherchi e Piero Zedda con Lidia Congiu e Ghigo Galardi con Lia Rapezzi, Lecca ed Orrù e Ferrara, Atzeni e Ribichesu, Campus e Durzu, Virgilio Lai e Aldo Fossataro, Emilio Fadda ed Angioi, Casini ed Ambrosio e quanti, quanti, quanti altri ancora, gli altri elencati «Napoleoni»: Alberto Silicani, Annibale Rovasio e Ovidio Addis, anche Vincenzo Racugno e Bruno Fadda… più altri cento, cinquecento altri ancora giustinianei di Sassari e di Nuoro, di Oristano e di Carbonia, di Alghero, di Gallura e d’Ogliastra, sì tutti uomini della zavorra, e invece per me amici luminosi. Lo ripeto, lo ripeterò.
La Massoneria giustinianea non è di proprietà dei Grandi Dignitari, meno che meno di quelli di cartone; non lo è neppure dei massoni. Essa appartiene alla storia d’Italia, come corporazione umanitaria e civile essa è patrimonio della nazione. Se non si partirà da questa consapevolezza non vi sarà futuro ma essa annegherà nella società liquida disvaloriale e senza memoria della quale avvertiamo i pantani in moltiplicazione.
Se Alberto Silicani s’era trovato a dover marcare, nel 1944, casella dopo casella, in quel libro-matricola impostato mezzo secolo prima e di più ancora, le sue condanne – “fascista”, “traditore” –, forse a questa stessa incombenza si troverà costretto un Segretario del futuro: perché purtroppo è voce pubblica, a Cagliari, che le logge si stiano riempiendo di anime che carezzano la destra, anime ignoranti che considerano la storia una “lezione pesante da saltare”, come in prima media, e dunque l’esilio ventennale del Grande Oriente d’Italia in Francia, e la sospensione delle attività di tutte le logge per volontà di dittatura, e il confino di cinque anni di Domizio Torrigiani, e l’assassinio di Giovanni Becciolini, e le biblioteche bruciate… tutte soltanto “questioni del passato”. Sicché con il loro armamentario qualunquista e la rozzezza della parola e prima ancora del pensiero hanno piantato le loro tende nella inconsapevolezza, evidentemente, dei più. Non di tutti, ma ahimè dei più. Attenti. Attenti. Attenti cento volte.
Da democratico, mazziniano e azionista che ama la Libera Muratoria con le sue idealità tolleranti ed ecumeniche e stima il Grande Oriente d’Italia come testimone prezioso e protagonista virtuoso di tante lotte di libertà, avverto – senza bisogno di dover chiedere il permesso ad alcuno – che la mutazione di natura sta avvenendo sottotraccia ed è perniciosa.
Da Maestri di cartone come quelli che si affollano a digitare il loro “like” alle scemenze dell’imbecille numero uno (e dei sodali di questi) potrebbe mai venire una qualche sensata docenza ai ragazzi dell’Ordine de Molay? Ma pure le firme sono là, e parlano. Così come altre sono in accompagno dell’enorme dito medio rivolto a chi se ne senta meritevole, ed io mi metto in prima fila a riceverlo come una commenda.
Nathan dove sei? e Ferrari? e Guido Laj? e Armando Corona? e Virgilio Gaito? e Gustavo Raffi? dove siete, dove siete?!
16 Set 2021
Gustavo Raffi, Claudio Bonvecchio, dove siete?! Salvateci se potete da questa cialtroneria che ha sostituito la Massoneria! Art. 29 Costituzione, Art. 32 lett. i, questi i capi di imputazione se ci fosse un Oratore collegiale. Già, se solo ci fosse un vero Oratore collegiale...
20 Set 2021
"Già, se solo ci fosse un vero Oratore collegiale... " cari anonimi (sicuri?), sareste già sotto processo in un'aula del Tribunale Ordinario. Anche Daniela manda saluti (e foto).
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