Doppio “pasticcio” a Palazzo Racugno: l’Inquisizione “senese” a Nuoro, poi il Presidente “profano” del Tribunale massonico regionale… Due risate in spiaggia, sotto l’ombrellone
Redazionale
Il Grande Oriente d'Italia, Circoscrizione Sardegna, anche quest'estate non ha voluto lasciare a bocca asciutta i suoi tanti estimatori, i quali – soprattutto nel periodo estivo – amano appassionarsi, tra un "cocco bello" e una granita in spiaggia, alle strabilianti vicende massoniche isolane. Quindi, come in un feuilleton, eccoci di nuovo a raccontarvi dell'eterna lotta tra "buoni" e "cattivi" (se così si può dire) all'ombra di squadra e compasso targati... "Quattro Mori"!
Per capire l'intera vicenda dobbiamo tornare al 22 aprile scorso, quando il Primo Sorvegliante della Loggia Giuseppe Garibaldi n. 731 all'Oriente di Nuoro pubblicava, sulla chat whatsapp (non ufficiale) interna alla propria Officina, un estratto da un articolo dell'ex Gran Maestro del GOI Giuliano Di Bernardo, circa il penoso stato attuale della Massoneria italiana.
Visti i rapporti non proprio amicali tra Grande Oriente d'Italia e Di Bernardo, rapporti attualmente al centro di una causa civile presso il Tribunale di Roma (chiamato a stabilire la veridicità storica, o meno, delle tante dichiarazioni rilasciate, negli anni, dal Professore di Penne sul GOI), la cosa non è passata inosservata ad uno dei tre Consiglieri dell'Ordine sardi, membro onorario della summenzionata Loggia di Nuoro, e per questo presente nella chat riservata. Questi ha pensato bene di elevare una Tavola d'Accusa (l'atto di citazione interno che mette in moto il processo massonico), in data 27 maggio 2023, al malcapitato "fratello" barbaricino. Tutto ciò, pare, senza neppure informare il Maestro Venerabile della Loggia "Garibaldi".
L'accusa: "Mancato senso di responsabilità nell'uso della parola". A cui si è ribattuto, da Nuoro, argomentando il diritto di poter dibattere liberamente, tra "fratelli" tutti abbondantemente adulti e vaccinati, su qualsiasi tema, anche massonico, sempre nel rispetto della buona educazione, del decoro e del buon gusto.
Niente da fare, il Tribunale massonico regionale condannava, in data 20 luglio 2023, il "reo" Primo Sorvegliante alla pena della "Censura semplice" di cui all'art. 27 lett. B) del Regolamento dell'Ordine, che consiste nell'interdizione da qualsiasi carica associativa per il periodo di un anno. Accogliendo così la tesi dell'accusa, volta ad imputare all'incolpato il mancato rispetto dell'art. 15 comma C) lett. a e b della Costituzione del Grande Oriente d'Italia, che tratta della "slealtà" degli affiliati al GOI nei loro comportamenti tra di loro e nei confronti dell'Ordine.
Il colpo di scena
Successivamente a questa sentenza, tutto ha taciuto per tre settimane. Eppure, il fuoco era tutt'altro che spento, stava semplicemente covando e rinforzandosi sotto la cenere. Così che si arriva al pomeriggio dell'11 agosto, quando sul noto Canale Telegram di informazione massonica "Il Cavaliere Nero" viene pubblicato un messaggio a firma "I Maestri Invisibili" della Loggia "Anita" della Solitudine, nel quale si ripercorre la vicenda processuale del Primo Sorvegliante della Loggia "Garibaldi" di Nuoro, portando nel contempo un durissimo attacco all'accusatore gallurese (cioè il Consigliere dell'Ordine nominato poc'anzi), proclamatosi nel frattempo "Ispettore Centrale". Tra le accuse quella di essere un "vice-Ayatollah" ed un "controiniziato". Non solo, in ultimo la stoccata, molto precisa, al Presidente del Tribunale massonico sardo, che solo tre settimane prima aveva deciso circa la slealtà del "fratello" nuorese: «Come tu ben sai, (Ndr: il nome viene omesso), hai ricevuto l'iniziazione da una donna, quindi il tuo percorso massonico è completamente nullo, se ancora non lo sapevi... ora lo sai!».
Apriti cielo. A questo punto è seguita, a stretto giro, la pubblicazione, sullo stesso Canale Telegram, di un documento, datato 15 dicembre 2003 E.V., che sembra attestare, inequivocabilmente, addirittura una espulsione dell'interessato (cioè l'attuale Presidente del Tribunale massonico sardo), dall'Obbedienza che ne avrebbe visto l'iniziazione "lunare", ovvero la Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori (ALAM).
Il problema
Qual sarebbe il problema? Presto detto. Stante l'iniziazione femminile, e la successiva espulsione dal suo Ordine primigenio, il "fratello" Presidente del Tribunale massonico sardo non sarebbe in regola, né iniziaticamente né massonicamente, con il proprio successivo percorso nel GOI. Egli, infatti, avrebbe dovuto fare il suo ingresso nel nuovo Ordine partendo da... profano! Cioè attraverso una regolare "tegolatura" e il successivo ingresso con il Grado massonico di "Apprendista Ammesso", e non con quello più elevato di "Maestro Muratore", come invece risulta essere erroneamente avvenuto, in data successiva al 15 dicembre 2003.
La faccenda, sia dal punto di vista amministrativo sia da quello più strettamente iniziatico, è molto seria e grave.
Domande: Il "fratello" ha mentito al momento del suo ingresso nel Grande Oriente d'Italia, sottacendo circostanze rilevanti circa la propria iniziazione "lunare" e la successiva espulsione dagli ALAM? C'era qualcuno che sapeva e ha volontariamente coperto, sottacendo la posizione "irregolare"?
L'unica certezza, per ora, è quella che chiunque pretenda di giudicare sulla moralità dei propri "fratelli" deve essere, ed anche apparire, al di sopra di ogni sospetto. E questo non si sta dimostrando assolutamente il caso.
Per il Collegio sardo si profila, quindi, un problema severo, che va molto oltre la nota vicenda "Bovio". Alla e-mail informativa, datata 12 agosto, con tanto di documento allegato, indirizzata dalla Redazione de "Il Cavaliere Nero" al neo Presidente regionale Claudio Solinas ha corrisposto una risposta, con tanto di presa in carico del problema, rapidissima. Nella mattinata odierna è stata infatti recapitata, a tutte le Logge isolane del Grande Oriente d'Italia, la seguente e-mail: «Il Segretario del Collegio Circoscrizionale, (Ndr: il nome viene omesso), sta verificando la documentazione contenuta nei fascicoli personali raccolti negli archivi delle singole Logge. Rientrato anticipatamente dalle ferie per esaminare le pratiche degli attori, il lavoro del Fratello Segretario consentirà di ricostruire il percorso degli adempimenti delle pratiche che negli anni '90 e 2000 erano poco informatizzate» (estratto).
Per molti questa notizia rappresenta uno straordinario atto di coraggio della Giunta sarda, per altri un inutile spreco di tempo, visto che le risultanze della "irregolarità" del "fratello"/"profano" Presidente del Tribunale massonico sardo sarebbero già tutte in mano al Presidente Claudio Solinas e all'Oratore Vittorio De Riso. Dunque, anche nella piena conoscenza del Segretario del Collegio.
I possibili scenari
Molto difficile appare sbilanciarsi sui possibili esiti della vicenda. A rigore il Capo dei Giudici massoni sardi, reo di slealtà, andrebbe espulso dal Grande Oriente d'Italia, ma si avrà il coraggio di arrivare a tanto? Più probabile appare una forte moral suasion atta a provocarne le dimissioni volontarie dall'incarico, con il successivo insabbiamento della vicenda, oppure con l'irrogazione di una "Censura" nella forma solenne, per non aver comunicato ai nuovi "fratelli" la propria espulsione dagli ALAM. Resterebbe però il problema dell'iniziazione "lunare", che di fatto fa del "fratello" un "profano" per le stringenti regole del GOI.
Nella mattinata di oggi abbiamo provato a contattare alcuni "fratelli" sardi del GOI, i quali ci hanno confermato l'enormità del "caso", che potrebbe sfociare in uno scontro aperto tra la Giunta, capitanata da Claudio Solinas, e la controparte fedele al Gran Maestro Stefano Bisi, capeggiata dal Grande Oratore cagliaritano Michele Pietrangeli. Questa, infatti, potrebbe decidere di scendere in campo a difesa (ma non si sa con quali ragioni) del "fratello"/"profano" Presidente del Tribunale massonico sardo.
Da parte nostra, a mezza voce, abbiamo potuto acclarare la generale stigmatizzazione del comportamento del Consigliere dell'Ordine gallurese, che per voler "strafare" (così ci è stato più volte evidenziato), ha incautamente creato una situazione incandescente, della quale in pochi (da ambo le parti contendenti) sentivano una reale necessità.
D'altronde, come è stato riportato sul Canale Telegram de "Il Cavaliere Nero", la fierezza barbaricina è stata forse del tutto sottovalutata.
L'entroterra sardo vive di un proprio codice d'onore e di comportamento, che poco ha a che fare con quello delle "civiltà" costiere della nostra isola. E il debordante "oscurantismo in salsa senese" , che sta colpendo il GOI in tutta Italia, in Barbagia può anche costare molto caro.
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