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Redazione

G.O.I.: cala il silenzio sulla riunione di ieri al "Vascello". Taroni: «nessuna trattativa segreta»

La Corte Centrale rinvia ogni decisione al 21 giugno. La riapertura delle urne elettorali sarà videofilmata

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Doveva decidere nella giornata di ieri, la Corte Centrale del Grande Oriente d'Italia, sul ricorso della Lista n. 1 "NOI INSIEME", capitanata da Leo Taroni, Silverio Magno e Luca Templari, circa l'abusivo insediamento del candidato ritenuto perdente alle elezioni per il rinnovo della Gran Maestranza del G.O.I. Antonio Seminario. Elezioni tenutesi agli inizi di marzo, con grande clamore mediatico e molte proteste. La scelta è stata invece quella di non decidere, e di rinviare ancora una volta (era già successo) ogni decisione al prossimo mese.


Massima segretezza

Bocche cucite, da parte di tutti, sulla lunga riunione tenutasi dal Comitato Elettorale Nazionale a Villa il Vascello, sede del Grande Oriente d'Italia. L'accordo sul riserbo pare per ora l'unica intesa raggiunta tra le parti in causa. Tanto che più di un "fratello" ha temuto potesse essere iniziata una trattativa riservata, volta ad accomodare (non si sa in quale modo) gli spigoli delle tante questioni in campo, a cominciare dalla lotta alla mentalità mafiosa che, a dire proprio di Leo Taroni e Silverio Magno, è presente nella Massoneria italiana, anche in quella definita "ufficiale".

Il rinvio, unito alla conseguente tensione, sta preoccupando sempre di più anche le Obbedienze massoniche estere, compresa la potente Gran Loggia Unita d'Inghilterra. Dalla perplessità si è passati, nei giorni della Gran Loggia svoltasi al Palacirco di Rimini, allo sgomento, soprattutto per sensibilità straniere meno abituate ad una certa mancanza di serietà tutta nostrana. 


Taroni smentisce

Nella tarda serata di ieri abbiamo raggiunto il Gran Maestro in pectore Leo Taroni, che interrogato proprio sulla possibilità di nascenti accordi sottobanco con Stefano Bisi e Antonio Seminario ha inteso smentire categoricamente, e a ciò restiamo.

L'unica notizia trapelata, con il crisma della certezza, è che il 21 giugno la riapertura delle urne elettorali a Villa il Vascello sarà videoripresa con attrezzatura professionale, atta a marcare con opportuni metadati la validità della risultanza filmica. Ciò in vista di un eventuale successivo utilizzo in giudizio a favore della magistratura civile, che sarà chiamata a valutare i possibili ricorsi presentati.

Incertezza, quindi, per altri 30 giorni, con le Tavole d'Accusa e le epurazioni che intanto continuano a fioccare, tutte tese ad eliminare l'opposizione politica dei "fratelli" che si oppongono all'intronizzazione di Seminario, calabrese di Rossano e per alcuni "abusivo" Gran Maestro del G.O.I.


Di Bernardo insiste

Sembra incentrarsi, invece, su una questione ben precisa il giudizio che vede l'ex Gran Maestro Giuliano Di Bernardo resistere alla pretesa risarcitoria del G.O.I. per "procurato danno d'immagine". 

Nel G.O.I. l'affiliato non può essere espulso se non per mezzo di un Decreto pronunciato da un organo giurisdizionale interno. Neppure il Gran Maestro ha il potere di espellere. Senza processo massonico, insomma, cioè senza il compimento dell'iter processuale massonico (che prende le sue mosse dalla "Tavola d'incolpazione massonica") non ci può essere l'allontanamento di alcun affiliato dall'Ordine.

Più nel dettaglio: senza processo massonico per “colpa massonica” ex art. 15 della Costituzione interna, commi a) e b), i “Liberi Muratori” restano “fratelli“ a tutti gli effetti interni. Ciò sempre e comunque, per il disposto dell’art. 7 della stessa Costituzione, che al suo comma a) recita: «IL LIBERO MURATORE, CON LA INIZIAZIONE, VIENE RICONOSCIUTO FRATELLO», e al comma c) precisa: «LE PREROGATIVE SI PERDONO SOLO CON L’ESPULSIONE DALL’ORDINE».

Possiamo solo immaginare quali possano essere tali prerogative... ma senz'altro esse avranno a che fare con il dovere per l'Ordine e per tutti i "fratelli" di impegnarsi nella difesa del soggetto, magari colpito da arresto, facente ancora parte dell'Istituzione "Grande Oriente d'Italia", seppur sospeso o depennato amministrativamente, ma sempre "fratello" tra "fratelli" (fino ad avvenuta espulsione).

Forse in tal senso va interpretata la scelta da parte della Grande Oriente d'Italia di non schierarsi come parte civile nel processo che vede al banco degli imputati per falso e concorso esterno in associazione mafiosa del "fratello" e medico del superboss Matteo Messina Denaro, Alfonso Tumbarello.


L'art. 187 del Regolamento del Grande Oriente d'Italia

A detta di giureconsulti interni al G.O.I., l'unico modo per espellere soggetti meritevoli di questo provvedimento è quello di instradare la procedura prevista dall'art. 187 del Regolamento dell'Ordine, che dispone: 1) In caso di provvedimenti restrittivi della libertà personale emessi dall’autorità giudiziaria profana, il Fratello indagato od imputato può essere sospeso dal Gran Maestro fin quando non fornisca la prova dell’archiviazione, del proscioglimento od assoluzione per i capi d’accusa che hanno determinato il provvedimento restrittivo; 2) Nell’ipotesi che i fatti addebitati costituiscano anche colpa massonica, il Grande Oratore formula una Tavola d’accusa; 3) Il processo massonico viene immediatamente sospeso dopo la notificazione della tavola d’accusa sino alla definizione del processo da parte dell’autorità giudiziaria ordinaria.

Il terzo comma dell'art. 187 del Regolamento del G.O.I. è l'espressione di un garantismo autentico, nei confronti dell'affiliato. Tutto il contrario del "garantismo negazionista", foriero di quelle zone grigie pesantemente evidenziate dal Prof. Claudio Benvecchio, mediante la sua intervista a Fanpage, e dal Prof. Giuliano Di Bernardo in diverse occasioni.


Autore: Redazione ARTICOLO GRATUITO
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