GOVERNO CONTE DUE. NON E' INCOSTITUZIONALE. FORSE E' INOPPORTUNO
“Sembra più consono all'indole di governo parlamentare considerare la presunzione di concordanza fra corpo elettorale e parlamentare ..."
di Antonella Soddu
Un’interessante analisi del Prof. Massimo Cavino - Professore ordinario di Istituzioni di diritto Privato all’Università degli studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" - riguardante l'introduzione del "Contratto di Governo", consente di soffermarsi su l'incarico che Di Maio nel 2018 conferì al Prof. Giacinto Della Cananea per una riflessione sugli effetti che questo ha avuto sulla crisi politica extraparlamentare. Quell’incarico è stato il preludio alla confusione mascherata da cambiamento. L’incarico doveva "verificare l'esistenza di punti di convergenza tra i programmi elettorali del Movimento Cinque Stelle, della Lega e del Partito Democratico". Tralasciando i particolari dell'analisi che toccano l'aspetto "validità" del contratto di Governo (mancanza degli effetti, nullità sotto diversi profili tra i quali la mancanza di patrimonialità, contrasto con norme imperative quale l'art. 67 della Costituzione, etc. ) è utile concentrarsi invece, sulle conclusioni del Professor Cananea; "costatava l'esistenza di punti di convergenza tra i programmi delle tre forze politiche". Particolare di non poco conto, è da considerare che una parte della crisi politica extraparlamentare innescata l'8 agosto da Matteo Salvini sia diretta conseguenza di un esperimento innescato dal Movimento Cinque Stelle sull'errata interpretazione delle conclusioni del Professor Cananea; esistono si punti di convergenza tra i programmi dei tre partiti ma, considerato questo e non essendoci stato tempo per formulare altra risposta al secondo quesito cioè, "possono le forze politiche addivenire a un accordo per il Governo dell’Italia?" La risposta frettolosa è stata - "Sì nella prospettiva tradizionale di un accordo di coalizione ma rispetto alla tradizione italiana introduce la formalizzazione del patto in un documento".
In considerazione di quanto sopra esposto la seconda parte si colloca nuovamente "sui due forni". Qualcuno li ricorda? Li aprì Di Maio conscio del fatto che aveva in mano l'analisi dei punti di convergenza che gli avrebbero consentito - quale primo partito ( 32,7% da solo e non in coalizione ) uscito dalle urne del 4 marzo - di dettare le regole. Ricordiamo tutti che nella fase delle consultazioni con Pd e Lega, ci fu anche un momento che vide allontanarsi l'ipotesi accordo M5S + Lega e il subentro del PD ( secondo forno ). Subentro che ebbe poca vita, o meglio stroncato sul nascere dall'ingresso a gamba tesa di Renzi che da Fazio disse - "Mai al Governo con i 5S"; aprendo la busta dei pop - corn.
Si perfezionò dunque, il contratto di Governo con la Lega. Attenzione però, tutti gli addetti ai lavori - cominciando dai giornalisti più esperti, passando per gli esperti in formazione di Governi - fin da subito provarono a far notare che questo Governo avrebbe avuto vita massima di due anni e comunque non sarebbe andato oltre le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Il problema è stato aver sottovalutato questo dato di fatto e aver creduto che Salvini avrebbe davvero portato avanti il contratto verso la fine naturale della legislatura. Salvini ha accettato l'anomalia di due vice presidenti del Consiglio - probabilmente anche sottovalutandone la convenienza - individuando la principale convenienza nel Ministero degli interni conscio del fatto che - fatta salva quota 100 - questo gli avrebbe consentito di realizzare punti del suo programma elettorale a costo zero e/o comunque ridotto ma di facile presa populista. E questo ha fatto; in quattordici mesi ha preso il controllo; o meglio ha preso il controllo del Viminale facendone sede del suo comitato elettorale permanente: 338 è il numero di comizi tenuti da Salvini dal giorno in cui ha assunto l'incarico di ministro; 14 mesi in carica 338 comizi, quasi un comizio al giorno di media. Ha sempre fatto campagna elettorale che gli ha consentito di far crescere il suo gradimento, di far decrescere quello verso il M5S anche giocando la carta del TAV ( che anche la lega in passato non voleva ) quale simbolo dei NO del Movimento. Salvini attenzione, non ha perso, non è ancora sconfitto. Ha sapientemente indotto i cinque stelle a riaprire il secondo forno; quello con il Pd. E paradossalmente l’ha fatto con l'aiuto di quel Matteo Renzi che un dì si sedette in poltrona ad attendere sgranocchiando pop-corn.
Salvini al contrario di Di Maio ha capito le conclusioni di Cananea ne ha saputo cogliere i vantaggi e li ha usati cogliendone, di fatto, le debolezze relativamente connesse al nostro sistema di Repubblica Parlamentare. I numeri per formare il Governo nascono, di fatto, in Parlamento, questo si eletto dagli italiani. Le forze politiche oggi presenti in Parlamento sono di fatto quelle venute fuori dalle urne del 4 marzo 2018 che ricordiamo: 1) Coalizione di Centro Destra - 12.137.557 ( ml voti ) 263 ( seggi ) 37,0%. Nella coalizione di centro destra la Lega è stato il Partito che ha ottenuto più voti, 5.691.921 – 73 seggi – 17,4% percentuale; 2) Coalizione di centro sinistra voti 7.480.806 - seggi 118 - percentuale 22,8%. Il PD è stato il partito che ha ottenuto più voti: 6.138.727 - 91 seggi - 18,7% percentuale; 3) Movimento cinque stelle 10.697.994 voti, 222 seggi, pari a 32,7%.
Numeri conseguenti una legge elettorale ( il rosatellum ) scellerata votata anche dalla Lega con l’intento di azzerare i cinque stelle. "Un sistema elettorale misto a separazione completa. In ciascuna delle Camere, il 37% dei seggi è attribuito con sistema maggioritario uninominale a turno unico mentre il 61% è ripartito tra le liste concorrenti attraverso un sistema proporzionale corretto con clausole di sbarramento. Per questo ultimo le candidature sono presentate nell’ambito di collegi plurinominali e a ognuno dei quali spetta un numero prefissato di seggi. Gli elettori non esprimono voto di preferenza né dispongono del voto disgiunto”.
I numeri parlano chiaro, e oggi siamo di fronte ad un nuovo accordo politico tra forze presenti in Parlamento più che legittimo dal punto di vista costituzionale. Legittimo tanto quanto lo è stato quello sondato e portato avanti fino al Contratto di Governo del Cambiamento di Lega + 5S. Lega che ha si tradito la coalizione di centro destra – quindi Berlusconi e Meloni - per un progetto più ampio; 1) lavorare per far crescere il consenso degli elettori e assumere il ruolo leader nel centro destra; 2) realizzare il progetto di autonomia differenziata e riformare definitivamente l’architettura dello Stato superando il Parlamento.
A conferma di ciò sono arrivate anche le affermazioni di Giorgetti al Meeting di Rimini – “Il Parlamento non conta più nulla perché non è più sentito dai cittadini che lo vedono come luogo dell'inconcludenza della politica. E se continuiamo a difendere questo feticcio della democrazia rappresentativa, sbagliamo e non facciamo un bene alla stessa democrazia.”
Sono sterili pertanto le pretestuose polemiche da campagna elettorale che in modo irruento – e a tratti violente - stanno innescando le forze politiche di centro destra, secondo cui si sta realizzando a un inciucio incostituzionale e contro il quale si doveva procedere allo scioglimento delle camere e restituire la parola agli italiani.
Probabilmente è politicamente inopportuno. E in questo caso rileviamo un importante osservazione giurista Costantino Mortati ( uno dei padri costituenti ) il quale nel suo compendio “Istituzioni di Diritto Pubblico, Cedam 1958, Pagg. 369+370 scrisse – “Sembra più consono all'indole di governo parlamentare considerare la presunzione di concordanza fra corpo elettorale e parlamentare (...) non assoluta ma, relativa, subordinata cioè alla possibilità di un accertamento in ogni momento della sua reale fondatezza. E poiché ciò è ottenibile attraverso la consultazione del corpo elettorale, da effettuare con lo scioglimento anticipato delle camere o con il referendum, occorre affidare a un organo indipendente dal Parlamento un compito siffatto, diretto alla constatazione di eventuali disarmonie fra corpo elettorale e Parlamento. Tale organo dovrebbe essere appunto il Capo dello Stato, e a lui pertanto rimane affidata quella parte della funzione del Governo consistente in una suprema sovraintendenza dell’attività degli altri organi costituzionali, non allo scopo di indirizzarla in un senso o nell’altro intervenendovi attivamente, bensì solo per compiere presso gli organi stessi un’opera di segnalazione dell’ eventuale disarmonie che potessero rilevarsi rispetto al sentimento o alle esigenze espresse dal popolo, o per effettuare un appello al popolo stesso, attraverso l’impiego dell’ istituto dello scioglimento anticipato, quando vi siano elementi tali da renderlo necessario o anche solo opportuno.”
Insomma, agli italiani non resta che districarsi tra l’opportuno e l’inopportuno.
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