I paesi della Comunità Europea si impegnano per riportare i propri cittadini a casa: e l’Italia invece che fa?
L’Italia ha effettuato 175 voli di rimpatrio in giro per il mondo, l'Ungheria 198, l’Irlanda 224, la Spagna 644, il Belgio 965, la Francia 1.697, la Germania 4.871.
È utile ricordare come i paesi della Comunità Europea, e non solo, si stiano mobilitando su più fronti per riportare i propri cittadini a casa.
È sufficiente una veloce ricerca su Google per trovare numerose notizie valide in questo senso.
Il 24 marzo per esempio, l’emittente televisiva France 24 riporta che l’ambasciata spagnola in Perù annuncia la collaborazione con le autorità peruviane per l’organizzazione di un volo finalizzato al prelievo dei cittadini spagnoli, il Canada invia in Perù tre aerei per riportare a casa più di ottocento canadesi, negoziando con le autorità peruviane le modalità di arrivo degli aerei e il prelievo dei propri cittadini. Allo stesso modo il Canada ha avviato operazioni di recupero anche in Marocco, Spagna e altre parti del mondo.
Infobae il 18 marzo scrive che Israele organizzerà voli gratuiti con la propria compagnia di bandiera, El Al, per riportare a casa centinaia di turisti rimasti in Perù, ugualmente verranno riportati a casa degli studenti israeliani presenti in Moldavia e gli altri sparsi per il mondo.
Il quotidiano DW.com l’otto aprile scrive che l’Unione europea ha completato venerdì 3 aprile il rimpatrio di 500 cittadini europei dal Nicaragua e che un secondo volo speciale con 250 europei è partito l’otto aprile dall’aereoporto di Managua con destinazione Parigi (lo scrive anche l’ambasciatore della UE Pelayo Castro su twitter). Il periodico DW spiega che anche l’ambasciata francese in Nicaragua ha organizzato un volo speciale per il rimpatrio. Il primo dei voli internazionali partito da Managua invece è stato organizzato dalla Germania. DW sostiene che questi voli erano gli ultimi per poter rientrare dal Nicaragua verso l’Europa con finanziamenti comunitari. Il quotidiano Tiempo Digital il 25 marzo scrive che, nonostante la chiusura dei terminal honduregni, il governo permette l’arrivo di aerei provenienti da altre nazioni per riprendere i propri cittadini, citando il caso di alcuni turisti canadesi riportati a casa con dei voli charter. Lo stesso periodico mette in evidenza come la Spagna abbia attivato, per riportare a casa i propri concittadini, il Meccanismo Europeo di Protezione Civile.
Il Meccanismo Europeo di Protezione è un accordo tra i paesi membri che può attivarsi per qualsiasi tipo di disastro nel momento in cui l’emergenza supera le capacità di risposta di un paese, permettendo quindi assistenza e coordinamento tra gli stati partecipanti.
Ma l’Italia dov’è?
Grazie a questa operazione lo stesso periodico sostiene che verranno portati via 400 turisti spagnoli bloccati tra il Salvador, il Guatemala e l’Honduras.
Il Ministro degli Esteri spagnolo spiega come queste misure eccezionali siano nate vista l’impossibilità di vie alternative per il rientro dei propri concittadini.
Inoltre tra le misure della Comunità Europea contro il Covid-19 sono previsti esattamente i rimpatri degli europei che stanno al di fuori della Comunità. La Commissione Europea ha stanziato 75 milioni di euro per aiutare gli stati membri a riportare i propri connazionali.
Chi scrive si chiede se l’Italia è stata all’altezza del compito, ma la risposta è necessaria lasciarla a chi legge poiché l’Italia ha effettuato 175 voli di rimpatrio in giro per il mondo.
La Francia 1697, la Spagna 644, la Germania 4,871, il Belgio 965, l’Irlanda 224, persino l’Ungheria con 198 ha organizzato più voli dell’Italia.
Siamo sicuri dunque che il problema dell’Italia e della Sardegna sia la Comunità Europea?
Siamo sicuri dunque che i cattivi amministratori siano a Bruxelles?
Siamo sicuri che lo stato italiano operi in modo impeccabile per tutelare i propri cittadini?
Per fortuna ci sono i cittadini e chi la politica non la fa di mestiere ma per passione, perchè stanno prendendo forma iniziative di solidarietà per i turisti italiani dimenticati in giro per il mondo.
In particolare si segnala la mailbombing diffusa dal Partito dei Carc a questo indirizzo (https://www.carc.it/2020/04/08/internazionale-mailbombing-per-sostenere-il-rientro-degli-italiani-allestero/?fbclid=IwAR19JXNCnMHoT-5GRALbeK71HFuBNGtrKUREVlZoiG58JpBKq1tQYgOCcrY) in cui si chiede a chiunque di solidarizzare e protestare pacificamente mandando una mail al Ministero degli Esteri e all’unità di crisi, chiedendo una reale mobilitazione delle risorse aeree per gli italiani e i sardi all’estero.
Oppure ci sono i tour operator, che, come riporta l’ANSA il 16 marzo, hanno riportato a casa 22000 italiani. Un lavoro organizzativo importante frutto del coordinamento con la Farnesina che però sembra più preoccupata di dare un’immagine di sé positiva piuttosto che occuparsi realmente dei rimpatri. Il Presidente di Astoi Confindustria Viaggi dichiara all’ANSA “Ma sinceramente ci ha infastidito che il ministero degli Esteri sia un po' impossessato del tema del rientro degli italiani. È stato enfatizzato l'invio di un aereo Alitalia alle Maldive che sta riportando gli italiani indietro ma la situazione è decisamente diversa: quello che ha fatto la nostra associazione è una cosa che non riesco nemmeno a descrivere come sforzo economico e logistico”
Il Presidente Ezhaya ricorda inoltre che "Il turismo non è una colpa, se uno è in vacanza e si ammala oppure è fermato da un allarme sanitario del genere non bisogna dire: cosa ci facevi lì?”
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