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Gianfranco Murtas

Il giornalismo come servizio ai quidam (e cioè: perché i lettori comprendano meglio le diverse complessità sociali)

di Gianfranco Murtas

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Il direttore Fabio Maria Crivelli, del quale ho avuto la fortuna di esser stato amico e buon frequentatore per diversi anni, scrisse una volta del mestiere del giornalista e, minimalista come era, sobrio ed antiretorico, assumeva (senza straziarsene l’anima) che la professione concedeva (e concede) «l’uso e l’abuso del titolo a chiunque lo voglia. In Italia vi sono migliaia di persone che si presentano e si qualificano come giornalisti, migliaia di persone che in buona fede si ritengono tali per aver scritto qualche articolo sulla Gazzetta dei frutticoltori o sulla Voce dei carpentieri: ma i giornalisti veri, quelli che fanno il mestiere che concretamente dà diritto alla qualifica, sono meno di cinquecento»…

Mi sono ricordato di questa battuta cercando di offrire una… consulenza a chi, questa mattina, in treno e mentre viaggiavamo per Cagliari (lavoriamo entrambi all’ospedale come modesti OSS), mi chiedeva di spiegargli un breve articolo pubblicato proprio oggi da L’Unione Sarda. Ma anch’io non ne ho capito nulla, ed ho suggerito all’amico di chiedere lumi direttamente al direttore del quotidiano che certamente, degno successore del grande Crivelli, è ben consapevole di come il giornale sia per i lettori… quidam, come il nostro ospedale deve essere per i malati quidam e la scuola per gli studenti quidam.

Questo è l’articolo criptico. Titolo“Corecom, la presidente si dimette a sorpresa: Una scelta di dignità”.

Susi Ronchi, giornalista ex Rai, si è dimessa dall'incarico di presidente del Corecom Sardegna. «Una decisione sofferta - spiega in una nota - maturata in seguito a una discordanza di interpretazione tra l'amministrazione del Consiglio regionale e la lettura che, delle norme vigenti, viene data sia dal Dipartimento della Funzione pubblica che da una recentissima sentenza del Tribunale di Napoli». La giornalista spiega che, «rispetto al momento in cui ho assunto l'incarico nel dicembre 2019, vi è stata una evoluzione nell'interpretazione delle norme di riferimento di cui non si è voluto tener conto». Ne è conferma, aggiunge, «il fatto che in otto regioni italiane, alle quali si è affiancata di recente anche la Campania in seguito alla sentenza citata, tale lettura è pienamente accreditata, lasciando così l'Amministrazione del Consiglio regionale della Sardegna in una posizione di palese isolamento: l'amministrazione consiliare interpreta pertanto una normativa nazionale in modo assolutamente anomalo rispetto a tutte le altre amministrazioni». Inoltre, «questa difformità determina un trattamento profondamente discriminatorio, per me inaccettabile sul piano personale e professionale, e non mi lascia altra scelta che quella di rinunciare, sia pure con rammarico, al mio incarico». Ronchi, ricordando che le dimissioni sono legate a una questione amministrativa e non politica, ringrazia «la parte politica che mi ha indicato alla presidenza del Corecom Sardegna e che ha sostenuto con convinzione fino in fondo il mio operato». In base alla legge regionale istitutiva del Corecom, ora sarà il Consiglio regionale ad eleggere il successore. «Con le dimissioni di Susi Ronchi il Corecom della Sardegna perde una presidente autorevole e competente», afferma la presidente della commissione Lavoro della Camera Romina Mura (Pd). «Ronchi va ringraziata anche per il suo impegno espresso per i diritti e in specie per la parità di genere anche nel mondo delle professioni». 



Fonte: Gianfranco Murtas
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