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Redazione

Il Gran Maestro della G.L.R.I. Fabio Venzi risponde a Giornalia: «Tornare ai simboli per indagare la verità»

Lo stato di salute della G.L.R.I., i riconoscimenti internazionali, il Marchio, la presunta reciprocità territoriale con il Grande Oriente d’Italia... un “tuttotóndo” tra conferme e sorprese

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Per  iniziare

Come Direttore editoriale di questa piccola ma dignitosissima testata giornalistica (lo scorso anno abbiamo contato circa 400 mila accessi), con coraggio e spregiudicatezza, ma con idee chiare e piedi saldi, mi sono spesso avventurato in argomenti di poco interesse generale, ma di elevato interesse personale, egregiamente sostenuto e appoggiato da chi – in redazione o altrove – aveva, ed ha, molta più competenza ed esperienza di me.

I nostri lettori più assidui – che comprendono anche gli stessi contributori (non dimentichiamoci che Giornalia, oltre ad essere una testata giornalistica è, di base, una piattaforma di giornalismo partecipativo, che permette a chiunque si iscriva di contribuire) – ormai sanno che uno dei nostri trend topic è, appunto, la Massoneria.

Trattare questo argomento, che da sempre mi appassiona e di cui ho cercato di approfondire i vari aspetti, da quello storico a quello iniziatico dei Riti, dall’esoterismo, al simbolimo eccetera, mi ha condotto verso ambiti cronachistici e di interesse interno alle Obbedienze massoniche italiane, che in generale – e purtroppo  – mal si sposano, spesso, con gli alti principi della Massoneria, che annovera come suo scopo ultimo il miglioramento dell’uomo e dell’umanità. Ciò mi ha portato – bisogna ammetterlo – non pochi grattacapi ma, al contempo, la fortuna di apprendere tantissime sfumature della materia che tanto mi appassiona, e di conoscere delle figure di spicco, o addirittura di vertice, delle principali obbedienze massoniche italiane; esperienza di grande arricchimento personale, che reputo sia stata ben trasmessa anche su queste pagine.

In molte occasioni, come Giornalia, ci siamo addentrati in vicende interne all’una o all’altra Obbedienza massonica, quando l’acquisizione di fatti molto sgradevoli ci richiamavano ad un coinvolgimento più diretto, che in molti hanno definito “di parte”, e con dure posizioni di critica. Parliamo di vicende che ci hanno visti, come testata giornalistica “terza”, in prima linea su posizioni non negoziabili, per la difesa delle Istituzioni repubblicane, dei valori e del lascito di grandi personaggi che rappresentano il fiore all’occhiello, il meglio della cultura democratica della nostra patria e che, paradossalmente, sono stati calpestati proprio da rappresentanti, codardi e a volte omertosi, di un Organismo che quei valori dovrebbe proteggerli e che in passato ha contribuito fattivamente a concretizzarli.

Oggi, con questa intensa e sorprendente intervista, da tanti attesa per più di un ventennio, abbiamo realizzato – grazie alla generosa disponibilità dell’intervistato – qualcosa di unico.

Sono lieto di presentarvi il Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d'Italia, dr. Fabio Venzi, che ringrazio di cuore per la sua disponibilità nel concedermi questa interessante conversazione, che ci permetterà di esplorare tematiche profonde e di alto valore.

Ritengo giusto, per fornire un quadro più completo, introdurre l’intervistato con alcune brevissime note biografiche:

Fabio Venzi, sociologo e saggista, nato a Roma nel 1961, ha conseguito la laurea in Sociologia presso l'Università La Sapienza di Roma, presentando una tesi sui “Rapporti tra la Massoneria italiana e il Fascismo”. Oltre a essere Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d'Italia dal 2002, Venzi è membro della Loggia Quatuor Coronati N°2076 di Londra, la più antica Loggia di Ricerca del mondo. È anche fondatore e direttore della rivista di filosofia e cultura massonica De Hominis Dignitate, nonché direttore della collana di studi esoterici “Opus” per la casa editrice Settimo Sigillo.

Il suo approccio interdisciplinare lo ha portato a esplorare diversi ambiti del sapere, tra cui Esoterismo, Alchimia, Sociologia delle Religioni e Psicologia Sociale. Oltre agli studi storici sulla Libera Muratoria, è stato relatore in numerosi convegni di carattere storico-filosofico in Italia e all’estero.

Nel 2007, Venzi ha ricevuto il Premio Bertrand Russell dall'Università di Reggio Calabria per i "Saperi Contaminati", tenendo una Lectio Magistralis sui "Miti e Simboli nel ‘900". Più di recente, nel 2022, è stato insignito del prestigioso “The Kailasa Om Award” da Paramahansa Nithyananda, massimo rappresentante del Sanatana Hindu Dharma, un riconoscimento del suo contributo al dialogo interreligioso per la pace e l'armonia globale.

In aggiunta a ciò, e a tanto altro, Fabio Venzi ha recentemente ricevuto il Premio “Casentino”, uno dei più antichi e importanti premi letterari italiani, fondato da figure illustri come Carlo Emilio Gadda, Nicola Lisi e Carlo Coccioli negli anni '40. Questo riconoscimento, conferito a Venzi per il suo ultimo libro Oltre l’Illuminismo. Trattato sulla libera muratoria tradizionale (2024, Queen Kristiana Edizioni), lo colloca sulla scia di personalità di rilievo della cultura italiana, come i poeti Giovanni Caproni e Mario Luzi, lo storico Giordano Bruno Guerri, e lo scrittore Indro Montanelli.


1)     Gentile dr. Venzi, nel ringraziarLa per questa storica intervista, Le chiediamo subito: qual è lo stato di salute della GLRI, Obbedienza massonica che Lei rappresenta in qualità di Gran Maestro?

Egregio dr. Pirastu, lo stato di salute della Gran Loggia Regolare d’Italia più che da una mia valutazione, che potrebbe risultare di parte, è riscontrabile da elementi oggettivi verificabili dalla documentazione presente nel nostro sito istituzionale.

Oggi i nostri iscritti sono circa 2500, pochi se paragonati con altre Istituzioni massoniche presenti sul territorio, forse troppi se intendiamo la Libera Muratoria come un Ordine Iniziatico Tradizionale.

Dal giorno della mia installazione, nell’aprile 2002, decisi di proporre ai Fratelli della GLRI un percorso esoterico volto alla interpretazione della Libera Muratoria da un punto di vista ‘integralmente’ Tradizionale, quindi ‘ortodossa’ (che è qualcosa di più complesso e impegnativo di ‘regolare’).

Come ho scritto in una mia precedente allocuzione, definirci un Ordine Iniziatico ‘Tradizionale’ significa intendere noi stessi come Istituzione preposta a conservare il patrimonio originario della Libera Muratoria, ovvero a trasmettere quanto più possibile integri i ‘Principi’, la ‘Simbologia’ e il conseguente ‘Esoterismo’ della Libera Muratoria nelle sue forme sorgive primitive. Per questo motivo la nostra Istituzione, fintanto che avrò l’onore di guidarla, sarà necessariamente, ossia inevitabilmente, una realtà destinata ad avere numeri ‘ristretti’, ‘limitati’, in coerenza con le premesse che ho appena rappresentato.

Nella GLRI non si parla di politica, né di profanità, ma si persegue l’idea del ‘perfezionamento’ dell’Uomo, attraverso la conoscenza, anche nell’etica e nell’estetica. Infatti, come sappiamo, in una Società Iniziatica la forma diventa simbolo, cioè rappresentazione di una verità più profonda. Il nostro ‘comportamento’ deve perciò riflettere il decoro del ruolo che interpretiamo, e la dignità di ciò che siamo, in quanto attraverso la nostra espressione esteriore, il nostro modo di porci e di relazionarci, noi riveliamo i movimenti del nostro spirito, i gesti del nostro corpo tradiscono il lignaggio del nostro animo.

Per questo ho cercato di interpretare il mio ruolo cercando di rappresentare il rango assegnatomi con sobrietà e riservatezza, ed ho sistematicamente evitato interviste (questa che le concedo è la prima in 24 anni, ed ho accettato per la sua gentilezza e competenza) e sovraesposizioni mediatiche.

Tornando allo stato di salute della GLRI, vorrei sottolineare che la nostra giovane Istituzione ha, tra le sue 150 Logge attive, ben quattro ‘Logge di Ricerca’: la Loggia Quatuor Coronati che si occupa di studi storici, la Loggia Santa Cecilia che tratta ricerche di musica massonica, la Loggia Antonello da Messina che si occupa di ricerca e studio dell’arte visiva pittorica, scultorea e architettonica inerente alla simbologia liberomuratoria, la Loggia Pico della Mirandola che si interessa di studi esoterici.

La nostra Rivista Ufficiale, ‘De Hominis Dignitate’, da me fondata nel 2001 (quindi prima della mia elezione), pubblica saggi di interesse esoterico ed iniziatico.

Pochi mesi fa sono stati inaugurati il nostro Museo e la nostra Biblioteca massonica a Perugia, nello splendido scenario seicentesco di Palazzo Conestabile della Staffa.

Nelle mie Allocuzioni ho trattato di esoterismo e materie iniziatiche toccando i temi più vari. Oltre alle tradizionali tematiche di alchimia, gnosticismo, mistica ho parlato di letteratura, storia, società, e soprattutto di scienza e delle sue degenerazioni nell’ambito della tecnica, quest’ultimo tema è stato affrontato particolarmente nella mia ultima Allocuzione.

Ho affrontato tali argomenti in quanto, come sappiamo, il percorso liberomuratorio è un percorso iniziatico, ossia un cammino spirituale e coscienziale, complesso ma individuale (e quindi eterogeneo), che proprio per queste caratteristiche non può basarsi esclusivamente su dissertazioni e approfondimenti della mera simbologia liberomuratoria. Questo renderebbe tale ‘percorso’ riduttivo e limitato. Come ho più volte sottolineato nei miei scritti, la mia convinzione è che il rituale liberomuratorio (qualunque esso sia) con i simboli e le allegorie che lo compongono, debba identificarsi come il mezzo, lo strumento, di tale percorso (e non il fine), e in quanto tale esso insegna e rappresenta esclusivamente il ‘metodo’ che poi a sua volta deve rendersi operativo seguendo le capacità (i ‘talenti’) e la natura dei singoli soggetti, ossia nelle modalità più varie ed eterogenee.

Tale metodo’ essendo esteriore e trasmissibile mediante delle forme, sarà sempre e soltanto una ‘preparazione’ del Libero Muratore a ricevere il vero insegnamento iniziatico, interiore, che si raggiungerà tramite il risultato di un lavoro necessariamente personale, e che per questo si realizzerà, come detto, nelle forme più varie. Conseguentemente, il ‘metodo’ indicherà la via da seguire, ma non è esso stesso ‘la via’, il piano da realizzare, il suo scopo essendo soltanto quello di disporre l’iniziato ad acquisire l’attitudine mentale edintellettuale necessaria per comprendere dei concetti iniziatici.

Questi concetti iniziatici, a mio parere e per mia esperienza personale, possono essere individuati, e così acquisiti, non soltanto nei rituali e nella cosiddetta ‘saggistica’ massonica (spesso di scarso valore) ma anche, anzi soprattutto, nelle varie forme culturali che ci circondano, a volte pregne di linguaggi esoterici.

È appunto per questo motivo che nei miei scritti e nelle mie allocuzioni ho toccato spesso argomenti e campi della conoscenza decisamente eterogenei. In tali ambiti ho cercato di mostrare la presenza di alcuni concetti iniziatici espressi con il linguaggio esoterico, utili per comprendere, da altre prospettive, il nostro peculiare percorso liberomuratorio. Ho identificato e definito tali concetti come ‘contaminazioni’, ossia idee ‘esterne’ alla conosciuta simbologia liberomuratoria ma che possono anch’esse contribuire ad indirizzare colui che le ‘riconosce’ verso quella comprensione iniziaticaed esoterica a lui più consona: un canale che permetta disviluppare al meglio la propria interiorità, appunto a seconda delle diverse predisposizioni individuali. Anche le attività delle nostre Logge di Ricerca hanno in particolare questo scopo.

Tornando alla Biblioteca e al Museo della GLRI (progetto che ha per me una particolare importanza), grazie alla collaborazione di uno dei più noti esperti nel campo, il Fr. Yasha Beresiner, la nostra Istituzione ha acquisito nel tempo pezzi rarissimi e preziosi, che è possibile ammirare nelle teche del Museo.

Tra i più importanti ricordo le Costituzioni di Anderson del 1723 (prima edizione); Ahiman Rezon’ , le Costituzioni degli Ancient (la Gran Loggia antagonista che nacque in Inghilterra nel 1751 in opposizione alla Gran Loggia fondata nel 1717), una prima edizione datata 1756; la Storia Naturale dello Staffordshire, di cui il nostro Museo possiede una rarissima prima edizione, fu pubblicata nel 1686 dal Dott. Plot, custode dell’Ashmolean Museum e professore di chimica (rappresenta il primo documento conosciuto nel quale si menzionano gli ‘accepted mason’, ossia il muratori non-operativi). Di grande interesse sono le prime edizioni di due famosissimi catechismi libero muratori, ‘Tree Distinct Knocks’ e ‘Jachin e Boaz’. Il primo, pubblicato nel 1760, venne presumibilmente utilizzato nella Gran Loggia degli ‘Ancients’, come detto nata nel 1751. Dal testo e dai disegni in esso contenuti si evince chiaramente come in gran parte del meeting di Loggia si procedesse seduti ad un tavolo, mentre la parte ‘cerimoniale’ consisteva in una deambulazione intorno al ‘disegno’ tracciato sul pavimento. Il secondo, ‘Jachin e Boaz’, è datato 1762, il titolo completo è ‘Jachin e Boaz or an Authentic Key to the Door of Free-Masonry’. Come ‘Three Distinct Knocks’ è diviso in due parti in ciascun Grado, le ‘Lectures’ di domande e risposte riferite alla cerimonia del grado in questione, e le ‘Reasons’, domande e risposte sulla simbologia del Grado. Sembra abbia origini francesi e si sia ispirato al ‘French exposure’ ‘L’Ordre des Francs-Macon Trahi’ del 1745, anch’esso presente nel Museo della Gran Loggia Regolare d’Italia.

Nel Museo si possono inoltre ammirare manufatti, grembiuli, certificati molto antichi provenienti dall’Europa e da diverse parti del mondo.

Tra essi spicca in particolare un meraviglioso certificato, inciso su pergamena, rilasciato dal Grande Oriente di Francia il 25 marzo 1778 ad Alexandre Louis Roettiers de Montaleau, uno dei più illustri liberimuratori francesi del tempo.


2)     Siamo a conoscenza che, da qualche anno, grazie al numero corposo di riconoscimenti ottenuti durante la sua Gran Maestranza, la GLRI è entrata di diritto nel novero del Meeting Mondiale delle Massonerie riconosciute, raggiungendo il target necessario per farne parte. Oltre, naturalmente, a far già parte, da tempo, del Convegno delle Massonerie europee riconosciute. È soddisfatto di questo risultato ottenuto grazie al Suo impegno?

Sono molto soddisfatto. Quando assunsi l’incarico di Gran Maestro nell’aprile 2002 la GLRI aveva 8 riconoscimenti internazionali, eravamo praticamente sconosciuti a gran parte del mondo liberomuratorio. Nell’ultima Gran Loggia abbiamo votato altri 11 riconoscimenti internazionali, superando i 100 complessivi; riconosciamo (e siamo riconosciuti) da Gran Logge e Supremi Gran Capitoli presenti in tutti i Continenti.

Ma questi riconoscimenti internazionali avranno un senso se il movimento liberomuratorio mondiale tornerà ad una interpretazione esoterica ed iniziatica della Libera Muratoria. Nell’ultima riunione dei Gran Segretari e Gran Cancellieri svoltasi la scorsa settimana ad Edimburgo il tema trattato è stato esclusivamente quello dell’accettazione dei ‘transgender’, e in generale delle donne, nelle Logge ‘regolari’, tema che potrà essere di stretta attualità ma che non può divenire totalizzante. Negli ultimi anni sembra infatti essere il solo argomento di rilievo nelle varie Conferenze Internazionali, nelle quali mai vengono affrontate materie iniziatiche.

Purtroppo da anni è evidente un lento ma progressivo allontanamento della Libera Muratoria dai suoi principi Tradizionali, l’esoterista francese René Guénon, mai tenero verso la Libera Muratoria ‘moderna’, così ne sottolineava l’abbandono  della conoscenza simbolica e della componente ‘iniziatica’:

«Quel che è più spiacevole soprattutto, è di aver dovuto troppo spesso constatare, presso un gran numero di Massoni, l’ignoranza completa del simbolismo e della sua interpretazione esoterica, l’abbandono degli studi iniziatici, senza i quali il ritualismo non è più che un insieme di cerimonie prive di senso.» [1]

‘Cerimonie prive di senso’… a mio parere Guénon identificava anche in questa degenerazione moderna della Libera Muratoria, che si risolve in un banale formalismo rituale di un fenomeno oggi meramente ‘associativo’ (ossia uno squallido ‘gioco di ruolo’ per adulti), una delle più chiare manifestazioni delle forze contro-iniziatiche, degne rappresentanti del momento storico di decadenza spirituale e morale nel quale siamo collocati.

La de-sacralizzazione e de-mitizzazione del mondo moderno hanno profondamente inciso anche sulla Libera Muratoria che, evidentemente, pur continuando nei suoi antichi rituali, non è riuscita a sottrarsi al caos del tempo ed a preservare intatto il proprio patrimonio di sapere iniziatico ed esoterico. La perdita di significato dei gesti, dei simboli e dei riti, non può che preludere infatti ad uno svuotamento di senso della stessa Libera Muratoria che vaga ormai incerta della propria identità, ondivaga tra le cose del mondo profano. Eppure il suo fine, ancora a parole proclamato, ossia quello di squadrare la pietra grezza per renderla la chiave di volta dell’immenso edificio dell’Umanità, non può essere ignorato.

Un rituale conosciuto e recitato alla perfezione non è sintomo di conoscenza esoterica, spesso infatti la ripetizione mnemonica dei rituali, la fissità delle espressioni dei Fratelli impegnati nello strenuo tentativo di ricordare tutte le parole, la totale mancanza d’interpretazione e di sensibilità, che impedisce l’entrata in empatia col Fratello a cui ci si rivolge, fanno dello stesso rituale uno sterile rosario, una sorta di mantra senza alcun significato.

In questi casi, e in altri assimilabili, potremmo al massimo definirci esoterologi, ovvero coloro che si interessano (tra l’altro superficialmente) di Esoterismo, che lo studiano, e magari imparano a memoria i suoi rituali, ma mai esoteristi, cioè coloro che lo comprendono e lo praticano realmente, in profondità.

Le analisi dei fenomeni esoterici, veri o presunti tali, procedono nell’esoterologo in maniera fredda, asettica, logica, essi si fondano su ‘costanti’ che permettono una catalogazione del fenomeno in ‘categorie’ (Riti o rituali) dai contorni e dai tratti ben definiti, nel vano tentativo di imbrigliare un qualcosa che per sua natura è sfuggente, mutevole, impossibile da definire in maniera logico-razionale. L’Esoterismo, concetto metafisico più che concreto ‘elenco’ di varie tradizioni, religiose e non, storicamente individuabili, rappresenta infatti soprattutto una dimensione, o meglio, una visione del mondo, accessibile e comprensibile soltanto a coloro che lo hanno concretamente praticato, esperito. Coloro che ‘esperiscono’ l’Esoterismo sono gli appartenenti alle autentiche Scuole Sapienziali, esoterica è la loro comune weltanschauung, essi rappresentano il ‘tipo ideale’ a cui ho dato in altri scritti la definizione di ’”Iniziato”.

Alla base dell’Esoterismo infatti c’è un’intuizione sottile, che è una forma di conoscenza profonda, non spiegabile né comunicabile, perché propria di quel singolo animo, ma condivisibile dai simili.

Il vero esoterista “conosce” e non studia, rispetta la disciplina dell’arcano non rivelandolo, per paura di degradare ciò che si è rivelato.


3)     La GLRI ha deciso di introdurre all’interno del Supremo Gran Capitolo il Grado del Marchio. Come mai questa scelta di carattere strutturale? Per seguire l’antica e secolare tradizione irlandese?

Più che seguire la tradizione irlandese in particolare, ho proposto di seguire, semplicemente, la Tradizione liberomuratoria.

E’ noto che su molte cattedrali o costruzioni, non solo in pietra, in molte parti d’Europa sono visibili particolari simboli, che definiamo ‘marchi’, apposti dai muratori operativi a partire da molti secoli fa.

La ritualità del Marchio trae ispirazione da tale tradizione e viene rappresentata, come già nel Craft, da ‘ritual dramas’ che si rifanno alle modalità con le quali tali ‘Marchi’ venivano assegnati. La data dell’introduzione di questa particolare ritualità non è conosciuta con precisione, si presume che essa si formò successivamente, e sulla scia, dell’Arco Reale, con il quale nella maggior parte delle Istituzioni massoniche ‘regolari’ (non solo l’Irlanda), e tra queste oggi anche la GLRI, esiste ancora una relazione organica.

La prima cerimonia documentata nella quale si tratta della Libera Muratoria del Marchio riguarda il Chapter of Friendship e risale al 1 settembre 1769; è interessante notare come essa sia strettamente legata ad un Capitolo dell’Arco Reale. Nei verbali del Chapter of Friendship, che teneva le sue riunioni al George Tavern di Portsmouth, si evidenzia infatti come prodromico al ‘grado’ di Compagno dell’Arco Reale, era quello di Mark Mason, e fino al 1855 il Chapter of Friendship continuò a conferire il Grado del Marchio come ‘add on’ al Royal Arch Degree.

Lo storico Bernard Jones, come altri storici, sostiene che la Massoneria del Marchio venisse praticata nelle Logge di Compagni che nel XVIII secolo officiarono un gran numero di cerimonie; tra queste la Loggia scozzese Doric Kilwinning del Porto di Glasgow (n°68) che nel 1758 risulta praticare una cerimonia speculativa: il dodicesimo articolo dei suoi regolamenti infatti stabiliva che ogni membro ammesso alla Loggia doveva pagare “uno scellino ed un pence e mezzo per essere fatto Maestro del Marchio”. Ma soprattutto Jones evidenzia che, benché oggi siano dati nella stessa riunione rituale, inizialmente i Gradi di Muratore (o Uomo) del Marchio e Maestro del Marchio erano due gradi distinti; quello di Muratore (o Uomo) del Marchio era conferito ai Compagni d’Arte mentre quello di Maestro del Marchio ai Maestri Muratori. Chissà se in futuro si possa riuscire a ricostruire integralmente questa originaria Tradizione.

In conclusione, è necessario a mio parere ‘conoscere’ la vera Tradizione liberomuratoria, le sue origini, i suoi sviluppi e, a volte, le sue contraddizioni. Il pensiero liberomuratorio, che ad un’analisi superficiale potrebbe essere limitato ad una sorta di eclettismo (o addirittura di sincretismo spirituale), è in realtà la presa di coscienza di una pluralità di punti di vista, di una molteplicità di visioni tra loro integrabili e soggetti ad una superiore armonia. I suoi principi e la sua simbologia non possono conseguentemente essere identificate in un unico blocco in quanto si presenta come insieme eterogeneo di opinioni e convinzioni, essendo tali principi piuttosto caratterizzati da molteplici ideali culturali e da una grande gamma di interessi filologici, letterari e intellettuali, che ciascun fratello può combinare con una varietà di opinioni filosofiche, morali ed etiche ‘personali’.

L’errore spesso commesso in molti scritti che hanno trattato il tema, è quello di rappresentare la Libera Muratoria come un fenomeno indifferenziato, omogeneo , uniforme e soprattutto coerente, dimenticando, o ignorando, che essa si sviluppò dall’Inghilterra in Europa e nel Mondo, con forme e ritualità molto differenti, frutto spesso dei contesti storici e sociali nei quali essa venne alla luce.

Per questi motivi i contenuti dei rituali liberomuratori (centinaia in tutto il mondo) possono a volte risultare molto diversi tra loro (soprattutto nella rappresentazione del rapporto tra il Liberomuratore e l’Essere Supremo, e conseguentemente con la Religione), così diversi da rendere impossibile, e improbabile, qualsiasi generalizzazione. Da questa premessa, come ho ribadito in moltissime occasioni, ne consegue che ogni considerazione sulla Libera Muratoria che prescinda dal riferimento ad una sua specifica ritualità non ha, a mio parere, alcun valore, non essendovi alcuna base concreta (ossia la ritualità) su cui instaurare una discussione proficua sul tema.

Il mio auspicio è pertanto che in futuro lo studio della Libera Muratoria, quale fenomeno socio-culturale di rilevante importanza, sia informato a criteri di scientificità e dunque di rigore storico, filosofico ed esegetico.


4) Ci risulta che da tempo, almeno da quando era Gran Cancelliere della UGLE Mr. Derek Dinsmore, la GLRI abbia dato piena disponibilità ad aprire un rapporto di reciprocità, o comunque di mutuo riconoscimento territoriale, con il Grande Oriente d’Italia, subordinandolo ad una pari volontà espressa dalla Gran Loggia del GOI, organo competente ad assumere una tale decisione.

Recentemente è saltato fuori un documento, datato 4 dicembre 2015, che ha rivelato la determinazione della ex Giunta Bisi ad andare in quella direzione. Sono passati quasi 10 anni, a Lei risulta che questa determinazione abbia mai avuto seguito in una delibera della Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia?




Il Consiglio delle Proposte Generali della GLRI, a seguito di un documento del Gran Cancelliere della UGLE Derek Dinsmore datato 10 marzo 2015 (a me personalmente inviato), nel quale ci chiedeva circa la nostra disponibilità a “to share territory” con altra Istituzione massonica italiana, ha argomentato che tale decisione non era nelle prerogative né del sottoscritto né tantomeno del Consiglio delle Proposte Generali della GLRI.

Abbiamo inoltre chiarito, sempre al Gran Cancelliere inglese, che avendo nelle loro Costituzioni, sia la GLRI sia il GOI, uno specifico articolo nel quale ambedue attestano la loro sovranità territoriale, una ‘condivisione del territorio’ avrebbe necessariamente comportato una modifica di tale articolo tramite una necessaria e imprescindibile decisione delle due Gran Logge, evento mai verificatosi.

Nella lettera del 10 febbraio 2023 del Gran Cancelliere Paul R. Engeham (sempre indirizzata al sottoscritto), venivamo semplicemente portati a conoscenza delle intenzioni della UGLE di ripristinare il riconoscimento del GOI (senza menzionare alcuna condivisione territoriale), intenzione già in itinere e palesata addirittura prima della mia elezione nel lontano 2001 (verbale del Board della UGLE del 14 marzo 2001: “The Board of General Purposes believes that the Lodges under the Grand Orient of Italy are now practising regularly…”). Ci veniva comunicato in sostanza che la UGLE avrebbe avuto rapporti di riconoscimento in Italia con due Istituzioni massoniche, come già avviene da decenni in altri territori (in Brasile, Messico, Colombia ecc vi sono persino più di due riconoscimenti nello stesso Paese).


[1] René Guénon, L’Ortodossia massonica, in Studi sulla Massoneria e il Compagnonaggio, A.C. Pardes, Barcellona, 2015, pag. 107.

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Nota sulla questione della "condivisione territoriale" G.O.I./G.L.R.I. (passando per U.G.L.E.)

Come interessati alla questione, ed in seguito alle dichiarazioni rese dal dr. Fabio Venzi, Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d'Italia, non possiamo non ritornare nel merito del tema della "condivisione territoriale" tra Grande Oriente d'Italia (G.O.I.) e G.L.R.I., per come si palesa nel documento della Giunta del G.O.I. datato 04 dicembre 2015, già pubblicato nei mesi scorsi su queste pagine.

Se finora, infatti, poteva sussistere qualche residuale dubbio sul fatto che a tutt'oggi, tra G.O.I. e G.L.R.I. non esistesse alcuna condivisione di territorio (seppur nel quadro delle rispettive ed infrangibili giurisdizioni massoniche), tali dubbi sono stati definitivamente ed incontrovertibilmente fugati dall'intervista appena rilasciata dal Gran Maestro Fabio Venzi.

Come già rilevato in passato, la "condivisione territoriale" costituisce il fondamento formale del riconoscimento operato dalla Gran Loggia Unita di Inghilterra (U.G.L.E.), a marzo dello scorso anno (data: 08.03.2023), nei confronti del Grande Oriente d'Italia.

Più specificatamente, si è venuti a conoscenza che nella riunione di Gran Loggia della G.L.R.I. del 29 ottobre 2016 il Gran Maestro Fabio Venzi, dopo aver consegnato a Derek Dinsmore, Gran Cancelliere della Gran Loggia Unita d'Inghilterra, l'onorificenza dell'Ordine della Stella Fiammeggiante, ha chiarito allo stesso che la Gran Loggia della G.L.R.I. sarebbe pronta ad esprimere parere favorevole al riconoscimento territoriale del G.O.I. solo in presenza di una analoga delibera della Gran Loggia del Grande Oriente d'Italia, da intendersi abrogativa, o comunque modificativa, dell'art. 2 comma 2 della sua Costituzione, che recita: «Il Grande Oriente d’Italia - Palazzo Giustiniani - è storicamente la prima Comunione Massonica Italiana... e rappresenta la sola fonte legittima di autorità massonica nel territorio italiano e nei confronti delle Comunioni Massoniche Estere», ritenendo la decisione del Consiglio dell'Ordine del 04.12.2015 un mero atto propositivo e non deliberativo.

A questo punto ci si potrebbe chiedere, ma forse se lo dovrebbe chiedere innanzitutto il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Antonio Seminario, su quale presupposto giuridico/formale si sarebbe basato il riconoscimento ricevuto dal G.O.I. in data 08.03.2023 da parte della U.G.L.E.

Evidentemente, un presupposto in netto contrasto con la Costituzione del Grande Oriente d'Italia, ma pure in contrasto con la Gran Loggia Regolare d'Italia, che come ebbe a a dichiarare l'ex Gran Maestro Stefano Bisi, è tuttora considerata dal G.O.I. una «cosiddetta Gran Loggia Regolare», quindi non regolare, non riconosciuta e men che meno considerata territorialmente sussistente.

A riprova di quanto esposto, fa fede la corrispondenza intercorsa in data 07.06.2024 con il prof. Claudio Bonvecchio, membro della Giunta del G.O.I. al momento della redazione del documento del 04.12.2015, riportante alla pubblicazione di un articolo sulla questione, in cui si definiva la "delibera" della Giunta del G.O.I. una "paraculata".




Ebbene, il prof. Bonvecchio rispondeva: «Per amore della verità, che ho sempre, quel documento non era una paraculata, si chiama piuttosto un esercizio diplomatico. E la democrazia saggia il terreno».

Prendendo per buona la risposta del prof. Bonvecchio, la si può validare sicuramente per allora, ma oggi, 23 ottobre 2024, ci si può permettere di chiedere al Gran Maestro Antonio Seminario se il "terreno", in questi ultimi dieci anni, sia stato "saggiato", oppure... si debba ritornare alla precedente chiave di lettura della "paraculata".

La delibera di Giunta del 04.12.2015, infatti, non è mai stata portata all'attenzione della Gran Loggia del Grande Oriente d'Italia, unico organo statutario con capacità deliberativa in materia. Ci si potrebbe domandare: È mai stata sollevata (oppure, si è mai trovato il tempo in questi dieci anni di sollevare) la questione? La G.L.R.I. è ancora, come ha avuto modo di dichiarare il predecessore di Antonio Seminario Stefano Bisi, una «cosiddetta Gran Loggia Regolare», quindi per il G.O.I. non regolare, non riconosciuta e men che meno considerata territorialmente sussistente?

Anche perché queste domande – molto scomode – se le sta iniziando a porre il mondo massonico internazionale, come risulta dalla recente richiesta avanzata nei confronti del G.O.I. e della G.L.R.I. dal Segretario americano della Commission on Information for Recognition.


Grazie al Canale Telegram di informazione massonica Notizie massoniche italiane (t.me/notiziemassoniche) siamo in grado di riportarvene il testo originale:


To: Commission Secretary < commissionsecretary22@gmail.com >
Subject: Commission on Information Donation Request and UGLE/Italy

Dear Sirs and Brothers:

Our thanks to the member Grand Lodges who were able to support the Commission's work this last year.

Attached you will find both a current request, as well as the Secretary/Treasurer report.

You will have received notice of UGLE's renewed recognition of the Grand Orient of Italy. I have attached a copy for convenience. The Regular Grand Lodge of Italy had made an inquiry regarding recognition last year. Given the UGLE action, we anticipate a further request. The Commission has sent correspondence to the two Italian Grand Lodges asking if North American Grand Lodges would be able to recognize the Regular Grand Lodge of Italy and still maintain our relationship with the Grand Orient of Italy.

As always, I am happy to help with recognition issues that may arise with your grand lodge.

--

Glen A. Cook, PGM (Utah)

Secretary

Commission on Information for Recognition

+801-261-0674


Evidentemente, anche oltreoceano la delibera della Giunta del G.O.I. del 04.12.2015, oltreché ormai esageratamente datata, inizia a convincere sempre meno, apparendo esattamente per quello che è: un "esercizio diplomatico" palesemente fallito.

La responsabilità della U.G.L.E.

Sarebbe utile chiedersi per quale ragione la U.G.L.E., solitatamente molto attenta alla forma, abbia potuto prendere una cantonata di questo genere.

La domanda pone nell'imbarazzo. Probabilmente la U.G.L.E. è stata tratta in inganno. Da cosa? Forse dalla necessità di autopromuovere il riconoscimento al G.O.I.? Fatto sta che il proverbiale rigore inglese, in questa circostanza ha fatto cilecca, finendo per partorire quella che – stavolta ne siamo sicuri – lo stesso ex Gran Maestro del G.O.I. Stefano Bisi definirebbe: "Una colossale bischerata!"    




Cosa accadrà adesso che la questione è stata ampiamente illustrata, e su di essa vi è il contributo ufficiale del Gran Maestro Fabio Venzi?

Uscirà dal dominio nazionale per diventare questione di politica massonica internazionale? Magari attraverso l'intervento diretto, con la Gran Loggia Unita d'Inghilterra, del Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato Giulio Nigro.

Egli potrebbe avere tutto l'interesse a volerci veder chiaro, su questa situazione così ingarbugliata che vede, tra l'altro, gli scozzesi regolari e riconosciuti italiani alle prese con decisioni del G.O.I. che definire antistoriche, se non addirittura antimassoniche, parrebbe un eufemismo.

Il tutto, magari, mettendo in copia conoscenza il Gran Rappresentante per l'Italia della U.G.L.E. Lesley Hicks, contrario fin dall'inizio a che fosse concesso il nuovo riconoscimento inglese al G.O.I., proprio perché paventate come assenti le minime condizioni giuridico/formali.

Se il Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico e Accettato italiano (Corpo massonico estraneo al Craft) Giulio Nigro trovasse in se stesso il coraggio per compiere un tale decisivo passo, il risultato sarebbe l'immediata sospensione al G.O.I. del riconoscimento inglese, concessogli appena un anno e mezzo fa. Con conseguenti contraccolpi tutti da valutare. 

Tale misura verrebbe presa in attesa che la "Giunta Seminario" trovi la forza di portare tutta la faccenda al voto della Gran Loggia del G.O.I., proponendo così, nella sua sede naturale la modifica dell'art. 2 comma 2 della Costituzione dell'Ordine.

Sempre che Antonio Seminario questa "forza" la trovi... il che è tutt'altro che scontato.





Autore: Redazionale ARTICOLO GRATUITO
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