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Il premio Asproni a Marcello Fois. Vale anche se Asproni è soltanto il nome d’una misera borsa?

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La prima edizione del premio nazionale intitolato a Giorgio Asproni – eminente figura del risorgimento democratico di scuola mazziniana – ha onorato una personalità eccellente della cultura letteraria sarda ed italiana, vale a dire lo scrittore Marcello Fois, il quale in una sua recente dichiarazione ha ben fatto capire che del grande Bittese titolare del premio non conosce forse nulla. L’eco della personale frequenza dei corsi liceali al classico di Nuoro, a suo tempo, i rimandi simpatici alla toponomastica locale o alla galleria delle icone con tanto di nome ma di nessuna biografia indagata.

Annico Pau, già sindaco di Nuoro e cofondatore e presidente dell’Associazione Mazziniana del capoluogo barbaricino (appunto sezione Giorgio Asproni), esprime con parole chiare e insieme con molta garbatezza, il rammarico per una scelta che sembra non incontrare, sembra non avrebbe mai incontrato e, dati i presupposti, parrebbe neppure interessata ad incontrare tutta la grandezza dell’Asproni democratico sardo di radicato collegamento con la democrazia repubblicana e radicale italiana nella fase storica della conquista dell’indipendenza dallo straniero e dell’unità politica e degli ordinamenti della nazione. (Il che, in tempi di mortificante società liquida, di marchiani cedimenti all’imperante conformismo destrorso e di speculare marginalizzazione della cultura critica che il repubblicanesimo portò nella politica italiana dell’Otto-Novecento, avrebbe meritato una più puntuale riproposta alla conoscenza e al giudizio dell’agora contemporanea. E ciò sia detto non mancando di evidenziare come da parte dell’Associazione Mazziniana sia nazionale che regionale e di altri organismi che nominalmente si riportano alla medesima ispirazione nulla si sia obiettato, in tempi che sono ancora recenti, davanti ai ripetuti imbecillissimi insulti a Giovanni Bovio ed a Giuseppe Mazzini, oltreché alla civiltà democratica e alla educazione, che pubblicamente – e con centomila accessi all’web – erano stati denunciati data la disgraziata fonte cagliaritana: zitto il presidente Finelli zitti tutti gli altri).

L’autorevolezza civile e politica del professor Pau esige la tribuna che Giornalia offre alle sue considerazioni, le quali trovano anche robusto supporto nei rimandi alle fatiche storiografiche specialistiche di Tito Orrù, Bruno Josto Anedda, Lello Puddu (autentico apripista), cui si vorrebbero aggiungere i nomi di studiosi come Carlino Sole, Maria Corona Corrias, Virgilio Porceddu, Nico Selis oltreché quelli dei “maggiori”, per il raggio accademico o istituzionale nazionale del loro ufficio, come Giovanni Spadolini, Arturo Colombo, Giuseppe Tramarollo e altri. (gf.m.)








Fonte: Gianfranco Murtas
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