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FABIO LOI

Il problema delle sinistre

Le sinistre prese dalle divisioni concettuali hanno dimenticato la prassi.

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Il problema delle sinistre

Il problema delle sinistre è la sintesi sulle questioni fondanti. Non si riesce più a fare un’analisi che sia condivisa da sinistra a sinistra. Ognuno si è ricavato orgasmicamente il proprio pezzetto di ideologia, dai pro-migranti ai pro-stato nazione. Tra questi pro c’è solo tifoseria becera da stadio. Fazioni: chi sorride a Salvini e 5 stelle e chi, invece, cambia marciapiede se incontra un sottoproletario alla ricerca di ferro da riciclare. Esiste quella sinistra che accoglie l’immigrato abbracciandolo, che sorride alle manifestazioni omosessuali ma che definisce analfabeta funzionale l’italiano povero o il lavoratore da cantiere. Se da un lato questa sinistra si dimostra accogliente dall’altro, paradossalmente, emargina il giovane e l’adulto dei quartieri popolari. La questione immigrazione ha colmato lo spazio cattolico pietistico lasciando al di fuori le povertà endemiche del paese.

L’altra sinistra, che si reputa migliore, vorrebbe chiudere i confini, smetterla con l’immigrazione e provare realmente ad "aiutarli a casa loro" uscendo dall’alleanza NATO e dalla comunità europea, cioè provando a contare un po’ meno dello zero in ambito internazionale. Realisticamente parlando è così. Che piaccia o meno. Ideologicamente discutendo, invece, si possono fare tutte le pippe che vogliono. Eppure questa sinistra sorride a Salvini e al movimento trasversalista dei 5 stelle. Trasversalista si fa per dire, vista la convinta deriva a destra. Quella sinistra che elogia lo stato nazione (sino a 15 anni fa era considerato oltraggio fascista), ammira Le Pen, Farage, Orban, Putin e li descrive come i baluardi protettori della classe operaia nazionale, forgiati da un forte antiamericanismo. Ma sono sicuri che sia realmente così? Per non parlare delle critiche al movimento femminista e LGBT.

La sintesi condivisa invece, sarebbe molto più semplice. Ci sono almeno due questioni fondamentali che attanagliano il paese ed entrambe sono connesse da un fil rouge: ambiente e lavoro. Si deve almeno provare a parlare e costruire politiche ambientali serie, contestualizzate nel lavoro. La sinistra necessariamente deve parlare con i lavoratori e progettare l’economia ma non a colpi di scure contro l’articolo 18, come l’ultima volta.

Così come non si può andare contro il movimento femminista e LGBT, questo sembra ovvio. D’altronde, ogni essere umano ha il diritto di sentirsi come meglio gli pare, ha il diritto inalienabile alla pratica sessuale che preferisce, nascosta o pubblica e ha il diritto-dovere di praticarla intimamente. Ha il diritto di sbandierarla ai quattro venti o di tenerla nascosta per paura di una castrazione sociale. Ma è un diritto, e come tale la sinistra, tutta, deve pre-occuparsene.

Ambiente, lavoro, povertà, etica politica, diritti sociali, femminili e LGBT sono la sintesi. Concettualmente non è difficile da capire, praticamente oggi sembra impossibile, ma sarebbe il caso di darsi una svegliata!

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