La Calabria vince a Rimini. Il coraggio del Presidente Solinas
Le acclamazioni confermano Bisi e Seminario. Taroni sceglie la "non presenza", e attende il 16 aprile per...
È stato tutto "giusto e perfetto", almeno nello stile ultimo del Grande Oriente d'Italia. Il "Principe", quello cinico tratteggiato da Niccolò Machiavelli, sarebbe orgoglioso e, probabilmente, non avrebbe saputo fare di meglio.
Antonio Seminario, chiamato massonicamente "Talloncino", è divenuto Gran Maestro del G.O.I. (il primo ed unico al mondo ad aver ricevuto la trasmissione dei segreti iniziatici direttamente da un tagliandino), mentre Stefano Bisi è stato addirittura acclamato Gran Maestro onorario, con tanto di folla eccitata e in visibilio al Palacirco di Rimini. In barba a Consiglio e Consiglieri dell'Ordine, i quali contano quello che contano, cioè zero.
Tutto come da copione: ha stravinto la Calabria, un pochino meno la Sicilia e ha perso, forse, definitivamente l’Italia. Eppure, tra ordini (alla convinta partecipazione) e contrordini (al deciso boicottaggio), le truppe taroniane sono parse in evidente stato confusionale; meno le delegazioni estere, che hanno inviato osservatori (Inghilterra, Scozia, Francia, Germania, Austria, Svizzera alpina, etc.) per cercare di capire in che razza di groviglio, ben poco armonioso, si sia davvero cacciato il povero (si fa per dire) Grande Oriente d’Italia.
Le parole d’ordine, alla fine, sono risultate sempre le stesse: difesa della Comunione da chi ha messo in dubbio il “verbo” negazionista e assolvitore del Vascello e i soliti rimproveri ai "fratelli" che pietiscono la protezione dei magistrati civili, contro il regime assoluto. Non sono mancate, infine, le frecciatine sparate qua e là, verso i taroniani, rei di (r)esistere, e nei confronti dell'odiato ex Gran Maestro Giuliano Di Bernardo, definito – senza mai essere nominato – come “personaggio sgradito”, forse ancor più di Leo Taroni, per quella sua naturale propensione (iniziatica) alla verità.
Si attende il 16 aprile...
Gli avvocati della Lista "NOI INSIEME", riuniti in un pool di teste pensanti, hanno deciso di attendere l'esito del 15 aprile in Corte Centrale, dato per scontato (si odono già le risate di Domenico Bellantoni e Fabio Federico...); non appena la protesta di Taroni e Magno sarà archiviata depositeranno presso il magistrato civile il ricorso contro la decisione del Comitato Elettorale Nazionale, chiedendo nel contempo la (difficile) sospensiva dell'avvenuta intronizzazione di Seminario.
Tutto ruota attorno alla data del 16, con sospensiva da sperarsi entro l'estate. Se sospensiva non sarà, e il giudice volesse optare di decidere direttamente nel merito, i tempi si allungano ai primi mesi del 2025, tra febbraio e aprile.
I membri di maggioranza del C.E.N. verranno citati in solido, e questo potrebbe dar adito a qualche fibrillazione negli 8 coraggiosi sostenitori di Seminario. Quelli che, senza sé e senza ma, hanno annullato schede valide, almeno per i principi dell'ordinamento italiano, e considerato recapitate in tempo altre schede, invece, arrivate con clamoroso ritardo presso la sede sicula deputata alla raccolta. Così inquadrando casi di fantasmagorico "teletrasposto" in Calabria, abbinati a tragiche traversate sui muli in terra di Trinacria.
Ma questo è il passato.
Il presente: Achille Andò
Purtroppo per Bisi, Trumbatore, i nostri Pietrangeli e Sechi e "Talloncino" il presente si chiama Achille Andò, nientepopodimeno che Maestro Venerabile della Loggia "Filippo Cordova" n. 894 del Grande Oriente d'Italia a Palermo (così ci riferiscono alcuni "fratelli"). Fresco fresco d'arresto insieme a Mimmo Russo e Gregorio Marchese, tutti incappati in una vicenda di scambio di voti e promesse di lavoro nel copoluogo siciliano, dove un CAF si era messo a disposizione dei boss detenuti, al fine di fargli ottenere l'affidamento in prova e quindi farli uscire dal carcere. L'accusa, per Andò, è corruzione.
Dopo Lucio Lutri, Vito Lauria e Alfonso Tumbarello, insomma, un'altra conferma alle parole dello "sgradito" Di Bernardo: al Sud, per il Grande Oriente d'Italia, qualcosa non quadra per davvero. Ma sicuramente anche Andò "non sapeva" e poi... si sa che la responsabilità è individuale!
La Sardegna
Buone notizie invece per la Sardegna, dove il Presidente del Collegio circoscrizionale Claudio Solinas ha deciso giustamente di restarsene a casa, disertando con grande fierezza e dignità la fiera di Rimini.
Solinas – è risaputo – è uomo concreto e quadrato, poco avvezzo ai compromessi. Gli è sembrato giusto non immischiarsi con certi personaggi e ha lanciato un segnale forte: la Sardegna, quella massonica vera, quella istituzionale, non riconosce come Gran Maestro Seminario, Gran Visir del Tagliandino, e non si piega al sopruso perpetrato dal C.E.N.
Più di uno, oggi, ne mormora la sicura e prossima espulsione dal G.O.I., che certo costituisce attualmente la più importante patente iniziatica che sia immaginabile ricevere in ambito massonico! Se ciò dovesse avvenire, Claudio Solinas avrebbe senz'altro posto nel Giardino dei Giusti.
Ah! Se solo il Presidente avesse elevato quelle Tavole d'Accusa su Bovio! Ma una certa propensione al tatticismo non può certo compromettere una caratura di prim'ordine...
Ad ogni modo, il buongiorno si vede dal mattino e la vicenda Andò riporta alla necessità di credere che con l'aiuto dello Stato una svolta per il Grande Oriente d'Italia sia possibile.
Se un nuovo Sole potrà sorgere, speriamo sorga il più lontano possibile dagli agri di Vibo Valentia (con i peperoncini piccanti e le cipolle rosse di Tropea... molti "fratelli" ritengono di aver già dato!).
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