La Massoneria italiana e quella sarda, fra Bovio e Mattarella, Salsone e Bonvecchio, un Gran Maestro, L’Unione Sarda e il palazzo Sanjust. Intervista al Cavaliere Nero nel suo Canale Telegram
Redazionale
Letti, al momento in cui scriviamo queste righe, da oltre 2000 utenti, il 28 ed il 30 giugno abbiamo pubblicato due articoli redazionali introduttivi di due lettere-documento che abbiamo ricevuto, inaspettate ma certamente gradite, in redazione: in questa nostra redazione “sui generis”, costituita da quattro amici che si danno una mano, in una collaborazione volontaria e gratuita, a portare avanti le cose della piattaforma on-line che abbiamo messo su da neppure quattro anni e che, per il grosso, è autogestita dalla stessa utenza con piena libertà (e speriamo sempre anche con responsabilità). Nessuna nostra inframmettenza o censura.
Alle ore 9.22 di mercoledì 29 giugno, dunque fra le uscite dell’uno e dell’altro articolo, che avevamo titolato rispettivamente “Caso Bovio-Mattarella. Trave e fuscello, fra Cagliari e Milano passando per Roma. Una lettera in redazione e il profilo del… Cavaliere Nero” e “Caso Bovio-Mattarella. Trave e fuscello, fra Cagliari, Milano e Roma. Una nuova lettera in redazione: firmano i Maestri lombardi del Grande Oriente d’Italia pro Salsone e Bonvecchio”, abbiamo ricevuto, anch’esso gradito, il seguente messaggio che riportiamo anche nella sua grafica:
Buongiorno, abbiamo apprezzato l'articolo nel quale si cita il canale telegram da noi rappresentato e denominato "Il Cavaliere Nero". Seppure con una serie di imprecisioni dovute alla non completa conoscenza dei ruoli massonici, l'articolo e' senz'altro pregevole (anche perche' risulta formato con documentazione da noi rilasciata sul canale). Detto questo, se siete disponibili, saremmo interessati a rilasciare una sorta di "intervista" per spiegare cosa sia il Cavaliere Nero, le sue finalita', le modalita' operative. Ovviamente sempre in forma anonima e senza contatto personale neppure telefonico, stante l'inopportunita' di una "disclosure" dei sui membri. Distinti saluti. Il Cavaliere Nero
Data la cordialità dell’approccio abbiamo subito corrisposto, ed alla disponibilità spontaneamente offertaci abbiamo incrociato la nostra, altrettanto piena e altrettanto limpida. Quando ci si incontra con civiltà di linguaggio, l’uno credendo – fino a prova contraria – alla buona fede dell’altro, si può marciare insieme e costruire insieme. La formazione personale di noi redattori, diremmo la “buona educazione” che abbiamo ricevuto nelle nostre famiglie, nella scuola e nella parrocchia o nello sport, il buon esempio che abbiamo ricevuto nelle amicizie e nei nostri primi impieghi professionali, ci obbliga sempre ad un fare positivo.
Noi non siamo esperti di cose massoniche; l’aver ospitato numerose volte gli scritti originali di Gianfranco Murtas, che da mezzo secolo fruga negli archivi privati e pubblici e nelle emeroteche alla ricerca delle infinite tessere che compongono il mosaico massonico sardo, partendo magari dai club giacobini e da Gio.Maria Angioy, non ci fa per questo esperti della materia. Conosciamo della massoneria quanto è nei libri e nelle riviste o è riportato, in quanto alla cronaca, sui quotidiani e nei social; ne abbiamo una idea che potremmo tradurre nella formula “interesse civile” o “interesse culturale” a conoscerne sempre meglio le attività che sappiamo essere, storicamente, di natura umanitaria, sociale e anche filosofica, esterna alle logiche politiche in senso stretto. Ciò seppure il suo indirizzo bisecolare, in Italia (e nel continente europeo), sia stato quello dell’alta dialettica fra la corrente liberale moderata e quella radical-repubblicana e socialista progressista (ragion per cui viene oggi difficile capire come le logge sappiano “convertire” correttamente quegli orientamenti di così alto profilo nella cronaca servitaci dai ben modesti nuovi tempi).
Entrati però nel corso fluente delle ricostruzioni storiche e degli aggiornamenti ideali ed organizzativi, ci è capitato di essere entrati anche nell’altro… corso fluente delle polemiche interne alla comunione libero muratoria, e in particolare a quelle relative a vicende anche scabrose – taluna perfino oscena, inimmaginabile se vera – messe in campo da diversi soggetti con molti grembiuli negli ultimi anni. Vicende diverse di cui s’è occupata, una volta, anche L’Unione Sarda.
Dunque dall’incontro delle disponibilità dichiarate – dal Cavaliere Nero a noi e nostra al Cavaliere Nero – è venuta fuori una lunga intervista che, salvo imprevisti, contiamo di pubblicare domenica prossima, 17 luglio. Si tratta di riflessioni, osservazioni e anche denunce che il Cavaliere Nero ha in parte già anticipato nel suo Canale Telegram (www.cavnero.eu) ed ha, adesso, sviluppato con noi. Di tanto, e soprattutto della sua fiducia, gli siamo grati.
Pari gratitudine, s’intende, noi – parte terza e neutra nel contenzioso – abbiamo ed avremo per chiunque sia portatore di valutazioni, di analisi e di giudizi diversi, anch’essi ovviamente documentati e desideri portare il suo contributo critico in una pacifica e fertile agorà.
La nostra terzietà – che è nella nostra natura ed è anche nostro vanto – ha i limiti soltanto nella consapevolezza che lo status di cittadinanza detta a noi come a chiunque altro: in capo a tutto è il rispetto della costituzione della Repubblica e delle autorità chiamate ad attuarla ogni giorno; vi è poi il rispetto per la storia democratica ed antifascista della patria italiana nella quale siamo cresciuti e ci ha nutrito. Abbiamo piacevolmente rilevato che chiunque abbiamo accostato e si sia posto su questa lunghezza d’onda ha adoperato sempre un linguaggio consono, serio, sobrio. Diverso, purtroppo, è stato da chi non ha nascosto il proprio disprezzo per le idealità civili di larga condivisione repubblicana, in una deriva disvaloriale che molto preoccupa e che non ci troverà mai neutri.
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