Le novità del Decreto Legge n. 127/2025: un esame di maturità riformato
L'obiettivo è formare cittadini preparati, ma l'applicazione solleva sfide logistiche e politiche.

Il Decreto Legge 9 settembre 2025, n. 127 introduce una nuova visione dell'istruzione, orientata a bilanciare la preparazione accademica con le competenze pratiche e la responsabilità civica. Tra le novità principali, emerge la ridenominazione di termini chiave: "Esame di Stato" diventa "esame di maturità" e i "Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento" (PCTO) vengono chiamati "formazione scuola-lavoro".
Il nuovo esame di maturità prevede due prove scritte e un colloquio orale obbligatorio, che si concentra su quattro discipline principali scelte dal Ministero ogni anno. L'aspetto più significativo è che il colloquio valuterà anche le competenze acquisite in educazione civica e durante i percorsi di formazione scuola-lavoro. Questo cambiamento segnala l'intenzione di superare un modello scolastico basato sulla sola acquisizione di nozioni, mirando a formare cittadini più consapevoli e preparati al mondo del lavoro.
Un'altra riforma rilevante riguarda l'ammissione all'esame: per accedervi sarà necessario aver ottenuto almeno un 6 in condotta. Questo requisito rafforza il principio che il percorso scolastico non è solo una questione di rendimento accademico, ma anche di responsabilità individuale, rispetto delle regole e partecipazione attiva. A partire dall'anno scolastico 2026/2027, la partecipazione a una specifica formazione per i docenti diventerà titolo preferenziale per la nomina a membro della commissione d'esame, un passo fondamentale per migliorare la qualità e l'uniformità della valutazione. l punteggio massimo bonus che la commissione può assegnare scende da 5 a 3 punti.
Molte delle modifiche introdotte, come la ridenominazione e la gestione dei punteggi, sono facili da attuare. Tuttavia, l'applicazione concreta e il successo della riforma dipendono da una pianificazione attenta e da risorse adeguate, affrontando sfide che sono più logistiche e politiche che tecniche.
- Complessità dell'esame orale : preparare gli studenti su quattro discipline principali, oltre a educazione civica e formazione scuola-lavoro, renderà l'esame orale più complesso e richiederà tempi più lunghi per ogni candidato. La sua fattibilità dipenderà dalla disponibilità di docenti qualificati e da un'organizzazione efficiente dei calendari d'esame.
- Controversie sulla condotta : subordinare l'ammissione al voto di condotta, pur essendo tecnicamente possibile, potrebbe generare dibattiti e ricorsi legali a causa della sua soggettività e della potenziale disproporzione tra la mancanza disciplinare e la negazione di un titolo di studio.
- Formazione dei docenti : sebbene la formazione specifica per i commissari sia una misura di alta qualità, richiederà la creazione di percorsi formativi su larga scala, con costi e tempi notevoli.
In conclusione, sebbene sulla carta queste novità siano meritorie, la loro implementazione richiederà un notevole sforzo da parte di docenti e studenti, con la sfida di dimostrare che il maggiore carico di studio e formazione si tradurrà effettivamente in una crescita concreta per tutti i protagonisti della scuola.
Immagine generata dalla IA
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