L’epigenetica: la scienza che studia la regolazione dell’espressione genica
L'epigenetica è una branca relativamente giovane della genetica che si occupa dei cambiamenti fenotipici ereditabili da una cellula o un organismo
L’epigenetica: la scienza che studia la regolazione dell’espressione genica
L'epigenetica (dal greco ἐπί, epì, «sopra» e γεννητικός, gennitikòs, «relativo all'eredità
familiare») è una branca relativamente giovane della genetica che si occupa dei
cambiamenti fenotipici ereditabili da una cellula o un organismo, in cui non si osserva una
variazione del genotipo dato che pare che più di 2000 anni fa Aristotele aveva ipotizzato
che l ’ambiente potesse condizionare le caratteristiche di un individuo, la sua era una
semplice ipotesi.Pare infatti, che l’ereditarietà non sia solamente ricollegabile al DNA
come unica informazione genica tramandata dai genitori ai figli e secondo uno studio
pubblicato sulla rivista Science nel 2017, i fattori epigenetici permettono alle cellule di
regolare la propria espressione genica senza che venga alterata effettivamente la
sequenza del DNA. Ciò rappresenta una decisiva svolta nel mondo della biologia in
quanto significa che, sebbene i gameti siano epigeneticamente riprogrammati dopo la
fecondazione per stabilire la totipotenza, i cambiamenti della cromatina indotti
dall’ambiente nella linea germinale possono essere ereditati e influenzare la prole. Ma
vediamo insieme cos’è l’epigenetica e qual è il ruolo dell’ambiente sul nostro genoma.
La parola epigenetica significa letteralmente “oltre ai cambiamenti nella sequenza
genetica“ ed il termine si è evoluto icludendo qualsiasi processo che altera l’attività genica
senza modificarne la sequenza del DNA e che porta a modifiche, le quali possono essere
trasmesse alle cellule figlie.
Sono molti i meccanismi epigenetici che sono stati identificati, tra cui metilazione e
acetilazione del DNA.
Questi processi possono portare ad una significativa modifica della cromatina, la quale è il
complesso di proteine (in particolare parliamo di istoni) e DNA in cui è organizzato il
genoma cellulare; complesso può essere modificato da sostanze come i gruppi acetilici
(in questo caso il processo è chiamato acetilazione), i gruppi metilici, gli enzimi nonché
alcune forme di RNA come microRNA e piccoli RNA interferenti. Tale modifica altera la
struttura della cromatina e comporta un cambiamento nell’espressione genica. In generale
la cromatina maggiormente ripiegata tende ad essere non espressa mentre la cromatina
più aperta è funzionale o espressa.
Potremmo cosi’ dire partendo da queste considerazioni che il nostro corpo contiene
differenti tipi di cellule, le quali nonostante abbiano uno stesso punto di partenza (tutte
hanno lo stesso genoma), durante il loro sviluppo tendono a far “tacere” in modo selettivo
un certo numero di geni. Questo silenziamento è regolato dai fattori epigenetici che
permettono di dare differenti interpretazioni di quella che rappresenta, di fatto, un’unica
informazione genica.
Pertanto possiamo dire che, in sostanza, l’epigenetica studia i cambiamenti nella
trascrizione del nostro DNA che portano a sviluppare le tante differenze cellulari.
L’epigenetica va oltre il patrimonio genetico
Ognuno di noi ha un patrimonio genetico che viene conservato nel DNA; fino a qualche
anno fa si credeva che l’unità ereditaria fondamentale, ovvero il gene, venisse regolato per
la sua attivazione o repressione solo durante lo sviluppo embrionale ora invece siamo a
conoscenza che la metilazione del DNA può cambiare anche nei neuroni maturi,
dimostrando che ci sono segnali cellulari diretti dagli stimoli ambientali. Nei piccoli di ratto
si è rilevato che alti livelli di cure materne corrispondono a una demetilazione del gene del
recettore dei glicocorticoidi nell’ippocampo con un incremento a lungo termine dei livelli di
trascrizione e questo comporta che nell’adulto ci siano maggiori quantità del recettore e
ciò si traduce in un fenotipo caratterizzato da ridotti livelli di stress.
Un altro interessante esempio dell’importanza dell’epigenetica risiede nello studio
sociobiologico delle formiche appartenenti a diverse caste: in questo studio infatti
somministrando inibitori di HDAC di classe I e II è possibile fare in modo che le formiche
che appartengono alla casta dei soldati adottino invece il comportamento tipico delle
formiche operaie, un cambiamento inoltre influenzabile dall’età: la somministrazione della
sostanza a formiche già adulte, infatti non provoca alcuna alterazione del
comportamento,questo perchè esiste una “finestra di vulnerabilità epigenetica“,
evidentemente legata al periodo di massima plasticità cerebrale.
Nell’uomo i fattori ambientali che possono influire sullo stato epigenetico possono
essere divisi in: alimentazione, nell’ambiente socio-economico, i trattamenti
farmacologici e le abitudini di vita.
Grazie avanzamento
della biologia oggi abbiamo
cosi’ a disposizione
una mappatura
del genoma umano, una
mappatura che ci ha
fornito molte informazioni,
nonostante ciò iprocessi
legati al
differenziamento cellulare, all’espressione genica e alla comparsa dei tumori restano
ancora “inspiegabili”.
Nel dicembre 2005 un gruppo di 40 scienziati internazionali ha proposto un progetto
chiamato “Human Epigenome Project” in cui, in aggiunta ai dati relativi alle sequenze di
DNA, fu rivolta molta attenzione al profilo della metilazione del DNA, la quale è implicata in
alcuni tipi di cancro. L’obiettivo del progetto statunitense è stato quello di mappare in modo
completo la metilazione e le modificazioni istoniche, le due classi principali di modificazioni
epigenetiche, in un insieme diversificato di tessuti normali. Questi epigenomi servirebbero,
pertanto, come riferimento per il confronto con i tessuti malati ed in questo modo
l’epigenetica può rivelarsi più importante della genetica per comprendere le cause
ambientali della patologie.
Lo stato attuale e futuro dell’epigenetica
Da diversi studi è emerso che molti geni, malattie e sostanze ambientali fanno parte
del quadro epigenetico; in modo particolare, i “segni epigenetici” subiscono una deriva
significativa durante l’invecchiamento (di questo si è parlato approfonditamente
nell’intervento al BergamoScienza della brava dottoressa Blackburn). Questa
perturbazione può, in qualche modo, portare alla perdita dei punti di riferimento della
cromatina causando successivamente patologie, le quali sono sempre più associate
all’avanzamento dell’età. Avviene di fatto una perdita del normale equilibrio tra il
meccanismo di regolazione e la plasticità fenotipica di risposta ai segnali ambientali interni
ed esterni. Una migliore comprensione della deriva epigenetica, soprattutto quando
associata all’età, ci consentirà di manipolare l’epigenoma: queste sono enormi conquiste
ed al tempo stesso promesse che potrebbero portare in futuro alla prevenzione ed a un
migliore trattamento delle patologie.
Questi studi hanno avuto importanti riscontri anche in ambito psicoterapeutico, infatti
in modo particolare, dagli studi sui disturbi del neuro-sviluppo è noto che il sistema
nervoso sia sensibile agli stimoli ambientali, i quali nella loro interazione negativa, possono
essere la causa di problematiche ricollegabili al linguaggio, alla comunicazione,
all’apprendimento, all’attenzione e all’iperattività e proprio in questo contesto si inserisce la
chiave di lettura dell’epigenetica.
Durante la VI edizione del Convegno Nazionale di Epigenetica, promosso dall’Istituto di
Medicina Naturale di Urbino, si è discusso dell’importanza di integrare nozioni genetiche
ed epigenetiche al fine di capire meglio come le scelte di tutti i giorni, e quindi il nostro stile
di vita nochè la nostra storia familiare possano cambiare profondamente ciò che siamo.
Fonti : Wikipedia
Microbiologia Italia Web Page
Profilo in Cam.TV di Daniele Berti
Immagine tratta da(by) Microbiologia Italia Web Page
Francesco Maccioni Consulente G&Life S.p.A. brand Generame – Ricercatore
Indipendente
www.generame.com
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Email : franzjohnpaul@gmail.com
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