Lonis! Chi era costui?
A Cagliari un’importante iniziativa per approfondire la conoscenza di Giuseppe Antonio Lonis, considerato il più grande scultore ligneo del Settecento sardo

di Franco Meloni
Nei riti della Settimana santa cagliaritana ricorre una parola: Lonis. Le statue dei Misteri “del Lonis”, quelli di Villanova e di Stampace, il simulacro di Sant’Efisio “del Lonis”, quello che si porta in processione il 15 gennaio, giorno della sua festa, il lunedì di Pasqua e il Giovedi santo per la visita ai sepolcri nelle chiese del Centro storico. E così via.
Ci si riferisce a Giuseppe Antonio Lonis, considerato il più grande scultore ligneo del Settecento sardo. Autore delle statue citate e di innumerevoli altre di stupefacente fattura e appropriate policromia, venerate in tante chiese della città e dei paesi del Sud Sardegna.Del nostro Lonis, nato nel 1720 a Senorbì e morto 1805 a Cagliari, dove fin da giovane si trasferì, aprendo bottega proprio di fronte alla Chiesa di San Michele, si sapeva poco. Solo di recente sono fioriti studi sulle sue opere e sulla sua vita, e nel 2010 il Comune capoluogo gli ha intitolato una via a Pirri, raccogliendo un appello del letterato Antonio Romagnino pubblicato su L’Unione Sarda (2006). Annotiamo in argomento: sarebbe stato meglio dedicargli una piazzetta a Stampace, per esempio intitolandogli lo spiazzo davanti alla Chiesa di San Michele. Del Lonis parlò per primo il canonico Giovanni Spano, nella sua Guida di Cagliari (1861) interessato più alla persona stravagante che alle sue opere. Quanto scrive da’ ragione a quanti lo rassomigliano al grande pittore lombardo Caravaggio, soprattutto per analoga inquietudine: “Questo valente artista aveva un genio bizzarro e spadaccino (…). Era alto di persona, e ben tarchiato: andava sempre armato di spada, e trovandosi un giorno nella strada di S. Francesco del Molo, tre soldati tedeschi si burlarono di lui. Gli saltò la senapa al naso, e tosto li sfida tutti e tre a duello. Quelli accettarono, e condottoli sopra il piccol bastione dietro la dogana, principio’ l’attacco col più forte che, feritolo, si die’ per vinto: l’ istesso successe agli altri due (…). Altra volta un militare forestiere slanciava vituperii contro la sua patria: tosto gli si avventò, e gli strappò ignominiosamente i mustacchj. Lo stesso fece ad uno che lo chiamò mastro invece che scultore. Per tacere degli altri: al Marchese di P.. . che inutilmente lo faceva andare in casa per pagargli un lavoro, finalmente e’ tempo che di finirla, disse, prendete la vostra spada per farvi vedere chi son io, e quegli in allora lo pago’. Per questi suoi atti di bravura e di violenza, esulò più volte dalla patria, ricoverandosi presso il suo
maestro in Napoli”. E, parlando del simulacro “Cristo alla colonna”, facente parte dei Misteri di Villanova: “Raccontasi (…) che avesse attirato nel suo studio un facchino, e con istratagemma avendogli legate le mani ad un tronco, gli desse una forte vergata sulle spalle, ed osservato il movimento della testa e della persona per il dolore, si mettesse tosto ad improntare il lavoro che aveva abbozzato. Si vede infatti il Cristo colla testa sollevata in Cielo, in modo inesprimibile; ed tanto nella posizione del corpo, quanto nello stiramento delle braccia ti pare di leggervi il dolore.” Come non vedere anche in questo episodio una certa similarità creativa e impertinente del Caravaggio con i modelli utilizzati per i suoi quadri? L’esigenza di conoscere meglio questo grande artista ha mosso diverse entità associative quali il MEIC, la Congregazione degli Artieri, l’Arciconfraternita del Gonfalone, gli Ex allievi salesiani, l’Associazione Toniolo e la Parrocchia di Sant’Anna, ad organizzare due iniziative: una conferenza affidata a due storici dell’Università di Cagliari, Luca Lecis e Mauro Salis, che si terrà mercoledì 16 aprile alle ore 17,30, presso la sala conferenze degli Ex allievi Salesiani di via San’Ignazio 62 e una lectio con le statue del Lonis dei Misteri di San Michele, che si terrà martedì 6 maggio, alle ore 18, proprio nella Sacristia della chiesa ove sono custoditi i simulacri, con i medesimi relatori e con la presenza dei padri gesuiti che hanno caldeggiato un evento davvero interessante e suggestivo.
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