Marocco: Usa conferma posizione su Sahara
Con il sostegno al piano di autonomia del Marocco come serio, credibile e realistico
Gli Stati Uniti hanno confermato la posizione assunta dalla precedente amministrazione di Donald Trump sulla questione del Sahara marocchino. Il Dipartimento di Stato Usa ha spiegato in una nota che la questione è “chiara e costante” e resta “invariato” il sostegno di Washington che considera il piano di autonomia del Marocco “serio, credibile e realistico”.
In un comunicato diffuso alla vigilia della visita in Marocco (17 e 18 dicembre) del vice segretario aggiunto degli Stati Uniti per il Nord Africa, Joshua Harris, il dipartimento di Stato ha precisato che, durante i suoi colloqui a Rabat, il funzionario statunitense “ribaderà che non vi è alcun cambiamento nella posizione chiara e coerente degli Stati Uniti”.
Questa nuova conferma della posizione di Washington costituisce una smentita nei confronti delle affermazioni di alcuni media algerini che secondo i quali, in seguito alla recente visita a Algeri, il diplomatico americano avrebbe modificato la posizione degli Stati Uniti sulla questione del Sahara.
“Gli Stati Uniti sostengono pienamente l’inviato personale delle Nazioni Unite Staffan de Mistura per la facilitazione del processo negoziale finalizzato al raggiungimento di un accordo giusto, duraturo e reciprocamente accettabile” sulla disputa regionale attorno al Sahara marocchino, aggiunge il comunicato.
Pur ricordando che gli Stati Uniti “credono che debba esistere una soluzione politica negoziata accertati senza ulteriori indugi”, la stessa fonte precisa che “l'esito delle trattative svolte sotto gli auspici delle Nazioni Unite sono concordate di comune accordo dalle parti. Questo riflette il loro impegno verso gli sforzi delle Nazioni Unite in uno spirito di realismo e di compromesso il che costituirebbe la soluzione finale a questa questione”.
“In questo senso, gli Stati Uniti continuano a considerare la proposta di autonomia del Marocco come seria, credibili e realistica”, riafferma la diplomazia americana.
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