Mons. Antonio Virdis canonista, storico e giornalista
Una vita dedicata alla Facoltà di Teologia
Di Tonino Cabizzosu
La Facoltà di Teologia della Sardegna, con la scomparsa di Mons. Antonio Virdis, vede mancare uno dei docenti più prestigiosi, per l’autorevolezza del suo insegnamento e per la ricchezza dei suoi studi in ambito giuridico e storico. La Chiesa sarda perde uno dei suoi sacerdoti più rappresentativi, il quale, per un arco di oltre settant’anni, ha prestato numerosi servizi con generosa abnegazione nella diocesi turritana e nell’intera comunità ecclesiale isolana, educando generazioni di sacerdoti nella Facoltà Teologica della Sardegna. Fu docente severo e coscienzioso, storico raffinato, giornalista di razza, ricercato direttore di spirito e con quest’ultima dimensione unificava le diverse anime del suo ministero, trovando nella vita interiore e nell’apostolato la sorgente del suo essere e del suo operare.
Una delle caratteristiche della sua lunga vita (Ittiri 16 ottobre 1926-Sassari 5 maggio 2020) fu la docenza di diritto canonico, ad iniziare dall’ottobre 1962 nella sede di Cuglieri e poi di Cagliari, fino all’anno accademico 1996-1997. Nel 1974 divenne Ordinario di Diritto Canonico. Virdis, formatosi alla scuola giuridica dell’Università Lateranense, fu severo canonista che visse con passione il passaggio tra il Codice del 1917 e quello del 1984: rigido nel proporre il pensiero della Chiesa attraverso una miriade di norme, sensibile al nuovo che si affacciava grazie all’ecclesiologia del Concilio Vaticano II, di cui la Lex Ecclesiae fundamentalis costituì una delle sue prime espressioni. In lui si sommavano il giurista classico e il pastoralista, attento alle nuove istanze di vita della Chiesa e della società. Uno dei meriti come docente fu quello di aver adottato, già dagli anni di docenza cuglieritana, contenuti e metodi nuovi voluti dal Concilio, tenendo presente le esigenze del dettato giuridico e conciliandole con le situazioni concrete in cui agivano persone e comunità ecclesiali. In questo filone, suo peculiare merito fu quello di aver valorizzato la dimensione giuridica della tradizione e dell’identità sarda, attraverso la ricerca e la raccolta sistematica dei catechismi redatti dalla Chiesa isolana, dal Concilio di Trento ai giorni nostri ed i sinodi, attualmente conservati nella Biblioteca della Facoltà di Teologia. Virdis individuò e analizzò per primo, con articoli su riviste scientifiche e sul settimanale turritano “Libertà”, uno specifico filone giuridico-catechistico, favorendone un’ampia fruizione tra alunni e studiosi. In questo settore merita particolare menzione la sua fatica per la celebrazione del Concilio Plenario sardo (1986-2001).
Virdis, succeduto nella direzione di “Libertà” a Francesco Spanedda, diresse il settimanale turritano per un ventennio, pubblicandovi articoli d’occasione e contributi storici, prevalenti la storia ecclesiastica della Diocesi di Sassari. Il settimanale, guidato dal battagliero direttore, prese spesso posizione su argomenti di natura ecclesiale e sociale, diventando, talvolta, occasione di accesi dibattiti. Il periodo più critico fu quello del postconcilio, che fu particolarmente vivace a Sassari, ove, alcuni esponenti sia del clero sia del laicato, chiedevano di concretizzare più velocemente le riforme conciliari, prendendo di mira, talvolta, i responsabili della diocesi e del settimanale cattolico. Questi, con professionalità e grinta, seppe tener testa agli attacchi interni ed esterni, soprattutto del periodico “Sassari Sera”. La sua direzione di “Libertà” corrispose al periodo giovanneo e montiniano, con tutte le problematiche relative all’aggiornamento e alla contestazione ecclesiale. Come studioso coniugava sensibilità giuridica e storica. Tra le sue pubblicazioni sono da ricordare: Testimonianze su Madre Paola Muzzeddu, missionaria di purezza, Sassari 1973; Sos Battùdos. Movimenti religiosi penitenziali in Logudoro, Sassari 1987; Le fonti medioevali del Diritto Canonico Turritano, Sassari 1991; Un Arcivescovo ‘grande’ detto ‘Maronginu’, Sassari 2005; Attività sinodale in Sardegna, Sassari 2005.
Verosimilmente i migliori contributi sulla storia della Chiesa turritana offerti da Mons. Antonio sono quelli da lui pubblicati su “Libertà”: i quali meriterebbero essere raccolti in volume antologico. Virdis, formatosi alla spiritualità dell’Opera della Regalità di Cristo, maturata negli anni giovanili alla scuola dei vescovi Mazzotti e Selis, fu promotore di corsi di spiritualità e, quindi, fu ricercato direttore di spirito oltre che da parte di religiose, anche da laici impegnati. Uomo di preghiera, visse gli ultimi decenni in un dignitoso silenzio, in orante contemplazione, anelando ad incontrare figure significative del cattolicesimo turritano da lui proposti come modello nella sua lunga vita: da p. Manzella, a p, Sategna, a Madre Paola Muzzeddu, a Madre Paola Palmas insieme ad una schiera di ecclesiastici e laici che molto incisero nel tessuto sociale ed ecclesiale della diocesi turritana.
Devi accedere per poter commentare.