Non ci sono poteri buoni: le visioni di De André e Pasolini. Oggi e domani il concerto di Cristiano a Cagliari
Di Alfredo Franchini
Oggi e domani a Cagliari, Cristiano De André porta in scena l’opera rock “Storia di un impiegato” che, attraverso il percorso umano di un “colletto bianco”, ci spiega come si sviluppa il Potere, sì il potere con la P maiuscola. Due concerti al teatro Massimo di Cagliari, un’occasione per assistere allo spettacolo che ha fatto sold out in tutta Italia, dal Carlo di Felice di Genova al Santa Cecilia di Roma, all’Arena di Verona. (Nella foto in alto, Cristiano all’Arena di Verona).
Voglio collegare la “Storia di un impiegato” a una ricorrenza di 44 anni fa: il 2 novembre del 1975 è la tragica notte in cui fu ucciso Pierpaolo Pasolini e l’agire culturale di Pasolini ha molte somiglianze con quello di De André. Per entrambi il nemico era il Potere ed entrambi furono profeti, capaci di anticipare quello che sarebbe accaduto; Pasolini e De André portarono la critica sociale al punto più alto della loro poetica. Per certi versi oggi sono diventati anche due icone pop e questo non credo che sarebbe piaciuto agli interessati perché la loro poetica non può essere ridotta a slogan. Solo Cristiano è in grado di restituirci la complessità degli argomenti trattati in maniera nuova senza mai strizzare l’occhio alla semplificazione o alle mode.
De André ha scritto il requiem del secolo anticipando le conseguenze della caduta del Muro di Berlino nella Domenica delle salme, Pasolini ha lasciato incompiuto un romanzo, Petrolio, nel quale ebbe la visione della bomba alla stazione di Bologna. E fu capace di descriverci cinque anni prima che accadesse, la tremenda esplosione, i cadaveri sparsi vicini ai binari. La strage era già stata prevista in una visione e da allora abbiamo imparato che non ci sono Poteri buoni.
E allora stasera e domani al teatro Massimo ascoltiamo le parole universali che Cristiano De André ci porterà sotto forma di emozioni.
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