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Ilaria Loddo

OBBLIGO VACCINALE E GREEN PASS

Siamo veramente sicuri di aver centrato la questione?

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Ho talmente tanti pensieri per la testa in merito alla questione dell'obbligo vaccinale che sta imperversando questi giorni, che non so nemmeno da dove iniziare.


Proviamo così: il nostro paese non è pronto, allo stato attuale delle cose, a limitare la libertà dei non vaccinati perché non può scindere tra chi non ha voluto e chi non si è potuto vaccinare.


Sono giorni che incentriamo la discussione su questa linea immaginaria che ciascuno di noi (me compresa) ha tracciato ponendo se stesso dalla parte dei buoni e chi non la pensa come lui, dalla parte dei cattivi.

Siamo bombardati da video di persone che scendono in piazza pretendendo il rispetto dei propri principi ma che non rispettano quelli degli altri, rifiutandosi, per esempio, di indossare una mascherina mentre affollano le strade in massa.

Siamo bombardati da interviste di gente ridicola che protesta perché si vuole loro imporre “una mutazione genetica” quando la genetica (che è una finissima e complessa materia persino per chi la studia) non sanno manco cosa sia. E su questi esempi non mi dilungo oltre.


Ma il punto è un altro. Come potete notare dal sito del governo (https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/), la distribuzione delle somministrazioni rispetto alle consegne, è pari al 94,5%. 

Cosa significa questo dato?

Significa che non ci sono dosi sufficienti affinché la popolazione non vaccinata possa andare a reclamare questo vaccino in tempi utili, perché quasi tutte le dosi consegnate, vengono somministrate. 

A conferma di questo, aggiungo che, chi si occupa della distribuzione dei vaccini nelle farmacie ospedaliere, sta comunicando ai medici di base (ma probabilmente a chiunque ritiri i vaccini) di utilizzare i flaconi ESCLUSIVAMENTE per concludere le seconde dosi in quanto incapaci di garantire un numero sufficiente di vaccini per sopperire alle nuove richieste.

E questo problema è destinato a complicarsi sempre maggiormente perché è stato calcolato che per raggiungere l’immunità di gregge è necessario vaccinare fino all’80% della popolazione e questo significa che, per raggiungere questo obiettivo, verrà coinvolta anche la popolazione pediatrica, ancora non chiamata in causa perché (prendiamo d'esempio il vaccino della Pfizer) “La sicurezza e l’efficacia di Comirnaty nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 16 anni non sono state ancora stabilite. I dati disponibili sono limitati.” 

(https://www.ema.europa.eu/en/documents/product-information/comirnaty-epar-product-information_it.pdf)

(https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_005438_049283_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3)



Ma facciamo anche l'esempio di qualche tipologia di paziente: 


1) il paziente che si prenota oggi in un centro vaccinale a cui viene assegnato un turno verso fine settembre

 

2) i pazienti che sono stati male il giorno del proprio turno e non hanno potuto ottenere una nuova prenotazione repentinamente (per esempio, un malato di leucemia con la febbre)


3) alcune donne in gravidanza o allattamento che sono state scoraggiate alla vaccinazione perché (prendiamo ancora d'esempio il vaccino della Pfizer) “I dati relativi all’uso di Comirnaty in donne in gravidanza sono in numero limitato. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, parto o sviluppo post-natale. La somministrazione di Comirnaty durante la gravidanza deve essere presa in considerazione solo se i potenziali benefici sono superiori ai potenziali rischi per la madre e per il feto. [...] Non è noto se Comirnaty sia escreto nel latte materno.”

(https://www.ema.europa.eu/en/documents/product-information/comirnaty-epar-product-information_it.pdf)


Ecco: è giusto che, il 6 di agosto, venga limitata la libertà di queste persone?

Perché, parliamoci chiaro, un tampone ogni 48 ore è una soluzione impossibile sotto un punto di vista sia economico che organizzativo. E poi: a chi sarà delegato il meticoloso controllo dei green pass? 


Ma quello che più disgusta è questa guerra tra poveri che il governo (o meglio: i governi) sta mettendo in piedi, servendosi di questo ridicolo sotterfugio che è il green pass, perché non ha né il coraggio di istituire un obbligo vaccinale, né le capacità e i mezzi per organizzare una campagna vaccinale che sia meritevole di questo nome e che giustificherebbe una tale imposizione.

Come al solito ci ritroviamo circondati da una massa di furbetti incompetenti che hanno avvertito la necessità di affidare una campagna vaccinale a un comandante dell'esercito che domanda ai medici, che in questi mesi stanno sputando sangue, di “convincere gli indecisi”, come se il problema fosse veramente solo quello.

Sorvolo sul fallimento che è stata l'opera di mediazione comunicativa ma concludo scrivendo che, se veramente si è arrivati al punto di sentire l'esigenza di un obbligo vaccinale è perché, quando i reparti degli ospedali erano saturi di moribondi infetti che non lasciavo spazio e tempo alle altre tipologie di pazienti, si è stati incapaci di spiegare alla gente comune che sì: forse questi vaccini non sono la nostra migliore opzione. Ma sono certamente l'unica.

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