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Davide Morelli

Pontedera, capitale della Valdera

Considerazioni sulla mia cittadina: pro e contro del vivere in provincia

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Pontedera è una cittadina di quasi 30000 abitanti in provincia di Pisa. È qui che il fiume Era confluisce nell’Arno. Pontedera è conosciuta per la Piaggio, per Rinaldo Piaggio, per Corradino D’Ascanio, per Giovanni Alberto Agnelli. Ha dato i natali anche a Riccardo Fogli. È una realtà industriale, ma ha anche una vocazione commerciale. È la capitale della Valdera. Migliaia sono coloro che dalle zone limitrofe vengono per studiare, lavorare o fare acquisti. Tralascio i campanilismi vari. Soprattutto nel weekend dai paesi vicini vengono qui per fare le passeggiate sul corso. Ci sono vari supermercati. Affluiscono da tutta la provincia. Il bacino di utenza è ampio.

Qui non voglio certo fare l’elenco dei luoghi di ritrovo. La qualità della vita è quella tipica della Toscana. Il clima non è dei migliori. La cittadina è in un entroterra umido. Pontedera è una cittadina con tutti i pregi e i difetti. Non ci conosciamo come un paese e non ci ignoriamo come in una grande città. Ci si conosce spesso solo di vista o per sentito dire. Pontedera è anche luogo di pettegolezzi, che talvolta sfociano in calunnie o addirittura in diffamazioni, come in molte province italiche. Pontedera tutto sommato dimostra una certa vitalità. Ci sono decine di pizzerie e ristoranti. Ci sono più di dieci pub e dei bar che aspirano a diventare pub; talvolta ne fanno le veci, essendo luoghi di ritrovo per aperitivi alcolici. Pontedera sa anche essere godereccia e i commercianti dimostrano una certa convivialità. I pontederesi vanno a fare footing sull’argine oppure al parco dei Salici.

Non si fanno mancare niente sessualmente. Sono sornioni. Il fuoco cova sotto la cenere: ci sono un sexy shop e un bel night club, dove si possono trovare le migliori pornostar. Ci sono anche gli scambisti che si trovano la notte nella zona dello stadio o nella nuova area industriale. Rispetto a un tempo si circola meglio con le auto perché c’è la circonvallazione e i semafori sono quasi tutti stati sostituiti dalle rotonde. Dal punto di vista culturale ci sono il Polo della scuola Sant’Anna, il Museo Piaggio, il Teatro Era e la nuova Biblioteca Gronchi. In questi ultimi anni hanno destato attenzione anche le installazioni artistiche, volute dal Comune. Pontedera non ha però un grande patrimonio artistico. Sono di interesse culturale solo alcune chiese e qualche palazzo storico del centro. A livello sportivo la squadra di calcio milita tra i professionisti e nel 1994 ha vinto in una amichevole contro la Nazionale. Pontedera è baricentrica. Con la superstrada Livorno dista solo 25 km, Firenze 60 km, Pisa 20. Con la strada statale Lucca si trova a 25 km circa.

Non capisco certa esterofilia. Perché recarsi in certi luoghi esotici di dubbio gusto, quando si è così vicini a tanti bei posti e a tante bellezze? Pontedera è anche ben amministrata. Alcuni cittadini si lamentano del degrado nella zona della stazione, ma quasi tutte le città hanno il quartiere della stazione degradato. Pontedera è stata la mia culla e molto probabilmente sarà anche la mia tomba. Talvolta ha tirato fuori il peggio e talvolta il meglio di me. Ci sono stati mille pretesti per la fuga, ma sono sempre qui, nonostante tutto. Alcuni dicono che certe cittadine non hanno mai dato loro nulla. Io non so se un posto deve dare qualcosa e cosa dovrebbe dare una città.

Durante l’adolescenza ero combattuto. Sentivo la coperta troppo corta. Non mi divertivo. Volevo altri stimoli, altri input. Volevo viaggiare, incontrare gente. Qui sembrava non accadesse mai nulla. Mi sembrava di essere lontano dal cuore pulsante del mondo. Non dico che fosse una prigione, ma insomma mi sentivo limitato. Allora correvo e prendevo il treno. Durante la giovinezza Pontedera era quasi un dormitorio. Risiedevo qui, ma avevo un altro domicilio. Ora nella maturità ritengo che sia un posto tranquillo dove vivere e dove poter invecchiare. Un tempo non mi ponevo certi problemi. Forse di necessità ho fatto virtù. Forse è stata abitudine o pura convenienza. È qui ormai che ho alloggio. Se la fine del mondo fosse imminente non mi sposterei. Ho soppesato attentamente i lati negativi e quelli positivi. Ha prevalso il buonsenso. Forse un posto vale l’altro. A ogni modo ormai alla mia cittadina sono affezionato.

È qui che ho le mie radici, la mia storia, il mio passato. Oggi riesco a percepire la sua bellezza atipica come una donna attraente dai lineamenti irregolari. Oramai ho un certo senso di appartenenza alla mia cittadina. Durante il lockdown ho visto Pontedera deserta come se vivessimo una distopia fantascientifica. Non mi è piaciuto affatto. Per quanto riguarda gli abitanti insoddisfatti posso ricordare che, come cantavano i Negrita, qui non è Hollywood, ma la vita qui è vivibile. E quando cammino all’alba per il mio quartiere penso che Pontedera è un posto dove invecchiare e morire. 

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