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Franco Meloni

Quale utilizzo culturale, in aggiunta a quello cultuale, della chiesa di San Giuseppe a Stampace? Discutiamone

Dibattito sull’utilizzo culturale della chiesa di San Giuseppe a Stampace, a breve riaperta al quartiere e alla città .

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Come è noto non tarderanno i lavori di restauro della chiesa di San Giuseppe a Stampace con la sua riapertura al culto e a pertinenti usi culturali. Tra questi ultimi circolano diverse idee che comunque prevedono utilizzi polivalenti, ovviamente nel rispetto del contesto sacrale del luogo. Ci riferiamo, ad esempio, alle “proposte aperte” avanzate dall’associazione Giuseppe Toniolo della parrocchia di Sant’Anna, dalla Congregazione degli Artieri di San Michele, nonché dal MEIC (Movimento Ecclesiale d’Impegno Culturale): tutte organizzazioni che hanno promosso la riapertura della chiesa, incontrando la encomiabile disponibilità della “Fondazione istituti riuniti di ricovero minorile”, che ne è proprietaria, e la benevola attenzione dell’Arcivescovo Baturi, che, ai sensi della normativa concordataria, ne dispone riguardo alla destinazione d’uso. Nel contributo che segue di Franco Meloni si propone, mutatis mutandis, un’idea attuata tempo fa nella Diocesi di Milano dal suo Vescovo cardinale Carlo Maria Martini e sostanzialmente ripresa a Roma dal cardinale Gianfranco Ravasio.

img_0397——————————————-Cattedra dei non credenti e Cortile dei Gentili: esperienze da proporre, opportunamente adattate, anche nella nostra realtà cagliaritana.di Franco Meloni (*)

Una proposta, che s’iscrive nell’esortazione sinodale a «interpellare anche chi guarda alla Chiesa dall’esterno, per provare ad ascoltare quel che hanno da dirci e da chiedere» è quella di ripercorrere le orme della «Cattedra dei non credenti», del grande uomo di chiesa cardinale Carlo Maria Martini (1), cogliendone l’essenzialità, anche se in forme attuative diverse dall’esperienza originale. Forse avvicinandosi a quella tuttora viva e di largo seguito del «Cortile dei Gentili», animata dal cardinale Gianfranco Ravasi (2). Ovviamente anche qui in programmi e modalità corrispondenti alle energie che persone di buona volontà vogliono mettere in campo, risorse che non mancano anche dalle nostre parti.
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(1) Cattedra dei non credenti. “Una proposta insolita. Non solo ascoltare i non credenti o dialogare con loro, ma metterli «in cattedra» (espressione che, usata da un arcivescovo, assumeva un significato molto particolare), per farsi interrogare da loro e dalla dinamica generata dal confronto: questa l’intuizione fondamentale alla base di una proposta che Martini stesso, nella serata inaugurale del 17 novembre 1987, definì «abbastanza insolita» e «un po’ provocatoria». Non si trattava di una classica conferenza dal movimento unilaterale, con un insegnamento da parte di chi era «in cattedra» e un ascolto passivo da parte dei presenti (arcivescovo compreso). Al contrario l’elemento dialogico era cruciale, sia nello svolgimento di ogni incontro (in cui Martini introduceva e interagiva) sia, a livello più profondo, nella dinamica interiore messa in moto nei partecipanti. Si trattava, come spiegò Martini stesso all’inizio del percorso, di «un’esercitazione dello spirito, quasi seminario di una ricerca su di sé, sulle ragioni del credere o del non credere, cioè sulle ragioni di quelle cose che per tanti di noi sono decisive, riguardano l’orientamento globale della vita»”. Riferimenti su web: https://fondazionecarlomariamartini.it/project/la-cattedra-dei-non-credenti/

(2) Il «Cortile dei Gentili» è una struttura del Pontificio Consiglio della Cultura costituita per favorire l’incontro e il dialogo tra credenti e non credenti. Ecco come è descritta nel sito web dedicato: “Un luogo d’incontro e confronto sui grandi temi e le sfide che interessano la società moderna. Un duetto – e non un duello – continuo tra voci e personalità di spicco delle culture laiche e cattoliche. Un network di persone che, in uno spirito di apertura e accoglienza dell’altro, lavorano per superare la diffidenza tra due mondi apparentemente inconciliabili”. Il «Cortile dei Gentili» dal 2011 si è affermato come “spazio aperto al pluralismo delle idee, per promuovere e stimolare il dialogo costruttivo tra credenti e non credenti; con questo obiettivo, dunque, il «Cortile» affronta e approfondisce ogni anno grandi tematiche (e problematiche) di attualità – come l’etica, la legalità, la scienza, la fede, l’arte e le nuove tecnologie – attraverso eventi, incontri, dibattiti, ricerche e occasioni di condivisione”. Ad ispirare il Pontificio Consiglio della Cultura(Dipartimento poi soppresso nel 2022), e colui che ne fu presidente, il Cardinale Gianfranco Ravasi, a creare questo spazio di incontro e dialogo, sono state le parole di Papa Benedetto XVI, il 21 dicembre 2009: “Io penso che la Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta di «cortile dei gentili» dove gli uomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l’accesso al suo mistero, al cui servizio sta la vita interna della Chiesa. Al dialogo con le religioni deve oggi aggiungersi soprattutto il dialogo con coloro per i quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio è sconosciuto e che, tuttavia, non vorrebbero rimanere semplicemente senza Dio, ma avvicinarlo almeno come Sconosciuto”. L’importanza del «Cortile dei Gentili» è stata poi ribadita anche da Papa Francesco, nella sua Evangelii Gaudium: “Come credenti ci sentiamo vicini anche a quanti, non riconoscendosi parte di alcuna tradizione religiosa, cercano sinceramente la verità, la bontà e la bellezza, che per noi trovano la loro massima espressione e la loro fonte in Dio. Li sentiamo come preziosi alleati nell’impegno per la difesa della dignità umana, nella costruzione di una convivenza pacifica tra i popoli e nella custodia del creato. Uno spazio peculiare è quello dei cosiddetti nuovi Areopaghi, come il «Cortile dei Gentili”, dove credenti e non credenti possono dialogare sui temi fondamentali dell’etica, dell’arte, e della scienza, e sulla ricerca della trascendenza. Anche questa è una via di pace per il nostro mondo ferito” (EG, 257). Riferimenti su web: https://www.cortiledeigentili.com

(*) Contributo tratto dal Dossier Caritas 2011.
https://www.giornalia.com/articoli/nei-cammini-sinodali-in-ascolto-e-partecipi-delle-sfide-e-dei-cambiamenti-del-mondo/

———————Documentazione————-





Su L'Unione Sarda di martedì 3 agosto 1937


Su L’Unione Sarda mercoledì 7 maggio 2025

Fonte: Aladinpensiero, Dossier Caritas 2011, L’Unione Sarda, Fondazione Istituti riuniti
Autore: Franco Meloni ARTICOLO GRATUITO
RIPRODUZIONE RISERVATA ©

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Franco Meloni

02 Dic 2025

Folla alla riapertura della chiesa di San Giuseppe a Stampace. (giovedì 27 novembre 2025). ------------------------------------------------------------------------------------------------------ In apertura dell’omelia della Messa l’Arcivescovo ha ricordato il comm. Giovanni Sola (1882-1954), che finanziò totalmente l’edificazione della chiesa. Benissimo la cerimonia di riapertura al culto ed attività culturali della chiesa di San Giuseppe a Stampace . Grazie al presidente Franco Manca, all’Associazione Toniolo di Sant’Anna, alla Congregazione Artieri di San Michele, alle ACLI, all’Arcivescovo Giuseppe Baturi e ai concelebranti: don Franco Matta (parroco di Sant’Anna), mons. Marco Lai (parroco di Sant’Eulalia). don Emanuele Meconcelli, Rettore del College universitario Sant’Efisio. Ora io vorrei che ci ponessimo due obbiettivi, spero condiviso da molte persone: quello di un riconoscimento civile del comm. Giovanni Sola, che fu un grande benefattore soprattutto dei poveri, a Cagliari e altrove, una di quelle persone che non sardo (piemontese) divenne vero sardo, cosa che ancora non riesce a tanti nativi. Gli si potrebbe intitolare la piazzetta interna prospiciente la chiesa, cosa che non sconvolgerebbe la numerazione civica della via San Giorgio Vescovo. Un altro obbiettivo, alquanto delicato perché implica un accordo tra gli eredi di Sola e la Chiesa di Cagliari, è quello di portare i resti mortali del commendatore dal cimitero di Bonaria alla “sua” chiesa. Vedremo. Saludos. Franco Meloni, Associazione Giuseppe Toniolo, parrocchia di Sant'Anna, Quartiere Stampace, Cagliari.


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