Referendum sul taglio del numero dei parlamentari. Riflessioni per il dibattito.
Domenica 20 e lunedì 21 settembre si vota: la vera lotta deve essere per la democrazia, a prescindere dall’esito. Chi scrive vota e propone NO
Considerazioni semplici.
di Franco Meloni.
Dopo i giorni terribili del lockdown riprendiamo a incontrarci tra amici in qualche serata conviviale. Vietate le effusioni, mantenendo le distanze, tuttavia, almeno tra pochi, liberi dalle mascherine. Con cautela e con un certo riaffacciarsi dell’angoscia per la ripresa dei contagi, sperando che non siano necessarie nuove chiusure e soprattutto che il vaccino, quello buono perché scientificamente validato, arrivi presto. Questo è il tema principe delle conversazioni, intramezzato dallo scambio di notizie belle o brutte che siano, in primis la salute: hai saputo del tale? come sta talaltra? Tra i maschi, soprattutto, un po’ di sport. E così via. Di politica niente o poco. Per esempio: di referendum? Qualcosa. Ecco parliamone. In uno di questi incontri ho provato a inserire, seppur con molta cautela, l’argomento. Senza però mascherature: io voto NO, perché, perché… E tu? L’interlocutore, nel mio caso l’interlocutrice – chiamiamola Tommasa – (mi limiterò a due soli attori dell’incontro: bastano per il mio ragionamento) con mia meraviglia rispetto a quanto la conosco dichiara: “Non ho ancora deciso se andare a votare, ma nel caso decidessi di andare voterei SI. Si, senza esitazioni, perché è un’occasione per dare una mazzata a questa classe politica, di cui ho profonda disistima”. Ma così, dico io, riprendendo le battute d’esordio, favorisci le oligarchie di partito, diminuisci le rappresentanze (per le regioni di poca popolazione, come la Sardegna, un vero guaio) magari impedendo l’elezione di qualche persona onesta e competente. “Ma scusa – fa Tommasa – questi che oggi ci rappresentano cosa fanno di buono per noi? Intendo noi cittadini. A proposito, tu li conosci? Dico personalmente. E soprattutto ti hanno mai coinvolto individualmente o come esponente delle organizzazioni in cui sei impegnato, quelle che tu chiami della ‘società civile’?”. Beh! Devo dire che con questa domanda Tommasa mi ha proprio steso. Pensate che sono riuscito a ricordarmi solo due dei nostri parlamentari sardi, precisamente due che avevo votato. Vabbè, è anche colpa mia non essere informato dell’attività dei nostri parlamentari. “Si? – incalza Tommasa – Ma tu non hai mai smesso di fare attività culturale e, ultimamente, animazione di quartiere. Li hai incontrati i politici, questi due o altri che siano, nelle tue iniziative?” Veramente no, rispondo. La conversazione è andata per le lunghe e non vi voglio annoiare ulteriormente. Tutti siamo rimasti nelle opinioni di partenza, rispettosamente.
———————————-
——————————————
Traggo solo alcune semplici conclusioni: 1) personalmente resto convinto che tagliare il numero dei parlamentari sia sbagliato, fondamentalmente antidemocratico; 2) non possiamo però accettare lo status quo; urge una reimpostazione delle forme della rappresentanza politica a partire dalla democratizzazione dei partiti e dalla riforma dei sistemi elettorali in chiave proporzionale. È un discorso complesso ma va continuato. E nel nostro piccolo anche attraverso le News di riferimento continueremo a farlo. Per il referendum niente è ancora deciso, nel senso che, nonostante le previsioni diano allo stato un consistente vantaggio per il SI, risulta che il NO è in significativo ricupero. Si vedrà. Noi, vinca il SI o vinca il NO, ci siamo comunque, impegnati, secondo le nostre convinzioni, per la democrazia, che si esprime con la partecipazione popolare nelle istituzioni e nel territorio.
———————————-
-——————————
Le rappresentazioni grafiche sono state tratte dal sito web del Ministero dell’Interno, da Avvenire online e da Aladinpensiero online.
24 Set 2020
Segnalo un interessante dibattito sul "Che fare?" dopo il referendum sulle pagine di Aladinpensiero e Democraziaoggi. Riferimenti: http://www.aladinpensiero.it/?p=113003
09 Set 2020
Messaggio del prof. Umberto Allegretti, cagliaritano, già ordinario di diritto pubblico dell'Università di Firenze. Cari amici, non avendo il privilegio di scrivere sui giornali, voglio dire con chiarezza almeno agli amici che voto NO al referendum per la ragione principale che il Si favorirebbe all'estremo le cupole di partiti. Umberto
11 Set 2020
Sul sito dell'Azione Cattolica Italiana. Un percorso informativo e formativo in vista della consultazione sul taglio dei parlamentari/3 Le ragioni del No. «È una riforma monca e contraddittoria». https://azionecattolica.it/le-ragioni-del-no-e-una-riforma-monca-e-contraddittoria?fbclid=IwAR3xPd-dLp3dFxv_vN-UAQVYvPqFJczj162tcuCtjWK0Gl_oVdRr05W5M8U
Devi accedere per poter commentare.