Ricordi dell'associazione Toniolo di Stampace. A piedi da Genzano a Castelgandolfo per vedere e sentire il Papa (1960)
Correva l'anno 1960 quando l'associazione di azione cattolica Giuseppe Toniolo di Cagliari organizzò un campeggio estivo oltre Tirreno. Ricordi dell'udienza pontificia a Castel Gandolfo.
di Franco Meloni
Correva l’anno 1960, quello delle Olimpiadi di Roma, nel quale la Toniolo organizzò uno dei suoi mitici campeggi, credo il primo fuori dalla Sardegna. Come località fu scelta “Fontan Tempesta” nel Comune di Genzano sul lago di Nemi, dunque molto vicino a Roma. Non dovrebbero esservi dubbi sul periodo: dal 27 luglio al 15 agosto (un giorno prima o un giorno dopo), come nella tradizione dei campeggi Toniolo.
Di quella bella avventura voglio qui riportare un breve racconto, che si riferisce all’udienza del Papa, Giovanni XXIII, nel palazzo della residenza estiva dei papi a Castel Gandolfo.
Un giorno della settimana al mattino presto, intorno alle 6, guidati da don Dino Pittau e dai fratelli Floris (Guido e Antonello), partimmo, almeno in trenta, dal campeggio di Genzano per raggiungere a piedi Castel Gandolfo. Eravamo attesi all’udienza presumibilmente intorno alle 10-10,30. Come previsto, procedendo con un andamento tranquillo e non faticoso, ci mettemmo circa 2 ore e avendo ancora sufficiente tempo a disposizione potemmo rifocillarci con una bottiglietta di latte a testa, fare pipì nel bagni a disposizione dei pellegrini e quindi accedere puntuali alla sala dell’udienza, che aprirono mezz’ora prima dell’orario previsto. All’ora convenuta, il papa, Giovanni XXIII, arrivò dalla porta centrale, percorse tutta la sala, tra frenetici applausi fino al fondo della stessa. Assiso in poltrona, si vedeva abbastanza bene e molto bene udimmo le sue parole, di cui non rammento assolutamente nulla. Ricordo invece benissimo la gara che si stabilì tra il nostro e un gruppo di tedeschi su chi gridava più forte “Viva il papa”. Guidati da Antonello Meloni vincemmo senza dubbio la sfida. Altro non mi sovviene, se non la bontà infinita di un panino alla mortadella che dopo l’udienza ci fu dato come pranzo, accompagnato dall’acqua fresca delle borracce riempite nella locale fontana. Una breve visita turistica al paese e via sulla strada del ritorno.
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