RIFORMA COSTITUZIONALE ASSETTO PARLAMENTARE. CONFUSIONE CINQUE STELLE. CON QUALE LEGGE SI ANDRA’ AL VOTO?
procedere al voto del taglio dei parlamentari senza fare una nuova legge elettorale comporterebbe un "vulnus al principio della rappresentanza".
Di Antonella Soddu
Abbandoniamo per un attimo il Ministro in spiaggia, tanto sa nuotare; andiamo invece a vedere qualcosa che dovrebbe farci riflettere sulla questione reclamata dai 5S - "bastano due ore, si voti il taglio dei Parlamentari poi si torni al voto".
Il cavallo di battaglia dei cinque stelle nella propaganda elettorale per le ultime elezioni politiche è noto, è stato il RdC. Realizzato, certo, ma ancora da rendere concreto nella parte riguardante la piena attuazione nella realizzazione dell’obiettivo di connettere la misura alla crescita del mercato del lavoro.
Ciò detto, oggi dopo la crisi di Governo avviata da Matteo Salvini, nel dibattito di propaganda elettorale, si fa largo un altro cavallo di battaglia che i cinque stelle nella loro perenne fase di valutazione stanno usando come “elemento di esclusiva importanza” da realizzare per il bene del Paese; “il taglio dei Parlamentari”. La campagna elettorale mai conclusa vede oggi i maggiori esponenti del Movimento impegnati in ogni salotto televisivo a sottolineare che per raggiungere questo importante obiettivo bastano solo due ore, non due mesi; due ore.
Posto che possiamo anche esser tutti d'accordo su questa iniziativa che andrebbe ad allineare il nostro Paese con gli standard europei, rimarrebbe il problema della legge elettorale funzionale alla nuova architettura delle due Camere e semmai si procedesse senza una legge elettorale adeguata, si andrebbe incontro a un "vulnus al principio della rappresentanza".
Di questo piccolo importante passaggio sembrano non prendere atto i vari Di Maio, Bonafede (Ministro della Giustizia) etc. Forse per non capire veramente le gravi conseguenze che ne deriverebbero, forse per non conoscere realmente il significato di “Repubblica Parlamentare”. E sarebbe grave sintomo d’ignoranza istituzionale palesato da chi oggi, guida il Paese. “Abbiamo presentato - ha affermato Bonafede ospite al programma In Onda - una richiesta di calendarizzazione per discutere subito il quarto e definitivo passaggio per sancire definitivamente il taglio dei Parlamentari. Mancano due ore per raggiungere l’obiettivo, non due mesi; due ore.”.
Certo, ma c’è un particolare che irrompe nella gara alla presentazione di “mozioni”. Riguarda l’articolo 161 del regolamento del Senato. Articolo che prevede – “le mozioni di sfiducia si discutano in ordine di presentazione”. Precisato ciò, si rileviamo che “la mozione di sfiducia nei confronti del Ministro Salvini” è stata presentata prima di quella relativa alla sfiducia al PdC Giuseppe Conte. Un particolare di non poco conto che s’inserisce nella tabella di marcia dei prossimi passaggi della crisi politica in atto. Un particolare che il movimento cinque stelle dovrebbe spiegare rispondendo alla domanda “se viene, calendarizzata prima la mozione di sfiducia al Ministro Salvini, come voterebbe il m5s?”
E’ una domanda cui i volti più noti del Movimento come sempre in alcuni casi ovviano risposta in altri sembrano arrampicarsi sugli specchi fornendo risposte come, per esempio quella del Ministro Bonafede - “Questi sinceramente mi sembrano giochini, noi faremmo tutte le valutazioni che dovremmo fare dopo di che – perché questo gli italiani non lo capiscono – Salvini si è sfiduciato da solo; che andiamo a fare, a sfiduciare un ministro che già ha detto che se ne sta andando? Vogliamo smetterla di giocare? Non ha alcun senso questa cosa, noi abbiamo chiesto al Pd e a tutte le altre forze politiche – “votiamo il taglio dei Parlamentari che è l’ultima cosa da votare in questa legislatura (e la legge di bilancio ?) e poi andiamo al voto”.
La risposta del Ministro implica alcuni seri problemi; se passasse la mozione su cui il movimento sta ponendo l’accento – cioè il voto che in quarta lettura andrebbe a modificare gli art.li 56 e 57 della Costituzione (taglio dei Parlamentari); 1) si allungherebbero i tempi della legislatura in quanto diverrebbe necessario ridisegnare i collegi, aspettare i tempi di un referendum confermativo che comporterebbe mantenere in vita ancora per tre/sei mesi l’ attuale legislatura; 2) andare a votare con l’attuale legge elettorale.
Nel merito il Ministro Bonafede sostiene che si può tranquillamente andare a votare cosi: “stiamo facendo tutte le valutazioni del caso– intanto votiamo, dopodiché eventuale referendum si può fare anche con la nuova legislatura. Si va al voto con la vecchia legge elettorale. Il Parlamento adesso vota e approva la legge costituzionale che stabilisce che vanno a casa 345 parlamentari. A questo punto il referendum potrebbe anche avvenire – ed è questa la valutazione/approfondimento che stiamo facendo - con la nuova legislatura. Nel frattempo si va a votare con la legge elettorale esistente.”
In breve Bonafede sostiene che la loro valutazione consiste nel procedere con la modifica alla Costituzione e successivamente – demandando alla prossima legislatura - si penserà a cambiare la legge elettorale poi a ridisegnare i collegi, procedere eventualmente al referendum e intanto votare con la vecchia legge. Cosa impossibile, si creerebbe un “vulnus nella rappresentanza”.
Se si andasse a votare con quest’attuale legge elettorale, sarebbero eletti mille parlamentari “delegittimati” ( secondo lo stesso pensiero M5S ). Si verrebbe a creare lo stesso scenario che gli stessi cinque stelle hanno sempre contestato dopo la sentenza della Corte Costituzionale che aveva cancellato il Porcellum e che Bonafede oggi ha dimenticato se alla sottolineatura - “Impossibile perché si eleggerebbero mille parlamentari delegittimati. Ma sa chi lo diceva? Voi del 5S” – risponde: “Delegittimati da chi? Quando ci fu il porcellum, ci fu una sentenza della Corte Costituzionale che disse - <<guardate che la legge con la quale è tutti la dentro, sono una legge incostituzionale>>. Quindi noi avevamo detto che sostanzialmente, non formalmente, c’era un parlamento votato con una legge incostituzionale . Noi con questa riforma la legge Costituzionale, cambiamo la composizione del Parlamento. Però l’iter deve concludersi successivamente. Quindi può scavallare alla prossima legislatura. Il che, per chiarire, non è detto che sia cosi. Noi stiamo facendo tutte le valutazioni che dobbiamo fare concentrandoci su un fatto da cui non si prescinde; andare a votare il taglio dei 345 parlamentari. Poi si ritorna al voto.”
Insomma, propongono insistentemente una legge di cambiamento dell’ assetto del Parlamento ma sembrano non aver chiaro lo scenario che si profilerebbe. Si limitano a far tutte le valutazioni del caso poi, ci faranno sapere. L’ importante è dare il segnale di cambiamento.
Qui di seguito alleghiamo la tabella estrapolata dal dossier n. 71 allegato al testo di riforma costituzionale in particolare alla riduzione del numero di deputati e senatori.
La prima immagine - scheda gialla - indica la situazione prima e dopo riguardante il Senato.
Es. alla Sardegna attualmente spettano 8 seggi, con la riforma ne avrebbe 3 in meno.
La seconda immagine - scheda verde - indica la situazione prima e dopo riguardante la Camera.
Es. alla Sardegna attualmente spettano 17 seggi, con la riforma ne avrebbe 6 in meno.
La terza immagine mostra l'attuale composizione delle due camere data dalla legge elettorale con cui abbiamo votato corrisponde a un sistema elettorale misto; maggioritario uninominale e proporzionale con sbarramento al 3%.
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