Salvaguardia chiede di incontrare Difesa. E Difesa risponde: “Prima incontra Decoro, io sono là”
Di Difesa Di Bovio
Spett.le Redazione di Giornalia, forse nel tentativo di concludere una lunga polemica estiva, nella serata di ieri ci è giunto l'invito (pubblicato sul sito "Sardegna e Libertà" del Prof. Paolo Maninchedda) da parte di chi si è firmato come "Salvaguardia Oriente" (nome dietro il quale, senza neppure troppa fatica, possiamo scorgere un certo "Vertice" di Piazza Indipendenza 1) a parlamentare con noi (riportiamo in calce):
Salvaguardia Oriente
2 Settembre 2021 at 16:43
Chiediamo a coloro che si definiscono “Cartello a Difesa di Bovio” un contatto con il quale poter interloquire in maniera diretta, riservata e diplomatica. Anche anonima. Potete fornirci un recapito con il quale poter avviare un dialogo, ad oggetto l’esclusivo interesse dell’Oriente? Siamo certi che dialogando e trattando possa scaturire una mediazione che salvaguardi l’interesse di tutte le parti in gioco, con soluzioni condivise in ambito fraternale. Attendiamo un vostro fattivo riscontro, ripetiamo nell’esclusivo interesse dell’Oriente e non personalistico e nella certezza che il perdurare della presente situazione danneggi tutte le parti coinvolte.
Abbiamo affidato la nostra risposta alla Redazione di Sardegna e Libertà.
Qua la riportiamo a beneficio dei lettori della Vs. piattaforma giornalistica:
Carissimi e Venerabili Fratelli di "Salvaguardia Oriente",
pur salutando positivamente la Vs. richiesta dell'apertura di un "dialogo", siamo tuttavia a rispondere che non esiste, nel caso concreto, la categoria della "mediazione che salvaguardi l'interesse di tutte le parti in gioco", poiché "in gioco" sono beni indisponibili, estranei cioè ad alcun bilanciamento di convenienza partigiana.
Questi beni – patrimonio di tutti – sono nell'ordine di gravità, ove possa darsi una classifica in proposito (e tacendo penosamente d'altro, che tantissimo è stato offeso):
1) L'onore del presidente della Repubblica e delle altre autorità dello Stato. Infatti anche come cittadini, e in primo luogo come cittadini, si è stati feriti dalla rozze e gratuite offese al presidente Mattarella, al presidente emerito Napolitano ed al presidente Fico (e ciò a prescindere dalle simpatie o antipatie politiche e partitiche particolari);
2) L'onore della memoria storica di Giovanni Bovio che è stata "costitutiva" delle maturazioni ideali che la Libera Muratoria italiana ha conosciuto nel corso dei lunghi decenni del Novecento, al pari di quelle di Nathan, di Ettore Ferrari, di Torrigiani – che se non vide da subito chiaramente il pericolo fascista però ne pagò personalmente le conseguenze –, di Guido Laj, il gran maestro della ricostruzione postbellica;
3) L'onore della ritualità massonica, anch'essa costitutiva del costume liberomuratorio, come linguaggio universale e capace di associare, in una storica armonia – e dunque attraversando i tempi e le mutevoli sensibilità sociali – le generazioni in naturale successione.
Data la indisponibilità di questi beni, e dunque data la impossibilità anche soltanto teorica di "mediare" o "venire a patti" – ciò che svilirebbe la nostra battaglia esclusivamente ideale –, il primo passo da compiersi affinché si possa recuperare e rilanciare la civiltà dialogica fra le Colonne del Tempio è il seguente, nella sua articolazione netta e franca:
a) Rivolgere pubbliche scuse, da parte della loggia Kilwinning 1485 (dunque non necessariamente da questo o quel Fratello scaduto di virtù nel suo seno), al signor presidente della Repubblica, al signor presidente emerito della Repubblica, al signor presidente della Camera dei deputati;
b) Pubblicare una riflessione severamente autocritica circa l'irrisione riservata reiteratamente alla figura storica di Giovanni Bovio, ed impegnare la stessa Kilwinning 1485 a dedicare nel prossimo anno massonico uno studio particolare del pensiero e dell'opera del Grande Oratore del Grande Oriente d'Italia così autorevole, chiedendo allo stesso attuale Grande Oratore Michele Pietrangeli di sviluppare lui stesso una lezione, da tenersi in Tornata collegiale, su tanto patrimonio intellettuale, morale, civile nella sua versione liberomuratoria;
c) Analogamente, pubblicare una riflessione anch'essa severamente autocritica circa l'incredibile sberleffo fatto alla ritualità del terzo grado, e chiedere al presidente del Collegio, all'Oratore, al Segretario, a tutti i Consiglieri dell'Ordine della circoscrizione, a tutti gli Ispettori della circoscrizione di partecipare, ciascuno con un suo contributo originale all'approfondimento della materia, così utilmente impegnando le tornate (pressoché tutte) della Kilwinning 1485 nell'entrante anno massonico.
Tutto ciò, sembrerà anche a Voi evidente, pare il minimo perché la loggia colpevole di tante pubbliche volgari esibizioni che hanno danneggiato vistosamente la credibilità del Grande Oriente d'Italia e della Circoscrizione sarda in particolare possa dimostrare all'universo mondo di essere ritornata nei ranghi della necessaria ortodossia, ripristinando il decoro infranto.
Crediamo resti assorbito in questo processo riabilitativo e di alto recupero morale e massonico il ravvedimento dei dignitari che, a livello di Collegio ed a livello di Giunta esecutiva, hanno stoltamente ignorato squilibri e frane e, con colpevole miopia, protetto gli autori di tanti e tanti misfatti.
Come pubblico è stato il generalizzato affronto alle autorità dello Stato ed alle dignità storiche e morali dell'Ordine massonico – e dunque della intera Fratellanza – pubblico dovrà essere, oltreché assolutamente trasparente e sincero, l'atto di ravvedimento.
Noi non siamo giudici di alcuno. Ma non possiamo essere ignavi e, soltanto per quieto vivere, ciechi.
Quando Dio chiese a Caino dove fosse suo fratello Abele, egli - l'assassino del fratello innocente - rispose con un "Che ne so? Sono forse il custode di mio fratello?".
La nostra intima e granitica convinzione morale e massonica è opposta a quella di Caino: "I care" si disse insistentemente in America al tempo dell'elezione presidenziale di Barak Obama. Anche noi abbiamo detto e ancora diciamo "I care", "Mi interessa", "Deve interessarmi!", non sia mai che la coscienza mi imputi la diserzione davanti ad un atto sbagliato e cattivo di cui io abbia avuto conoscenza. Né possiamo dimenticare l'ammonimento che ciascuno di noi, allora neofita, ha ricevuto dal Maestro Venerabile all'atto dell'iniziazione: «ogni tuo impegno [il possibile versamento del tuo sangue] sia per una causa giusta!»
Appunto, una causa giusta.
Questo noi abbiamo fatto, nulla più del nostro dovere: ci siamo schierati tutti dalla parte degli offesi ed insolentiti dalla rozza volgarità di qualche esaltato: questo abbiamo fatto schierandoci dalla parte dalle autorità pubbliche così come dalla parte del patrimonio morale della nostra Comunione.
Forse la tristezza più ancora che la indignazione è stato il sentimento che ci ha attraversato quando abbiamo constatato che nessuno dei dignitari che avrebbero dovuto intervenire, da Roma e da Cagliari, abbia mostrato coerenza, la più elementare coerenza, con le tavole "del dovere" giurato al momento della assunzione del proprio ufficio.
Ma ora vediamo. Noi non siamo né giudici né "controparte", la controparte della Kilwinning è il decoro offeso. Si risani il decoro, noi saremo lì ad applaudire. Perché vogliamo il bene dell'Istituzione ed il bene dei Fratelli tutti, compresi quelli che hanno perso se stessi per un lungo tempo e adesso sembra vogliano riprendere, con umiltà, il loro posto, consapevoli che si possa sempre ricominciare a seminare quel bene che poi è quello stesso che dà senso alla nostra vita.
Maestri giustinianei per Bovio
Devi accedere per poter commentare.