Sessanta italiani dimenticati in Honduras
L’atteggiamento dell’ambasciata italiana in Guatemala ha lasciato sconcertati i viaggiatori italiani
Buongiorno signora…
mi chiami Nunzia, ma è un nome fasullo perché non voglio essere identificata.
Ha paura di ritorsioni?
Non mi faccia dire niente di cui non voglio parlare.
Va bene... che situazione c’è in Honduras e quanti italiani sono rientrati?
Dal 14 marzo qui in Honduras sono in vigore delle misure restrittive per isolare e contrastare il contagio del Coronavirus.
Nel paese Centro Americano si trovavano poco meno di un centinaio di cittadini italiani. Circa quaranta sono rientrati in Italia.
Tutti con l’aviazione italiana?
No, trentasei minori sono stati imbarcati su un volo organizzato dal governo tedesco. Un’altra decina di adulti invece sono stati rimpatriati su voli gestiti da altri stati europei (Spagna e Germania).
Voi quando pensate di poter rientrare?
Ad oggi, 4 aprile, dopo 18 giorni dalla prima comunicazione da parte dell’ambasciata italiana del Guatemala (che sta a capo delle operazioni di rimpatrio in Centro America e collabora con i consolati ITALIANI in Honduras), la situazione è arenata.
Non sappiamo con certezza quanto dovremmo stare ancora qui. Le comunicazioni avvengono solo tramite chat watsapp di gruppo condivisa con gli altri italiani in attesa di un rimpatrio,
In che modo l’ambasciata e il consolato si sta occupando di voi?
Avvertiamo una totale mancanza di rispetto e professionalità, sia nella comunicazione, sia nelle informazioni che riceviamo. A noi pare che ci sia un totale disinteresse e incapacità gestionale della situazione di emergenza.
Quando è arrivata in Honduras e perché non è rientrata prima, in autonomia?
Sono arrivata in Honduras ai primi di Marzo, il mio volo di ritorno era a fine Marzo. Vista la situazione di altri voli cancellati dalle compagnie aeree senza preavviso decisi il 12 di Marzo, su consiglio del Console, di sospendere il volo. A distanza di 48 ore circa il mio volo è stato comunque cancellato. Subito dopo le misure restrittive del 13 marzo, l’ambasciatore italiano del Guatemala Edoardo Pucci, insieme ai suoi collaboratori, riuniscono in una chat whatsapp tutti i concittadini bloccati in diversi punti dell’Honduras.
Va bene, ma qualche soluzione vi sarà stata proposta?
Per quasi due settimane ci è stata ipotizzata la possibilità di affittare, in parte a spese nostre e in parte a spese dello Stato Italiano, un volo Charter. Durante questo periodo le informazioni sono state poche e lacunose, per giorni siamo rimasti in attesa di una comunicazione ufficiale e definitiva ma non è mai arrivato nulla di tutto questo. Questo atteggiamento non ha fatto altro che aumentare le ansie mie e dei tanti e tante italiani/e bloccati/e da settimane in diverse province del territorio honduregno.
L’ultima comunicazione che avete ricevuto cosa diceva?
L´ultima comunicazione dell’ambasciatore Edoardo Pucci è sconcertante e ha dell’incredibile, se non fosse che tutti noi ormai siamo consapevoli di quanto l’Italia stia andando in pezzi. L’Ambasciatore probabilmente non si è nemmeno preso il disturbo di scrivere il messaggio, o quanto meno, di farlo scrivere ad una persona che conoscesse l’italiano, poiché è scritto in una forma imbarazzante (una punteggiatura assente, errori di battitura e un linguaggio per niente consono!). Il testo riguardava un ipotetico volo umanitario organizzato (si badi bene) dei francesi, in partenza da Managua (in Nicaragua) per Parigi. La comunicazione è stata inviata alle 00:46 del primo aprile e il check-in del volo sarebbe dovuto essere il 3 aprile alle 5:00 del mattino con partenza alle 08:00. Managua, dalla città in cui mi trovo, San Pedro Sula, dista circa 600 km. Inoltre avrei dovuto presentarmi alla frontiera Honduras Nicaragua con un certificato medico comprovante le mie ottime condizioni di salute e l’assenza di malattie virali. Senza nemmeno la certezza dei posti liberi per i cittadini italiani.
Tuttavia alla fine del messaggio si ribadiva il concetto che l’ambasciata stava lavorando 24 ore su 24 per risolvere la situazione. Dopo 19 ore di silenzio alle ore 20:35 del 1 Aprile arriva la conferma del volo francese, ma senza alcuna conferma dei posti a disposizione per i non francesi.
Ciò nonostante l’ambasciatore invitava tutti gli Italiani a cogliere questa importante opportunità e a raggiungere il prima possibile la frontiera del Nicaragua...con mezzi propri ovviamente. Cosa non semplice perché in Honduras vige il coprifuoco dal 13 di Marzo e ci sono ferree restrizioni sugli spostamenti. Qui il paese è completamente militarizzato e la notte si sentono spari in continuazione. Personalmente non ho paura perché non è certo la prima volta che viaggio per il Centro America ma la situazione qui potrebbe degenerare da un momento all’altro. L’altra notte c’è stata una sparatoria dietro casa.
Avete fatto presente queste problematiche?
Le comunicazioni si sono interrotte in questo modo, senza indicare orari, senza un minimo di assistenza o coordinamento logistico da parte dei Consolati, nessuna informazione una volta superata la frontiera e di come raggiungere la capitale per le cinque del mattino, senza nessun tipo di garanzia. Il 2 Aprile alle 9,40 del mattino non riceviamo nessun tipo di informazione e gli amministratori del gruppo whatsapp (Edoardo Pucci e collaboratori) modificano l’impostazione della chat bloccando gli interventi degli italiani e permettendo solo a se stessi di scrivere e di pubblicare comunicazioni. Questo perché, giustamente, tanti di noi hanno protestato e messo in discussione il modus operandi.
Che farete?
Ancora oggi non abbiamo notizie, molti vivono nell’insicurezza e nella paura di essere stati abbandonati. Abbiamo il presentimento che non esista nessuna soluzione e nessuna volontà (nel caso ci fosse mai stata) di risolvere il problema a poco meno di sessanta concittadini italiani bloccati in Honduras.
Dobbiamo invece ringraziare la cortesia e il sostegno ricevuto dalle ambasciate degli altri paesi europei. Alcune di noi le hanno contattate e, dopo aver capito in che stato di abbandono fossimo, ci hanno rassicurato dicendoci che ci avrebbero aiutato a rientrare almeno in Europa.
Io mi chiedo due cose: se il Ministro degli Affari Esteri Di Maio sia al corrente di questa situazione e nel caso, cosa stia pensando di fare...
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