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Redazione

Sventata la chiusura del tratto di viale Pula, a Giorgino, da parte dell’Autorità Portuale. <<Però il cancello si farà>>

I residenti: << vogliono chiudere la strada che porta a casa nostra. È necessaria prima la luce pubblica, il ripristino delle tubature di Abbanoa, Andrebbe ripulita la spiaggia e messi i cassonetti>>

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La “saga” continua, ma la situazione non migliora, anzi. 

Ci troviamo nel viale Pula, in quel tratto di strada che un tempo, ormai decenni fa, portava da Cagliari a Capoterra e che oggi è stato separato dal grande canale navigabile del Porto Industriale. Siamo però nel lato ovest, quello più abbandonato da tutte le Istituzioni e che risulta più lontano – in linea d’aria - dal centro abitato (ma facilmente raggiungibile in dieci minuti di auto).

Martedì 14 luglio, senza alcuna autorizzazione, una impresa, delegata per i lavori dalla Autorità Portuale di Cagliari, si prestava a porre proprio nel mezzo di una strada comunale - in un lasso di territorio in cui ricadono decine di vincoli, tra cui quello paesaggistico e panoramico – una cancellata di ferro con pali ancorati a terra dello stesso materiale, per ostruire – a loro dire – il passaggio ai malintenzionati che spessissimo scaricano spazzatura e macerie ai lati della strada in oggetto, e non solo. 

La sistemazione del cancello, al centro di viale Pula, è per ora solo rimandata; questo è ciò che si rileva dalle intenzioni e dichiarazioni dai rappresentanti dei due Enti interessati.

Interruzione lavori e multa per l’Autority

Fortunatamente, grazie ad uno dei pochissimi proprietari, è intervenuta la Polizia Municipale che ha giustamente ripristinato l’ordine e il diritto (alcune istituzioni dimenticano che le regole ci sono anche per loro, ma purtroppo accade sempre più spesso). Infatti L’Autority non era in possesso di regolare autorizzazione per eseguire i lavori che avrebbe dovuto rilasciare lo stesso Comune. Quindi la municipale ha emesso una multa di circa 800 euro, che se pagata subito si riduce a 600.


Deiana, Presidente dell’Ente Portuale, dice che il Comune, compreso il Sindaco, erano d’accordo per la realizzazione di una chiusura con cancello che – anzi - l’idea fosse proprio dello stesso Truzzu. Sentito il primo cittadino, che non conferma le parole del Presidente, ammette che <<non è una mia idea però la sostengo e ritengo sia necessaria quella realizzazione>>.

I pro e i contro  

Sappiamo che, prima o dopo, questo cancello sarà posizionato, anche perché i due Enti competenti sono d’accordo sulla sua necessità e che, a par loro, solo in questo modo si possa arginare il fenomeno dei cittadini maleducati e fuorilegge, che con poca conoscenza di cosa significhi “bene comune”, sporcano, inquinano e uccidono la flora e la fauna marina e non solo (inconsapevolmente e stupidamente). Dunque questo potrebbe essere un buon modo - anche se non l’unico e certamente non il migliore - per impedire che Giorgino e il viale Pula, diventino sempre più una discarica a cielo aperto. 

Certo, l’Autority ed il Comune non hanno considerato che i malintenzionati potrebbero, col favore delle tenebre, posizionare i propri rifiuti casalinghi e non (molte sono le imprese edili che scaricano macerie), proprio davanti o in prossimità del cancello, impedendo a chi avrebbe il diritto di transitarci, di farlo con tranquillità ed autonomia; il problema dunque non si risolverebbe. I contro sono purtroppo molti più dei pro. 

Lesi i diritti dei cittadini e dei proprietari dei fondi aldilà del cancello 

Tantissime sono, ogni giorno, le persone che si recano a pescare, nuotare e che praticano il tratto di spiaggia di Giorgino, lecitamente e giustamente: questo perché, quel tratto di mare e di spiaggia - che nonostante sia “abbandonato”, vilipeso, dimenticato, sporco e spesso disprezzato - è destinato alla balneazione e servizi correlati, alle attività ricettive e sportivo-ricreative (cfr. Nuovo Piano Regolatore Portuale, Aut. Port. di Cagliari – Valutazione Ambientale Strategica) ed è di proprietà pubblica (Demanio pubblico dello Stato, ramo Marina Mercantile), dunque dovrebbe restare aperto a tutti perché si tratta, appunto, di un bene collettivo. 

Immagine estrapolata dal Nuovo Piano Regolatore Portuale, Aut. Port. di Cagliari – Valutazione Ambientale Strategica


Immaginiamo se in un qualsiasi tratto di strada, in cui vi sia il problema dell’abbandono dei rifiuti, per sconfiggerlo si dovesse chiudere al traffico e alle persone, isolando gli stessi proprietari che malauguratamente abitano aldilà della chiusura: sembra un qualcosa di verosimile o di realizzabile? Ecco, credo abbiate ragione. Immaginiamoci ora le possibili problematiche per i poveri cittadini residenti che si trovassero in una simile situazione. Qualora per esempio si avesse la necessità urgente di un’ambulanza. Idem qualora si avesse la necessità di chiamare i vigili del fuoco o le forze dell’ordine; stessa situazione, stesse probabili conseguenze tragiche. 

Si dovrebbe pensare, invece, a garantire una migliore illuminazione pubblica, una adeguata sorveglianza (anche con il posizionamento di telecamere), il ripristino della rete idrica (i residenti combattono da anni per avere riallaccio alla rete idrica), la pulizia periodica della spiaggia dall’immondezza portata dai maleducati e quella trascinata a riva dal mare, proveniente da chissà dove, oltre alla pulizia dalle palle marine (poseidonia morta, da considerarsi rifiuto).

La rabbia giustificata dei residenti e dei cittadini si è fatta sentire, e questa volta il cancello non è stato posizionato. L’Autorità Portuale è stata multata perché non aveva le autorizzazioni per procedere con l’installazione della chiusura. Ma tanti, troppi diritti sono già stati lesi e molti saranno ancora vilipesi, in barba a tutto e tutti, e gli abitanti – secondo quanto abbiamo raccolto dalle loro testimonianze – faranno valere le loro ragioni. 

Quali sono i veri interessi?

Che interesse ha l’Autorità Portuale a mettere un cancello quando mai si è prodigata a pulire l’arenile, sia dalla sporcizia portata dal mare, che dall’immondizia portata da incolti e maleducati di turno (recentemente addirittura è stato ritrovato sull’arenile un set di sanitari completo, che poi qualche altro analfabeta ha pensato bene di fare in mille pezzi), o ad impedire agli stessi di poter arrivare con la propria vettura, con tutti i rischi che ciò comporta (rilascio di oli, incendi etc)?


Santari rotti e auto sulla spiaggia (nessun controllo, nessuna puliza e menefreghismo totale da parte dell'Autorità Portuale)



Inoltre, ci chiediamo come mai la stessa Autority si sia prodigata negli anni scorsi a pulire una strada di proprietà del Comune di Cagliari, spendendo per giunta cifre da capogiro (circa 40 mila euro all’anno) mentre – appunto – delle aree di sua propria ed esclusiva competenza, come il lungo e vilipeso arenile, se n’è sempre fregata? Riusciamo a farci questa domanda e darci una possibile risposta? Facciamoci una ulteriore domanda: come mai si spendevano cifre così alte per raccogliere e smaltire i rifiuti raccolti quando, con cifre molto inferiori – circa un terzo di quanto speso – si sarebbe potuto fare un lavoro uguale, se non migliore?

È importante porsi determinate domande, soprattutto quando tutto sembra così chiaro e scontato, così programmato e accettato. Cosa ci sarà sotto? Noi forse lo sappiamo. (continua…)

Foto dei sacconi della ripulitura avvenuta i primi di ottobre del 2019 e costata all'Autority circa 40 mila euro

In alto un cumulo di spazzatura (pezzi di mobili e muratura varia). Sotto le palle marine che vanno a fuoco (la combustione può durare settimane), producendo un fumo con odore pestilenziale, dannoso per uomini e animali.


Fonte: Redazione giornalia
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