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DifesaBovio Sardegna

Un Oriente da rottamare, una Massoneria da riformare.

Titoli di coda dopo 450 giorni di battaglie per il Bene.

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Car.mi Fratelli dell’Oriente cagliaritano,

l’esperienza del nostro sodalizio, a difesa di una Massoneria che va pian piano a perdersi, si chiude con queste righe, attraverso le quali intendiamo passare (idealmente) il testimone.
La battaglia è stata lunga, lunghissima, per fortuna non l’abbiamo combattuta da soli.
Altri anonimi ci hanno affiancato in questi 450 giorni, scambiando con noi materiale ed informazioni. E noi con loro. Fino a raccogliere un archivio fotografico dell’orrido contenente ben 187 “vignette”! Tutte queste, nella serata di ieri, sono state distrutte, salva la foto che potete vedere nel riquadro.
Distruggeremo anch’essa a pubblicazione avvenuta. Non siamo degli storici, altri ne conserveranno testimonianza se sarà di loro interesse.
Vorremmo tirare le somme, insieme a tutti voi, della vicenda “Bovio”, con estrema pacatezza anche nei confronti di coloro che abbiamo finora attaccato per le scellerataggini, le connivenze, le omissioni e le vigliaccherie compiute.
Potendo riavvolgere il nastro torneremmo al 18 luglio 2020, quando riuniti a collegio e prendendo nervosamente la parola una massima dignità nazionale, essa ci disse che, citiamo, «non si faceva così»: cioè non si dovevano denunciare gli scempi commessi sul caro busto di Giovanni Bovio, perché sarebbe stato più conveniente per tutti tenere lo scandalo sotto il tappeto a scacchi del Tempio.
Tutto sottoterra come in quei disgraziati contesti ambientali della periferia di Caserta, cintura metropolitana partenopea, ove sorge la famigerata “terra dei fuochi”...
«Le più grandi tragedie iniziano sempre dalle cose più piccole», così si legge nel testo del rapporto “Ecomafie”, datato 2003 e curato da Legambiente, in cui per la prima volta viene affrontato il problema: da principio un piccolo appezzamento di terreno viene utilizzato per bruciare ed interrare in maniera abusiva materiale di scarto edile, poi quello stesso scarto diventa d’allevamento animale intensivo, successivamente è la volta dei residui di lavorazione agricola (i teloni in plastica dei fertilizzanti per le serre, e siamo già alla produzione di diossina!), poi si azzarda il rifiuto chimico proveniente dalla lavorazione del tessile, quindi via libera ai fanghi industriali, infine l’indebito interramento - sotto il pavimento a scacchi del Tempio - dei residui radioattivi provenienti dal settore sanitario e della ricerca...
Ma ritorniamo al «non si fa così»: non si denuncia lo scarico abusivo di una lavatrice (Bovio imparruccato a mo’ di scemo), salvo poi scoprire che non di lavatrice si trattava, ma dello scarto di inquinanti petrolchimici (Mattarella vergognosamente trattato come un vecchietto mezzo rincoglionito)!
Ancora: «tra fratelli si mantiene il riserbo». Ma fino a quando? «Fino all'ultimo!», si è detto. Ma anche dopo che i bambini - i nuovi Apprendisti - iniziano a crescere con tumori, leucemie e meschinità congenite? «Sì, silenzio sempre silenzio!», ed ancora silenzio. Nessuno deve disturbare nessuno. Tra due anni ci sono le nuove elezioni e bisogna preservare le carriere politiche. Chi sente odore di decomposizione si metta un fazzoletto intorno al naso e la finisca di importunare i manovratori!
Che poi, giustamente, una grande industria nazionale come il Grande Oriente d’Italia... gli scarti di lavorazione mica può  pensare di smaltirli a norma di Tradizione, di buon senso o di legge! Primo perché la cassa ne risentirebbe (sia mai perdere la capitazione di un imbecille!), secondo... chi ce lo fa fare?
L’immagine che pubblichiamo, il Gran Maestro motteggiato assieme a Bovio, è a suo modo pregna di un significato esaustivo e conclusivo. Ed abbiamo risparmiato ai fratelli il contesto tutto “goliardico” (s’intende, metterlo in dubbio - come ebbe a dire il buon segretario collegiale - sarebbe “ad usum Delphini”) dal quale è tratta. Non ci interessa qua continuare la polemica ma tentare, per l'ultima volta - davvero per l'ultima volta - di proporre l’accensione di un lume di coscienza in tanta oscurità.
Chiediamo ai fratelli: quando anche il Gran Maestro Stefano Bisi è sottoposto a motteggio, con il suo accostamento ad un busto che certifica urbe et orbi uno scandalo, cosa resta della nostra Comunione?
Lasciamo mezz’ora alla riflessione ed alla risposta.
Riprendiamo ora con un’amara considerazione: potrebbe Stefano Bisi a tutt’oggi lamentarsene? La risposta è no.
Silente come negli screenshot con Bovio, Il Gran Maestro ha assistito da pastore del nulla al nulla che è stata la Circoscrizione sarda nella vicenda “Bovio” .
Continuiamo: Potrebbe oggi un Consigliere Circoscrizionale (uno a caso dall’ex Gran giudice di Corte Centrale all’indimenticabile Garante d'Amicizia con la Papuasia – attivissimo quando si tratta di far togliere firme ad appelli volti ad ottenere maggior chiarezza nella gestione economica condivisa, meno quando la posta in ballo è il decoro dell’Istituzione!), di fronte a quell’immagine domandare numi e svolgere l’attività ispettiva alla base del suo ruolo? La risposta è ancora no.
Potrebbe, diciamo a caso, un Oratore collegiale richiedere spiegazioni sull’accostamento di cattivo gusto, dopo aver abdicato al suo ruolo per 450 giorni, salvo riesumarsi dal sepolcro - novello Cristo - per produrre tre gioielli di Tavole d'Accusa contro chi, nel frattempo, ha nuovamente chiesto chiarezza nell’utilizzo della cassa comune? Certo che no!
Potrebbe un presidente di Circoscrizione inarcare il sopracciglio e proporre un approfondimento a tutela del Gran Maestro dopo le connivenze, le mani sugli occhi e sul naso (virtuali) e l’imposizione a tutti del silenzio? No.
Potrebbe infine un Grande Oratore difendere il Magister Maximus quando lui per primo, il 18 luglio scorso, ha chiesto ai Venerabili riuniti in coro di accettare, metaforicamente, la discarica selvaggia di un paio frigoriferi a margine della strada consortile? Discarica poi rivelatasi una bomba micidiale di sostanze tossiche tali da avvelenare un intero Oriente regionale? No, no, no!
Così, di copertura in copertura, con la copertura della copertura della copertura, abbiamo svezzato negli anni dei cretini...
E cretini anche noi! Anche questo sodalizio di Maestri boviani! Maestri che hanno fallito nel loro Magistero, noi insieme a tutti gli altri.
I figli di ieri sono i Dignitari cretini di oggi. Figli cresciuti nel silenzio conformistico della tolleranza massima per fini bassi, spesso e volentieri soltanto elettoralistici. Delle piccole convenienze e amicizie da preservarsi ad ogni costo e sopra ogni valore, ogni identità ma soprattutto oltre ogni piena assunzione delle proprie responsabilità.
Dove starebbe, cronologicamente, il punto di rottura della Tradizione non sapremmo dirlo con certezza. Lasciamo al massonologo di domani l’incarico di stabilirlo.
Piuttosto dice bene il Murtas: «nell'oggi così conquistato, e nel domani tutto scivolo» non resta che aspettarsi, tra venti o trent'anni, un Maestro Venerabile che innalzi, a Cagliari, aprendo i Lavori, la Squadra ed il Compasso non più di fronte al prologo giovanneo aperto sull’Ara ed ai versi: «In principio era il Verbo, ed il Verbo era con Dio, ed il Verbo era Dio.», ma davanti ad altre rime (per l’elaborazione esoterica dei futuri Cavalieri dell'Aquila Bianca e Nera ed in chiave di rimando alla Tavola di Smeraldo): «Ci sono donne che, nella vita, conoscono continuamente Alti e Bassi. Ma, è proprio obbligatorio farseli tutti?»
Siamo sicuri che lo stesso Ermete, il tre volte grandissimo, impotente e sgomento di fronte a questo nuovo supremo interrogativo, alzerebbe bandiera bianca!
Concludiamo citando Shakespeare. Ci sembra consono alla farsa il finale della commedia “Sogno di una notte di mezza estate” (che ribattezziamo per l’occasione “Incubo di una notte di mezza estate”), nel monologo di Puck:
«Se l’ombre nostre offeso v’hanno
Pensate, per rimediare al danno,
che qui vi abbia colto il sonno
durante la visione del racconto
e questa vana e sciocca trama
non sia nulla più di un sogno
Signori, non ci rimproverate,
Rimedieremo, se ci perdonate.
E, come è vero che son sincero,
Se solo avremo la fortuna di sfuggire ai vostri insulti,
a fare ammenda riusciremo.
O chiamatemi bugiardo se vi va!
Quindi buonanotte a tutti voi
Regalatemi un applauso, amici miei
E Puck a tutti i danni rimedierà.»

RIPRODUZIONE RISERVATA ©

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DifesaBovio Sardegna

08 Set 2021

Ci giungono voci, in seguito alla comunicazione inviata da Gianfranco Murtas alle Segreterie delle Logge cagliaritane nella mattinata odierna, che qualche coraggioso benpensante abbia in mente di chiedere a Bisi la testa del Fratello alla fonte dello scandalo, immaginando così di evitare l'esposizione civica delle vergogne maturate e difese dall'attuale dirigenza di Palazzo Sanjust. Avvisiamo questi coraggiosi benpensanti di non osare alzare un solo dito su questo Fratello. Nessuno tocchi Caino. Se ulteriori voci ci venissero all'orecchio siamo pronti a scatenare un tale inferno che neppure ve lo immaginate.


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