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Andrea Giulio Pirastu

Una parola semplice e chiara su Giornalia.com

di Andrea Giulio Pirastu

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Nel 2019 è iniziata a Cagliari l’avventura di Giornalia.com, piattaforma on line di “giornalismo partecipativo”, una tra le primissime in Italia e certamente l’unica strutturata in questa maniera, come si può apprendere anche da https://it.wikipedia.org/wiki/Giornalismo_partecipativo. La testata è nata da una mia iniziativa incoraggiata da diversi i quali hanno quindi offerto le loro collaborazioni (ne contiamo ormai molte centinaia). Nessun euro è mai circolato in redazione, diversi in uscita sì - forse troppi, in entrata no. E mi voglio esprimere in modo più chiaro ancora: non c’è, nel sito, alcuna pubblicità, non si è mai presentato in questi quaranta mesi circa, dacché Giornalia “accoglie” e “non respinge” i contributi dialettici i più vari, alcuno sponsor (nemmeno quelli di Google, mai inseriti per scelta); di questo chiunque può rendersi conto facendosi un bel giro all'interno del sito.

Potrei ancora aggiungere: il sito è stato costruito da zero, e non fa riferimento a terze parti che avrebbero goduto del traffico da esso eventualmente generato… dunque nessun ricavo s’è goduto fino ad oggi. Tutto è facilmente dimostrabile e visibile. Nessuna "fee", ovvero nessuna quota di guadagno in rapporto agli accessi è stata goduta, nonostante l’ingeneroso sospetto avanzato da taluno. Inoltre nessuna donazione è mai stata fatta da alcun utente/lettore (ad oggi diverse centinaia di migliaia), nonostante abbia impostato una modalità semplicissima per eseguirle; tutto ciò è naturalmente facilmente dimostrabile.

Non avrei avuto motivo di stendere questa breve nota se un caro amico della redazione (e personalmente di uno dei tre giovani redattori, quattro con me stesso direttore editoriale) che sappiamo essere iscritto alla loggia Asproni di Cagliari non mi avesse consegnato ieri un testo che, con rispetto parlando, mi è sembrato alquanto sconclusionato riferendosi alla identità e alle condotte di Giornalia.com.

Il nostro è un “giornalismo partecipativo”, lo abbiamo detto e ripetuto una infinità di volte. Ciò significa che al dibattito civile che si svolge nostro tramite con piena libertà, ed evidentemente nel rispetto delle elementari regole della correttezza dialogica e nel rispetto, dunque, anche della legalità e delle pubbliche istituzioni, prendono parte le persone che desiderano condividere con altri le proprie conoscenze, riflessioni, proposte.

La nota del “M.V. Loggia Asproni” (così si firma l’estensore della nota recapitataci) non è pertinente in nulla alla nostra esperienza che è trasparente. Ma poiché egli fa (vaga ma pur minacciosa) allusione a possibili conseguenze giudiziarie, rispondo amichevolmente che noi, e io personalmente, siamo prontissimi. Presso la procura della Repubblica di Cagliari esiste già un fascicolo circa una ipotesi di vilipendio al capo dello Stato da parte di un importantissimo dignitario del GOI sardo, cui è stata più volte rinnovata la fiducia dei più alti vertici. Sarà importante la testimonianza del “M.V. Loggia Asproni” che dimostrerà ampiamente la presa di posizione responsabile sua personale e degli altri sodali in giusta difesa di Mattarella e dell’istituzione repubblicana. Sul punto infatti anche noi, parte naturalmente terza e neutra, ci siamo schierati: il presidente della Repubblica, così come la costituzione della Repubblica, è intoccabile sempre e comunque da qualsiasi scomposto assalto. Ed è intoccabile il 25 aprile, data sacra della nostra democrazia.

Ci potremmo trovare con il “M.V. Loggia Asproni” e andare insieme in procura, dopo un bel caffè al bar, ciascuno con il suo fascicolo e magari senza avvocati, chiedendo udienza al magistrato e dire a lui ciascuno quel che ha da dire.

In ultimo. Quanto ci è stato attribuito con virgolettato non esiste, il lettore ha letto male e non se n’è accorto neppure dopo; secondo quanto ci ha riferito il nostro amico della loggia Asproni, al quale volutamente non abbiamo chiesto (per doverosa discrezione) nulla della sua esperienza associativa, né della anzianità né del suo grado e ruolo, fidandoci della persona e basta, la loggia è nata, effettivamente, il 18 marzo 1986 quando forse il “M.V. Loggia Asproni” era giovanissimo ancora agli studi, ed è nata “mazziniana”, avendo condiviso il suo promotore Galardi (già cofondatore della benemerita SOCREM), con il Gran Maestro Corona, un programma che voleva rimarcare, con quel nome, una identità storica e ideale. Forse non vi si riconosce il “M.V. Loggia Asproni” di oggi? Quella identità storica e ideale è rimasta per certo la stessa per lungo tempo: proprio il nostro amico ce ne ha dato conto con le sue carte ordinate, raccolte nel tempo per pura ed ammirevole (e forse riservata) passione, anche quelle di un quadernetto datato 1986 e ancora lo ringraziamo perché si trattava di materia a noi sconosciuta ed il suo intento era quello di segnalarci un quadro di riferimento a noi assolutamente necessario.

Riguardo ai nostri interventi riferiti al tema massonico, che pare essersi infuocato nelle ultime settimane per vicende nazionali, noi come piattaforma di “giornalismo partecipativo” continueremo a fare la nostra parte, a dare ospitalità a chiunque intenda contribuire con proprie elaborazioni al civile confronto di idee, magari cominciando dal “M.V. Loggia Asproni”. E ogni volta che ci parrà esservene le condizioni o le opportunità non ci negheremo, come espressione della nostra libera cittadinanza italiana, di porre domande od offrire considerazioni. “Partecipativi” anche noi, senza dogmatisti, senza scadimenti di tifoseria, nel rispetto di tutti sempre e comunque.


Fonte: Andrea G. Pirastu
RIPRODUZIONE RISERVATA ©

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Ginger Rogers

07 Ago 2022

L'informazione da voi divulgata credo assumerebbe ancor più valore se voi pubblicaste in chiaro la "nota ricevuta", come avvenuto in altri casi. Grazie


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Redazione

08 Ago 2022

Non abbiamo difficoltà a soddisfare l’utente “Ginger Rogers” che ha chiesto a Giornalia di pubblicare in chiaro la “nota ricevuta” ed a firma del “M.V. Loggia Asproni”. Eccola: «A seguito di vari articoli pubblicati su una testata giornalistica diffusa via WEB nei quali si afferma che "un iscritto alla Loggia Asproni" collaborerebbe con la redazione fornendo schede informative e notizie sulla nostra Comunione, desidero informarvi che: 1) la Loggia, contrariamente a quanto scritto, essendo nata il 18/03/1986 non può certamente essere stata in grado nello stesso anno di "condizionare le decisioni della Giunta Nazionale"; 2) non abbiamo alcun fratello esperto né in Sanità Pubblica e né tantomeno in Pubblica Amm.zione , tanto da collaborare con questo giornale nel web; 3) nessun fr.: ha mai elaborato schede biografiche e/o dossier in quanto fra di noi non vi è alcun "cultore della storia della fratellanza sarda"; 4) allo scopo di evitare di avvantaggiare economicamente la testata in questione tramite un incremento degli accessi e conseguente delle fee a suo favore, ho deciso di incaricare un solo fr.:llo dell'Officina di visionare il sito per poi dare notizia alla Loggia che deciderà sull'opportunità di ulteriori azioni a difesa dell'onorabilità dei Fr.:lli che ne fanno parte». Sul merito abbiamo già risposto, crediamo, in modo congruo. Rileviamo l’inciampo del “M.V. Loggia Asproni” nel punto 1): non la Asproni ma Cagliari era il soggetto, e ci si riferiva al contemporaneo deposito sul tavolo del Gran Maestro Corona, in quel 1986, di ben tre pratiche di fondazione di loggia nel capoluogo sardo; riguardo alla passione per la documentazione forse il protestante, che non sa nulla di casa propria, ignora anche – secondo quanto documentatoci dall’amico iscritto (ma proprio oggi sono diventati due!) - quanto contò nella loggia lo studio della storia massonica sarda e delle biografie relative (dai convegni asproniani promossi a Cagliari e Bitti in accordo con la parallela e omonima associazione, editrice di vari volumi, alle elaborazioni parzialmente sfociate poi nella Quatuor Coronati, e la qualità dei suoi fondatori fra cui sia il col. Cherchi che la colonna del famoso gruppo Amicizia pro-disabili, il gemellaggio con gli ateniesi nel nome di Garibaldi, ecc.). La cultura democratica risorgimentale (che risalta nelle 126 schede mostrateci) fu un punto d’onore della loggia che, con l’associazione, ebbe meritata visibilità: un attacco a figure illustri come Mazzini e Bovio, e vilissimo al presidente Mattarella o al 25 aprile avrebbe scatenato l’ira di un qualsiasi “storico” predecessore dell’attuale. Del quale ultimo ignoriamo la stella ideale che però non dev’essere un granché.


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