Via Piero Calamandrei, già via Calatafimi. A Nuoro, insieme primo e secondo Risorgimento. La proposta Pau
Redazione
Vale come un appello alla sensibilità storica (e tutta patriottica e tutta democratica!) quello rivolto all’Amministrazione civica di Nuoro da Annico Pau, fondatore e segretario della sezione della Mazziniana nuorese, e del capoluogo barbaricino indimenticato sindaco fra il 1981 e il 1983: che la via Calatafimi, in pieno centro storico, non sia disbattezzata “sic et simpliciter” a favore di una pur degnissima nuova intitolazione a Piero Calamandrei, ma della più che centenaria denominazione conservi traccia insieme con la nuova. Si direbbe: giusto nella logica per la quale tanto insisté il presidente Ciampi, che nella sua Livorno fu socio d’onore dell’Associazione Mazziniana Italiana: primo e secondo Risorgimento siano associati sempre nel sentire ideale della popolazione e siano intesi come premessa al terzo stadio della nuova storia dell’Italia unita e repubblicana, cioè alla Costituzione.
Di quest’ultima Calamandrei fu uno dei padri, come membro della famosa “commissione dei 75”. Oltre che grandissimo giurista, fu esponente di primo piano del glorioso Partito d’Azione e, con Emilio Lussu e Pietro Mastino, uno dei dieci componenti il gruppo “autonomistico” all’Assemblea Costituente: sette azionisti, due sardisti ed un valdostano. Meritava l’intitolazione di una strada anche a Nuoro, ben sapendo – l’Amministrazione civica e la più avvertita opinione pubblica locale – che nella toponomastica di una città c’è sempre un tanto di suggerimento pedagogico tanto più volto alle giovani generazioni che crescono amando la loro città e, anche attraverso la toponomastica, ne scoprono le vicende anche nei nessi con la grande storia nazionale e mondiale.
Se prendi in mano il famoso diario asproniano scopriresti – scoprirebbero anche i responsabili civici di Nuoro – che proprio alla ricezione delle notizie da Calatafimi, il dottor Giuseppe Cottone, a Nuoro ormai da diversi anni (e quanto impegnato anche nella battaglia anticolerica del ’55!), si decise a chiedere al governo un distacco di quattro mesi onde raggiungere la sua Sicilia e i garibaldini che da Marsala a Messina alla Calabria al Volturno andarono ad offrire, con le migliaia di generosi volontari in armi, l’isola e il meridione d’Italia a Vittorio Emanuele II. In molti anche sognando la repubblica, ma per intanto suggellando con il rischio e la fatica del campo, il primo adempimento patriottico che era quello dell’unità (nello stacco anche dalle pressioni estere inverate nelle cortesie dinastiche, quelle borboniche incluse).
Asproni anche, invitato dallo stesso Cottone, si decise a lasciare Torino e Genova – sede del suo lavoro politico e parlamentare – e raggiungere Palermo e Bagheria e Cefalù e Messina… Tutto partì allora dall’impresa sanguinosa ma efficace intestata ad una eroica decina di compagnie riunite in due battaglioni e rinforzate da un migliaio e più di volontari di diversa provenienza isolana… Durò tutto il tempo della “missione” Cottone e anche di più quella che Asproni abbracciò allora, con lunghe permanenze anche a Napoli e ritorni prolungati ancora a Palermo… Attraverso lui, attraverso il deputato di spirito mazziniano, e anche attraverso il dottor Cottone, Nuoro partecipò ai rilasci ideali che, nel Risorgimento, germinarono proprio sul campo di battaglia di Calatafami…
Crediamo meriti d’essere accolta la proposta avanzata dal professor Annico Pau – che a Nuoro esprime, ben oltre l’appartenenza strettamente politica, un’autorità morale sulla scia dei migliori che della città hanno segnato la lunga strada del Novecento, da Mastino e Oggiano in qua – e dall’AMI nuorese, di cui sopra s'è riportato il testo. (gf.m.)
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