Viale Pula, la strada ai margini della Civiltà Occidentale… Il “Terzo Mondo” a Cagliari
Il Comune di Cagliari, sino a un anno fa, non sapeva neanche che la strada fosse di sua proprietà
La storia di questa strada è conosciuta ma, da chiunque – istituzioni comprese – dimenticata, rifiutata. La situazione di questo lembo di terra che, prima della costruzione del Porto canale di Cagliari, era facilmente raggiungibile in meno di due minuti dal centro storico, oggi è desolante. Tutto è in stato di abbandono, preda dei vigliacchi che gettano la spazzatura in maniera indiscriminata e impunita. In balìa della noncuranza dei politici che, prima delle elezioni fingono di occuparsene (anche con conferenze organizzate all’uopo) per racimolare voti, poi se ne disinteressano, nonostante le gravi problematiche di cui sono a conoscenza da tempo.
La decisione di chiudere una strada comunale con un cancello
Un anno fa l’Autority Portuale, precisamente il 14 luglio 2020, procedeva, senza le dovute licenze, alla chiusura dell’imboccatura di viale Pula con un cancello in ferro zincato. Il Comune ne era a conoscenza, lo stesso Sindaco era stato interessato (come ammette egli stesso in una intervista apparsa il giorno dopo su L’Unione Sarda, cronaca di Cagliari). Mancavano però le licenze necessarie per poter eseguire tale intervento; inoltre il Comune stesso non sapeva che quella strada, viale Pula, fosse di sua proprietà! Per fortuna un cittadino solerte, venuto a conoscenza della situazione, ha interrotto il posizionamento del cancello, che avrebbe impedito il passaggio di tutti i cittadini che avrebbero voluto frequentare la zona balneare marittima e la spiaggia demaniale, passando attraverso una strada comunale. La chiusura avrebbe impedito il passaggio anche ai proprietari dei fabbricati e dei terreni posti aldilà del cancello, i quali non erano stati nemmeno avvertiti di questa grave decisione. Lascio ai lettori eventuali determinazioni su quanti illeciti civili e penali, Autority e Comune, abbiano commesso.
Ma perché si voleva chiudere la strada al traffico di auto? Semplice – secondo i nostri solerti decisori politici e funzionari –: evitare lo sversamento continuo dei rifiuti ai bordi della strada e sull’arenile della spiaggia di Giorgino. La spesa sostenuta, dichiarata dall’Autority, è di 30/40 mila euro all’anno. Però c’è una domanda sostanziale che ci assilla: perché questi soldi venivano (o vengono?) spesi dall’Autorità Portuale e non dal Comune di Cagliari, il quale è il proprietario della strada (banchine e cunette comprese) e quindi il responsabile dalla pulizia della stessa? Esistono delle società, incaricate dallo stesso Comune, attraverso gara d’appalto, che dovrebbero eseguire la pulizia della strada in questione? Perché la pulizia invece non viene eseguita, nonostante ci sia l’obbligo contrattuale di farlo? Perché le ditte (appaltatrici?) che eseguono la pulizia devono essere pagate due volte per eseguire uno stesso lavoro?
Per evitare il continuo sversamento dei rifiuti, e interrompere il disastro ambientale in corso da ormai troppo tempo, basterebbe installare delle telecamere (che si guardino reciprocamente per evitare atti vandalici), posizionare dei cartelli di avviso, eseguire delle chiusure con reti leggere per delimitare i terreni demaniali portuali e privati, etc. Ma forse si tratta di una spesa troppo esigua perché convenga a qualcuno che, sino ad oggi, ha banchettato con i soldi pubblici. Politici, funzionari, dirigenti? Non lo sappiamo ancora! Ma sarebbe opportuno che l’Autorità Giudiziaria facesse luce, conducendo delle indagini in merito alla vicenda.
Degrado ambientale senza alcun controllo: il Comune e la Municipale se ne fregano
Chiunque si rechi in automobile in viale Pula, lato ovest del canale navigabile del Porto Industriale, potrebbe rendersi facilmente conto di quanto degrado ambientale e morale si possa generare a causa del menefreghismo delle istituzioni e della politica, che dovrebbe occuparsi del bene pubblico; di tutto, non solo di quella parte più visibile.
Questo degrado però è ben visibile, documentato, conosciuto, fotografato e filmato, ma non interessa a nessuno. I comportamenti delinquenziali degli utenti della zona – della spiaggia, della strada e del molo – continuano senza sosta, quasi venissero incentivati da chi invece dovrebbe impedirli.
Infatti, spesso e volentieri le auto di alcuni “signori”, a gruppi anche di 2/5 auto alla volta, attraversano e sostano sull’arenile, passando su un terreno non recintato di proprietà regionale, confinante con l’Ex Carcere Minorile. Giungendo proprio davanti alla parte esterna del molo ovest del Porto Industriale. I perdetti “signori”, lasciano le proprie auto parcheggiate per ore, ogni giorno; questo succede specialmente il sabato e la domenica.
Addirittura capita che, questi diligenti cittadini, improvvisatisi chef, si accendano un bel barbecue sulla spiaggia, per cuocere il pescato della giornata. Ovviamente le Forze dell’Ordine, allertate, non sono mai intervenute.
La spiaggia, neanche a dirlo, si presenta in condizioni pietose e in totale abbandono: cumuli di poseidonia morta misti a rifiuti plastici e di svariato genere sovrastano la sabbia bianchissima e finissima. Spesso questi cumuli prendono fuoco, per mano dell’uomo o spontaneamente, per via dei rifiuti accumulati, creando ulteriore inquinamento e distese di braci ardenti che rendono la zona impraticabile e invivibile.
Quando scoppia un incendio, spesso deve intervenire un elicottero, con squadre di autobotti a terra. Questo perché l’impianto antincendio non è attivo, poiché la condotta comunale, gestita da Abbanoa, che passa nell’alveo del Porto Canale, è rotta da anni e la società che dovrebbe gestire questi guasti (sempre Abbanoa), non se ne occupa, scaricando la colpa sul Comune. Naturalmente a farne le spese sono solamente i residenti della strada che non hanno accesso all’acqua potabile dalla condotta, ormai da diversi anni.
Ma ciò che fa maggiormente pensare è di quanto chi dovrebbe occuparsi del problema, se ne strafreghi: se ne parlerà per le prossime elezioni comunali, vero?
Il continuo via-vai di auto nella spiaggia di Giorgino Ovest
La poseidonia brucia insieme alla spazzatura
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