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Gianfranco Murtas

Ancora, ancora con padre Morittu volto al pieno ristabilimento delle sue forze fisiche

di Gianfranco Murtas

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Ancora buone notizie per il nostro padre Morittu, ottime per noi che gli vogliamo bene e di lui abbiamo bisogno. Sarà di questi prossimi giorni (forse addirittura di queste prossime ore) il suo ritorno a casa: sarà protetto e sarà attivo, saprà lui come e in che misura. Noi lo accompagniamo con il pensiero e il sentimento.

Ancor di più questo sentimento si fa collettivo alla notizia che il presidente Mattarella ha inserito il suo nome fra i nuovi commendatori della Repubblica italiana per gli speciali meriti sociali che coincidono in pieno con la missione di vita del nostro amico e fratello e padre.

E sempre, dovendo trovare un modo “materiale” per esprimere questa prossimità che permane nonostante le distanze fisiche, ho creduto di dover frugare fra qualche pagina che nel tempo ho dedicato alle sue fatiche ed in cui sono stato coinvolto.

Ne ho trovato alcune riportandomi a certe iniziative che mi furono commesse per l’utile della comunità e degli amici della comunità: accogliendo Paolo De Magistris per una conferenza sulla storia di Cagliari (era il 12 dicembre 1994), portando le sue pagine in cinque teatri diversi (fra febbraio e maggio 1995) ed affidandone la lettura proprio ai ragazzi – una ventina quelli coinvolti nella preparazione e nella esibizione davanti a un pubblico sempre importante (anche numericamente), ed ancora organizzando alcune conferenze – ritmo quindicinale – con ospiti di speciale competenza. Ebbi questo incarico nel 2000, dopo la scomparsa dolorosa di Zella Corona che quelle conferenze aveva preparato per tre lustri, contattando gli oratori che poi rispondevano alle domande, un’infinità di domande, della platea costituita dai sessanta, settanta ragazzi di San Mauro e di Campu’e Luas che così continuavano anche nel refettorio.

Circa i primi eventi qui richiamati – la conversazione di don Paolo sui tremila anni di storia cagliaritana ed i recital da parte dei comunitari – aggiungo che in conclusione pubblicai due piccoli volumi comprensivi appunto degli sbobinati e dei copioni: furono Cagliari nostra e Cagliari nostra 2, entrambi del 1995.

Della serie delle conferenze – o almeno della prima serie (ché ne fui impegnato per due volte in due anni consecutivi) e recuperi successivi – detti conto in alcune note del libro Ricerche Ricordi Riflessioni Anno 2001, un libro per la metà circa riferito ad attività di Mondo X Sardegna ed ai suoi protagonisti.

Qui di seguito, e come per accompagnare idealmente, con puro affetto, il nostro padre Salvatore nella sua guarigione piena, riporto quelle brevi pagine che parlano di “compagnia”, della bellezza della “compagnia”.


Presentando De Magistris ai ragazzi delle comunità

Paolo de Magistris e una personalità del mondo politico assai anomala egli e infatti essenzialmente un "uomo di cultura", uno scrittore elegante. Per vivere gli è toccato fare il burocrate alla Regione, come funzionario e poi dirigente dell'assessorato dell'Industria mentre saltuariamente ha accompagnato quest'attività con un'altra, non meno impegnativa e prosaica fra leggi e bilanci: quella di amministratore al Comune di Cagliari come assessore prima e quindi come sindaco intorno al 1970 all'inizio e fra l'84 e il ’90 una seconda volta.

La sua anomalia e in questo stile riservato, tutto il contrario dei tribuni, sia quelli di ieri che quelli di oggi e più ancora nella sua passione per lo studio, per la lettura, la ricerca e infine, la produzione di lavori originali che hanno illuminato questo o quell'aspetto della storia di Cagliari, la sua città.

L'elenco delle sue opere comprende una decina circa di titoli: alcuni, i più recenti quelli scritti dopo che si è del tutto ritirato dall'attività amministrativa municipale e che, pure si è pensionato dopo quarant'anni di onorata camera alla Regione riguardano la storia più lontana. Uno tratta della peste che nel ’600 colpi, uccidendo qualche migliaio, molte migliaia, di sardi, la nostra Isola e la sua capitale e contro la quale si levò al cielo l’invocazione di soccorso indirizzata a Sant'Efisio (da cui la larga devozione per il santo guerriero, e martire e ora liberatore), l'altro un monumento che si trova nella cattedrale di Cagliari, un monumento funebre in onore del giovane re Martino di Sicilia (aragonese) che sconfisse gli Arborea e assoggettò l'intera Sardegna ormai al dominio degli aragonesi. Siamo qui nei primi anni del 1400.

I titoli precedenti ch'egli ha sfornato, sempre con molta attenzione del pubblico, riguardano la cosiddetta belle époque cagliaritana, cioè gli anni che collegano l'800 al 900: in particolare De Magistris ha dedicato uno studio all'attività amministrativa di Ottone Bacaredda che fu sindaco di Cagliari per una trentina d’anni dal 1889 al 1921; un altro allo stile architettonico liberty che in quel tempo fiorì anche nell'Isola, e di cui molti esempi manufatti sono nei quartieri storici della città, soprattutto Villanova; un terzo alle atmosfere cagliaritane negli anni della grande guerra fra il 1915 ed il 1918.

Accanto a questo filone storiografico in senso proprio don Paolo ha donato alla nostra letteratura alcuni volumi veramente deliziosi, di memorie lontane in cui tratteggia diverse figure tipiche della Cagliari di quando lui era bambino o ragazzo, un altro e un po' più spinto sul fronte autobiografico, ancorché necessariamente inserito nel quadro della vita del quartiere di Castello e fu scritto molti decenni or sono e soltanto di recente ristampato: Infanzia come una sinfonia.

Merita anche di esser ricordato un libretto di poesie in dialetto cagliaritano. In una mia trasmissione televisiva tempo fa, lui stesso, don Paolo, ne ha declamato alcune gustosissime

Ma vicino a questo c'è stato tantissimo altro che egli ha disseminato lungo i decenni su quotidiani e periodici, o come prefazione o contributo a libri curati da altri. Ne ricordo uno soltanto: Cagliari raccontata, un bel volume curato dall’attuale capo redattore de L'Unione Sarda: De Magistris ha guidato il suo intervistatore attraverso i cosiddetti palazzi del potere, cioè le sedi istituzionali della politica e dell'amministrazione, regionale o civica, spiegandone origine, storia, qualità architettonica e altro ancora.

Conclusione. Io sono lontanissimo dalle idee politiche del nostro oratore d'oggi però in lui ho sempre ammirato un certo carattere che lo distingue e che ho già accennato: egli come amministratore municipale è stato pubblico servitore della città, perché egli ha amato - e ama, ovviamente - la città, e la ama - qui sta il punto - perché la conosce, ne conosce il divenire storico plurimillenario. La sua visione della vita, religiosa e cristiana, lo ha responsabilizzato, se così posso dire, in questo senso: egli è stato chiamato a un servizio nel pubblico interesse ed ha avvertito di dover fare, completa, la sua parte. La storia non conosce salti, è un continuo divenire, con contraddizioni certo, ma è orientata verso un progressivo avanzamento di civiltà. A noi uomini di oggi ci tocca gestire al meglio quanto abbiamo ricevuto dai nostri padri e a nostra volta dobbiamo seminare perché altri, domani, raccolga... Così, senza enfasi, siamo tutti chiamati alla nostra parte, senza mai dover pensare che la storia universale inizia con noi. De Magistris ha nella sua cultura questo sentimento della storia che procede e cui si deve partecipare con un apporto originale. Ed ha lavorato in questo solco ideale e di opere.

Conclusione veramente, adesso, d'ordine diciamo morale. Il nostro ospite ed io abbiamo entrambi una specie di nostalgia di una certa Cagliari che fu, magari quella di Bacaredda, quella del liberty, quella della belle époque, quando la città contava soltanto 40 o 50mila abitanti, e può dirsi che tutti sapevano tutto di tutti. Una specie di città-comunità.

Bene, allora la sofferenza personale degli uomini - causata da handicap, e così via - era soccorsa dal prossimo forse più che non oggi. Certo, mancava la legislazione sociale - che è una grande conquista sociale, perché giustamente riconosce il diritto (naturale e inalienabile) dell'uomo e del cittadino - e perciò era necessario che a provvedere fosse la solidarietà civica. Oggi magari si tende a scaricare sull'ente pubblico ogni tensione o bisogno e si burocratizza anche il buon volere e la solidarietà.

Io ho riscoperto non molto tempo fa il valore della parola "compagno": vuol dire "condividere il pane", cioè la sorte, la vita, cioè vuoi dire "solidarietà".

Affido alla vostra questa mia riflessione: come noi si possa, domani, quando torneremo nel vivo della società - oltre questa nostra esperienza comunitaria - "contagiare" di volontà e sentimenti solidaristici la nostra città, quella di cui ora ascolteremo la storia...


Nel teatro di Campu’e Luas...

Nota personale, iniziando - come capita talvolta - dalla fine.

La sera di domenica 7 maggio 1995, alla cena di festa per il decennale della Comunità di Camp 'e Luas, padre Morittu mi chiese di commentare all'impronta, lì, davanti a cento commensali (nel frattempo arrivati al... dessert), l'esperienza compiuta ed appena conclusa dei recital di lettura che avevo chiamato col titolo di "Cagliari nostra" (titolo attribuito anche al volumetto con i testi della lezione sulla storia della città, svolta da Paolo De Magistris il 12 novembre 1994, e del dibattito con i comunitari su aspetti particolari di quella vicenda).

Mi parve utile concentrare tutto nella battuta delle "coordinate di storia e geografia", fissare cioè l'attenzione dei presenti su questo concetto elementare: la lettura delle pagine di De Magistris - quelle del filone storiografico (orientato su due periodi della nostra storia sociale: l'età aragonese-spagnola e la belle époque) e quelle del filone, fertile e suggestivo, memorialistico - hanno stimolato in ciascuno di noi partecipanti all'avventura del palcoscenico (ma anche della platea) l'interesse a collocare fra le coordinate, appunto, della storia e della geografia, gli episodi ed i personaggi incontrati. Apparentemente lontani da noi, essi, invece, ci appartengono, entrano nella nostra stessa vita.

È il problema-base di qualsiasi processo di autocoscienza, di qualsiasi ricerca di sé, di qualsiasi definizione e ricostruzione di identità personale. Abbiamo bisogno di collocarci nel tempo e nello spazio per capire chi siamo. 

La possibilità che sarà data ai ragazzi - sia con una visita ai luoghi citati nei testi, sia con gli auspicati approfondimenti che Zella Corona potrebbe introdurre nelle sue prossime lezioni - di stabilire un maggiore e migliore contatto con i contenuti delle letture effettuate, completerà l'opera intrapresa che ha avuto anche un preciso significato didattico.

Fra febbraio e maggio 1995 nei quartieri del centro storico di Cagliari (agli "Amici del libro" per... delega castellana, a Sant'Eulalia, a Santa Restituta, a San Domenico) e, per finire, a Camp'e Luas, abbiamo realizzato cinque incontri col nostro pubblico. Anzi, cinque più due, perché s'è aggiunto - il 30 e il 31 marzo - il doppio appuntamento al Teatro dell'Arco, nel quadro della programmazione de "Il Crogiuolo", all'insegna, quest'anno, di "Cagliari, memoria e memorie". 

Cinque comunque le occasioni suscitate da noi stessi - con la regia scenica di Dino Pinna e anche con l'accompagnamento di musicisti amici - per rendere omaggio a don Paolo nell'occasione del suo 70° compleanno e per promuovere nella città capoluogo la conoscenza di alcune fra le più belle pagine che alla sua storia, ai suoi ambienti fisici ed alle sue figure umane ha dedicato l'ex sindaco.

Raccontatore raffinato, egli ha affidato ai libri l'esito delle sue ricerche, pazienti ed appassionate, fra archivi, biblioteche ed emeroteche, delle sue memorie familiari, infantili o adolescenziali. Così avevamo scritto nel pieghevole d'invito: «Egli ha svolto la sua carriera professionale alla Regione ed ha, per svariati anni, ricoperto incarichi di rilievo nella Municipalità. Non si è però mai fatto schiacciare dalla logica di un pragmatismo senza respiro. E ciò grazie non solo ai valori dello spirito che appartengono alla sua più intima essenza per lascito di educazione, ma anche per quel certo senso della storia che ti aiuta a posizionarti nel tempo e nel luogo in cui sei e che in lui ha preso concretezza nell'esplorazione della plurimillenaria vicenda di Cagliari. Testimonianza fedele di questa costante attenzione alle infinite pieghe della storia passata, dove è la scaturigine della nostra più viva attualità, è la copiosa produzione di scrittore di Paolo De Magistris». Che il pubblico, grazie ai nostri ragazzi, ha finalmente conosciuto ed apprezzato.


Conferenze-dibattito, proiezioni e spiritualità, sfondando alla Collina

Stiamo, programmando la ripresa, a Campu 'e Luas, del ciclo di conferenze sospeso a giugno. Inizieremo con l'amico Alfredo Franchini, della Nuova Sardegna, che ci presenterà - con il sussidio anche di nastri audio e di cassette - Fabrizio De Andrè come uomo e come artista (egli è autore di alcuni libri sull'autore della “Buona Novella” di quant'altro ha segnato la mia adolescenza e gli anni successivi); poi Pino Calledda, dell'Osservatorio Astronomico di Capoterra, che ci intratterrà, anche con proiezione di diapositive, sul fascinoso tema di archeo-astronomia "Il cielo letto dai sardi della preistoria”; sarà quindi il turno di Giancarlo Ghirra, altro amico stavolta dell'Unione Sarda, che ci parlerà del funzionamento dell'istituzione Regione e del processo formativo delle leggi (egli stesso ha compiuto, per una legislatura, l'esperienza di consigliere regionale); seguirà Bruno Ucchesu, funzionario del Banco di Sardegna, il quale ci illustrerà la grande novità dell'Euro, di ormai imminente introduzione. A gennaio riprenderà l'amico avvocato Giancarlo Mereu, cercando di orientarci sulla etimologia delle parole del nostro più consueto vocabolario; a seguire il professor Licino Contu…

Abbiamo, intanto, ancora nell'orecchio e negli occhi le belle lezioni e proiezioni proposteci dai quattordici relatori che nello scorso "anno scolastico" - terminato a giugno - si sono susseguiti nell'aula della biblioteca comunitaria. Ne ho riferito in un articolo sul numero 8 (agosto 2001) di Chorus che so aver interessato molti i quali, simpatizzando per il movimento comunitario, pure non ne conoscono dall'interno le attività. [Ci sono ritornato il 1° ottobre 2002, ed anche di questo do conto].

Sempre su Chorus (n. 9 dell'ottobre 2001) ho pubblicato - e assieme all'altro qui lo ripropongo - un breve articolo di presentazione dell'assemblea spirituale che settimanalmente si dà convegno nella cappella a mo' dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld, presso la comunità, filiazione della associazione di volontariato Cooperazione e Confronto, dei cosiddetti "giovani adulti" che scontano le pene alternative al carcere, in quel di Serdiana.

Invenzione di Ettore Cannavera, realizzatasi con il contributo, prezioso e necessario, di tutta una serie di amici, si tratta di un'opera sociale e, direi civile - per la sua portata di diretta responsabilità pubblica - che onora "comunque" la Chiesa di Cagliari, nonostante le insolenze e volgarità del giornale NuovOrientamenti […]. Non posso, ogni volta che parlo o scrivo sull'argomento, non esprimere, rinnovandolo ogni volta, il senso della mia amichevole ammirazione per Ettore. Ripeterò almeno una frase, anzi due, di quella lettera aperta che gli indirizzai attraverso il più recente dei volumi di Partenia in Callari: «Cos'è la spiritualità per uno come te? Come è che realizzi il tuo sacerdozio cattolico da quando hai rinunciato alla parrocchia e hai iniziato ad impegnare la massima parte del tuo tempo a scuola, fra i tuoi allievi cui spieghi Aristotele e Kant? E magari ti sei messo a fondare cooperative sociali e comunità e case-famiglia una volta per minori senza famiglia, un'altra per adolescenti sanzionati dal giudice, un'altra ancora per giovani adulti destinati - ma, chissà perché, refrattari - a una bella cella condivisa con altri otto a Buoncammino? Oltretutto senza bussare a cassa da nessuno ma soltanto utilizzando il laico erga omnes delle leggi ed il contributo di chi condivide esistenzialmente il progetto...

«Che prete sei quando, come un domestico, porti la spesa a Paoletto, il tuo figlioccio tutto piazza e carcere, quartiere e tribunale, finito poi in ospedale per morire, e ti trattieni fino all' exit con lui, invece di recitare il breviario? Che prete sei quanto ti metti con uno scomunicato ed accetti di andare a confessare a casa mia, come ti chiedo, una volta F. ed un'altra M., che sono toccati dalla malattia e chiedono il prete per essere aiutati a mettere ordine fra sensi di colpa, emozioni transeunti e conquiste valoriali? Che prete sei quanto ti metti a dire messa, all'IPM di Quartucciu, ed accetti che i ragazzi te la interrompano almeno cento volte, nel bel mezzo della spiegazione delle letture o dell'offertorio, del prefazio o dei riti di comunione? In televisione, da poco hai perfino azzardato che "Gesù Cristo non ha fondato nessuna chiesa", riferendoti evidentemente alla struttura giuridica clericale come la storia l'ha invece definita, tanto spesso sostituendola a quelle povere cose che erano il sale e il lievito...».





Di nuovo a Campu 'e Luas

Con una conversazione tenuta da suor Maria Antonietta Matta sull'esperienza già più che centenaria dell'Opera del Cottolengo - sorta a Torino ma ormai da tempo diffusasi nei vari continenti - abbiamo concluso, a Campu'e Luas, lo scorso 20 giugno, il ciclo di conferenze-dibattito organizzato neIl’anno "scolastico" 2000-2001.

Come è noto, la "cultura" è, con il "lavoro manuale" (artigianato, orti e allevamento) e la "formazione", uno dei pilastri del programma di recupero seguito dalle comunità di vita di Mondo X, in Sardegna impiantate dal francescano padre Salvatore Morittu con il sostegno determinante di una serie di operatori di gran valore (Annibale Cois, Piero Serra, Sandra Buondonno, Paolo Manconi, ecc.).

Fin quasi dall'inizio, il polo cagliaritano di San Mauro e Campu ‘e Luas aveva affidato alla professoressa Zella Corona l'incarico di chiamare, dai vari settori civili e professionali dell'Isola, relatori disponibili a fornire ai ragazzi - con esposizione "semplice e chiara" (e quando opportuno anche l'ausilio di filmati e diapositive) -conoscenze sugli argomenti i più diversi, dall'economia alla scienza astronomica, dall'arte alla letteratura, dalle internazionali alla medicina dallo sport alle tecnologie dalla storia alle istituzioni, ecc. Lungo quasi vent'anni si sono così succeduti, nell'aulone comunitario di Macchiareddu, incastonato fra le officine, il teatro, la cappella, residenze, addirittura un centinaio di oratori (e poco di meno sono stati quelli invitati da Gigi Salis con i suoi amici del Rotary e della Massoneria sassarese alla comunità di S'Aspru).

Un libro di Zella Corona di prossima pubblicazione (purtroppo postuma perla improvvisa e dolorosa scomparsa dell'autrice avvenuta nel gennaio 2000) richiamerà alla memoria di tanti, elencandoli, i temi ed i nomi dei relatori offertisi poi sempre, al termine della propria conversazione, al botta-e- risposta di approfondimento con i comunitari.

Capitò a me, nel novembre 1994, di accompagnare in comunità Paolo De Magistris per una attesa conversazione sulla trimillenaria storia di Cagliari […]. L’incarico mi è tornato in via definitiva un lustro dopo, accolto con la gioia della fraternità e l'intento di onorare il grande lascito pedagogico di Zella.

Ecco i temi portati dunque, in questo anno di mio diretto impegno comunitario, alla discussione con i ragazzi: Storia della Sardegna (Francesco Floris), L’euro e le istituzioni dell'Unione europea (Tino Loi), Amnesty International (Daniele Mura), La lingua sarda (Matteo Porru), L'epatite C (Giancarlo Serra), La Borsa valori (Riccardo De Lisa), I media in Sardegna (Enrico Rais), L'ambiente dell'Isola come risorsa (Felice Di Gregorio), L'esperienza ENA0LI a Campu 'e Luas negli anni '60 (Renzo Pasci), La donna nella civiltà prenuragica e nuragica (Giovanni Lilliu), Il cervello umano (Paola Dazzan e Carmine Pariante), Destra e sinistra in politica ieri e oggi (Gianfranco Murtas), La tradizione di Sant' Efisio (Paolo Matta), il Cottolengo (Maria Antonietta Matta).

In conclusione va ricordato che gran parte degli argomenti sono stati proposti dai ragazzi stessi, e che al termine dell'incontro in biblioteca si è sempre convenuto di proseguire la conversazione in... refettorio. L'indice di confidenza fra docenti e discenti è salito senz'altro. E i "professori" - per loro stessa ammissione - sono usciti dallo scambio intelligente e di umanità straordinariamente arricchiti.

Riprenderemo a fine settembre.


E di nuovo, insegnando si impara!

Dallo scorso 3 ottobre [2001] e lungo l'intero arco temporale della scuola "normale", anche quest'anno a Campu'e Luas - la comunità di recupero che padre Salvatore Morittu ha impiantato ora sono quasi due decenni alle porte dì Cagliari (e precisamente nell'area industriale di Macchiareddu) - si sonò tenute le conferenze che costituiscono uno dei punti di forza del piano culturale a sua volta elemento rilevante del programma formativo/terapeutico di Mondo X. Né ovviamente si è trattato soltanto di una serie di lezioni dotte, ma anzi e soprattutto di una continuativa intelligente provocazione all'interesse dei ragazzi, che hanno partecipato agli incontri, oltre che con un ascolto attento, anche con domande mirate, con integrazioni di conoscenze, con riflessioni di approfondimento.

Nell'aula grande della biblioteca si sono susseguiti tredici relatori per altrettanti temi che, quando se ne è data l'opportunità, sono stati proposti anche con il supporto di video, diapositive, ecc. Ecco, così, che della poetica in musica di Fabrizio De Andrè ha parlato il giornalista Alfredo Franchini (autore di ben due libri sul cantautore genovese), dell"archeo-astronomia" isolana ("Il cielo e le pietre") ha trattato, da par suo, Pino Calledda, e della Regione e, in particolare, del processo formativo delle leggi, Giancarlo Ghirra, notista dell'Unione Sarda e già consigliere regionale (indipendente di sinistra).

E ancora, in sequenza (a dimostrazione della estrema varietà degli argomenti affrontati): Bruno Ucchesu, funzionario del Banco di Sardegna, ha illustrato la grande novità dell'euro; don Angelo Pittau - prete-giornalista-sociologo-poeta, parroco a Guspini e fondatore di centri di ascolto e comunità terapeutiche - ha raccontato la sua esperienza nel Vietnam, negli anni della guerra (1967-1970); il giornalista Mario Girau, partendo dalla bruciante attualità dello scontro sociale sull'art. 18 dello statuto dei lavoratori, ha dato conto della storia del sindacato italiano e della sua organizzazione; il professor Giuseppe (Peppinello) Saba, già docente di anestesiologia all'Università, ha spiegato alcune tecniche terapiche per la "cura" del dolore.

Della Sardegna nel Novecento ha detto il professor Francesco Floris, preside del liceo Siotto e autore di numerosi saggi storici; sulla Costituente regionale, assemblea degli eletti che dovrebbe elaborare un nuovo statuto dell'autonomia speciale, si è quindi intrattenuto Salvatore Cubeddu, già dirigente sardista ed ora sindaco di Seneghe; e sulla organizzazione periferica dello Stato (con sottolineatura sulle prefetture) Gaetano Melis, che è anche fra i maggiori collaboratori di don Cannavera nelle iniziative di reinserimento dei minori che hanno avuto esperienze carcerarie. Dell'artigianato come fondamentale compatto dell'economia produttiva isolana ha parlato Alberto Lecis, funzionario della Confartigianato addetto ai corsi di formazione; mentre sulla meteorologia si è soffermato il dottor Giuseppe Bianco, del Servizio Agro-meteorologico della Sardegna. A chiudere il ciclo è stato il dottor Alberto Vespa, console onorario di Svizzera a Cagliari, che ha brillantemente descritto storia ed attualità civile ed economica della confederazione elvetica, e dei suoi stretti collegamenti con l'Italia. Egli ha anche donato alla comunità abbondante materiale illustrativo della realtà geopolitica e sociale del paese ch'egli rappresenta, caratterizzato oltre che dalla sua notoria opulenza, anche dalla secolare scelta neutralista nei contenziosi internazionali e dalla organizzazione istituzionale cantonale.

In buona sostanza è stata, per la trentina di ragazzi di Campu'e Luas, una esperienza che si è rivelata estremamente valida, perché essi sono stati indotti a compiere tutta una serie di attività "positive" e non soltanto di rimando, che danno spessore e valore alla loro intima partecipazione al programma pedagogico di Mondo X: scoprire la varietà dei campi in cui si organizza il mondo ed inoltrarsi nei contenuti specifici di ogni realtà avvicinata, impegnare risorse qualitative di ascolto e di studio, affrontare con coraggio e insieme naturalezza il confronto, lo scambio, il dibattito.

Come sempre, i relatori sono stati volta a volta trattenuti a, fine serata, a mensa. Questa parte dell'incontro ha avuto più scopi: non soltanto quello di consentire ai ragazzi di proseguire con il proprio "bombardamento" di domande, ma anche quello di illustrare a loro volta - in una atmosfera ancora più confidenziale - la realtà comunitaria nella ricchezza dei suoi aspetti: includendo le attività di lavoro sia domestiche che, soprattutto, produttive (animali, orto, falegnameria e carpenteria, legatoria, ecc.), e tutte quelle altre riconducibili all'impegno "culturale" (lezioni e cineforum, escursioni e giornale, ecc.) e formativo.

Il congedo degli ospiti è stato sempre all'insegna di una riflessione fissata nel registro delle "presenze importanti". Un segno, un altro, di simpatia e cordialità, di augurio ai ragazzi per il loro: futuro, di ringraziamento ai ragazzi per la loro accoglienza.

Il nuovo appuntamento è ormai al prossimo autunno. Sono in... lista d'attesa una quindicina di altri "conversatori" che hanno già comunicato la loro adesione. Si tratta di economisti (che parleranno del sistema industriale isolano, di banche, di sistemi informatici applicati alla operatività delle aziende,..), di docenti di storia (si annuncia, fra l'altro, un originale confronto fra le millenarie vicende dei due capoluoghi sardi, così da coinvolgere direttamente i ragazzi sia di Sassari che di Cagliari), di esperti - per professione o per cura d'interessi amatoriali od hobbistici - di materie assai diverse fra loro (dalle tradizioni popolari all'astronomia, dalla realtà sociale degli extracomunitari in Sardegna alla psicologia, dalla etimologia del vocabolario più corrente alla poesia, dal modellismo storico alla questione ebraico-palestinese, dall'ecologia ai grandi protagonisti della pittura e della scultura partendo da Giotto per arrivare a Picasso), ecc.


Ancora la redazione di Giornalia si associa agli auguri fervorosi di Gianfranco Murtas e di tutti gli amici ed estimatori del padre Salvatore Morittu: auguri per il recupero di salute, mille complimenti per il riconoscimento ottenuto dal presidente della Repubblica. Andrea Giulio Pirastu


Fonte: Gianfranco Murtas
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