Coronavirus, Consiglio europeo: raggiunto un accordo dopo l'attacco di Conte
Ci sono volute sei ore di discussioni accese per arrivare ad una soluzione di compromesso.
Dopo un attacco durissimo alle lentezze dell'Europa, ai tatticismi, in un momento nel quale servono risposte veloci al coronavirus e alle sue conseguenze, soprattutto dal punto di vista economico, al Consiglio Europeo si sarebbe raggiunto un accordo. Si è infatti concluso dopo circa sei ore il vertice dei leader Ue in teleconferenza sulle misure per affrontare l'emergenza Coronavirus. A Bruxelles, dopo che Italia e Spagna avevano bocciato la bozza iniziale, i 27 hanno raggiunto un accordo. Il documento, che non cita il Mes, prevede che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dovranno presentare proposte di lungo periodo da concordare con le altre istituzioni. Il tutto entro due settimane (e non 10 giorni, come chiedevano Italia e Spagna).
Il Consiglio "prende atto dei progressi compiuti dall'Eurogruppo" e "in questa fase" invita i ministri delle Finanze della zona euro "a presentare proposte entro due settimane", si legge nelle conclusioni. Il documento non menziona il Mes o altri strumenti. Inoltre, è scritto nel documento, "queste proposte dovrebbero tener conto della natura senza precedenti dello shock covid-19 che colpisce tutti i Paesi. La nostra risposta sarà intensificata, se necessario, con ulteriori azioni in modo inclusivo, alla luce degli sviluppi, al fine di fornire una risposta globale".
"Oggi è stata l'occasione per uno scambio politico, estremamente intenso e denso e di qualità per progettarsi nelle prossime settimane e mesi e abbiamo chiesto all'Eurogruppo di continuare un lavoro intenso sul piano delle proposte da fare per far fronte alla emergenza e sulla stabilità della Ue" ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Anche Angela Merkel, contraria agli interventi proposti dai Paesi del Sud Europa, è intervenuta a fine collegamento in video conferenza per confermare la deadline di "due settimane" entro le quali "portare a termine il confronto". "Non abbiamo parlato nello specifico delle condizionalità o meno del Mes" ha detto la Merkel. Rispetto a chi ha immaginato o immagina i coronabond, ha aggiunto, "ho spiegato che dal punto di vista tedesco noi preferiamo il Mes, come strumento, che è stato fatto per le crisi". "Ma non siamo andati nello specifico e adesso la questione passa ai ministri delle Finanze", ha concluso.
E' un Conte furioso quello che ha attaccato senza mezzi termini le posizioni attendiste di alcuni colleghi europei del Nord - con la Germania in prima fila nel voler negare aperture - collegati in video conferenza durante il Consiglio Europeo. Una riunione che fino alla soluzione di compromesso raggiunta in tarda serata, non aveva sortito alcun effetto positivo e rischiava di incrinare ulteriormente i rapporti all'interno del Continente: "Come si può pensare che siano adeguati a questo shock simmetrico strumenti elaborati in passato, costruiti per intervenire in caso di shock asimmetrici e tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi?". Ma Conte rincarava la dose: "Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l'Italia non ne ha bisogno", ha aggiunto.
Nel corso della conference call con i leader europei, Giuseppe Conte aveva chiarito che nessuno pensa a "una mutualizzazione del debito pubblico. Ciascun Paese risponde per il proprio debito pubblico e continuerà a risponderne". L'Italia - aveva spiegato Conte - "ha le carte in regola con la finanza pubblica: il 2019 l'abbiamo chiuso con un rapporto deficit/Pil di 1,6 anziché 2,2 come programmato. Le conseguenze del dopo covid-19 vanno affrontate non nei prossimi mesi ma domani mattina".
L'Italia, dunque, respinge la bozza in discussione al tavolo del Consiglio europeo sugli strumenti per fronteggiare la crisi economica legata al coronavirus. Ma va detto anche che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte non è solo: c'è la Francia e in particolare al fianco dell'Italia c'è il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez. Tutti hanno chiesto che in 10 giorni la Ue trovi "una soluzione adeguata alla grave emergenza che tutti i Paesi stanno vivendo". Conte ha ringraziato per il lavoro fatto, continua palazzo Chigi, ma non accetta la bozza.
Ma come nasce questo scontro senza precedenti nel momento peggiore per il nostro Paese e l'intera Europa? La discussione si era fermata dopo che Conte e Sanchez avevano respinto le proposte contenute nella bozza di documento preparata dal presidente Ue, Michel. Italia e Spagna avevano ritenuto come "insufficiente" l'approccio Ue per quanto riguarda il ricorso a nuovi strumenti finanziari. Sul tavolo c'era la proposta di un Coronabond, idea respinta dalla Germania e dal fronte dei Paesi nordici. Conte e Sanchez, insieme a Macron e ad altri sei capi di governo premono perché una istituzione ue emetta un titolo del genere che però sarebbe emesso non comunemente dai 19 Paesi dell'Eurozona, bensì da una non meglio precisata istituzione Ue.
L'altra questione 'bollente' riguarda il Mes, Meccanismo europeo di stabilità, in particolare le condizioni in base alle quali concederebbe una linea di credito rafforzata per facilitare i Paesi sui mercati. La critica dell'Italia e di altri Stati (più o meno gli stessi che hanno firmato la lettera sul Coronabond) è che non può valere la stessa "condizionalità" prevista per crisi finanziarie classiche (tipo Grecia) essendo quella del coronavirus del tutto differente per natura. La condizionalità del Mes prevede la definizione di un programma di consolidamento e una supervisione stretta delle politiche economiche e finanziarie nazionali. L'Eurogruppo non è riuscito a trovare il consenso generale, i capi di Stato e di governo cercano di trovare una via di uscita per poi delegare i ministri del Tesoro a definire gli aspetti tecnici. Ma per ora un'intesa non c'è.
In serata arrivano anche i primi commenti alla risposta piccata del presidente del Consiglio ai leader Ue: "Conte ha fatto bene" a respingere la bozza del vertice Ue: "Se si vogliono proporre vecchi strumenti faremo da soli, spenderemo quanto serve" dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
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